sabato 21 marzo 2015

152. BUONI E CATTIVI

Nella vita vincono sempre i cattivi.
Oggi la tappa del tour di Papa Francesco è a Napoli. Come rifletteva un mio sagace amico, andrà a Scampia, pranzerà con i detenuti nel carcere di Poggioreale, mentre l'onesto cittadino per raggiungere il suo posto di lavoro dovrà svegliarsi molto prima, affrontare mille difficoltà in una città blindata e stravolta, indovinare il percorso giusto in un labirinto ad ostacoli. Ecco qua, ci risiamo con quella grande fregatura che viene egregiamente espressa nella parabola del figliuol prodigo. Non v'è dubbio che l'abbia inventata un figliuol prodigo, magari proprio qualcuno che per andare a 'diffondere il verbo' è andato via da casa, portando via con sé i risparmi di un onesto padre falegname. Insomma, andrà sempre così: il buono lo prende sempre a quel servizio! Accade così nella vita, sempre, a casa, in ufficio, al mare, al bar, nella metro, alla posta, su FB, in TV, sulle riviste, in Parlamento, proprio dappertutto. 
A casa c'è sempre il figlio che va bene a scuola, rientra in orario, rispetta i genitori, ma tutto ciò che farà sarà dato per scontato e resterà sempre all'ombra del fratello drogato e violento, che insulta e deruba i genitori, ma che una volta al mese pranza a tavola la domenica con loro. 
Negli uffici i 'ciucci di fatica' non faranno mai carriera, saranno sempre tenuti lì a smaltire il lavoro grosso che altri non saprebbero né vorrebbero svolgere. Mentre il lavoratore 'problematico' avrà sempre un occhio di riguardo e verrà piazzato in posti meno impegnativi. 
Al mare, anche se hai agito d'anticipo per avere l'ombrellone in prima fila, arriverà sempre qualcuno a mezzogiorno a stendere il suo telo avanti al tuo ombrellone, a bloccarti il passaggio, a collaborare all'inquinamento acustico ed olfattivo, e alla fine, riceverà anche i tuoi ringraziamenti se non userà le tue ciabatte! 
Al bar c'è sempre il furbo che ordina i caffè prima ancora di pagare per ottimizzare i SUOI tempi, mentre chi ha rispettato la fila alla cassa, arriverà al banco prima di lui, ma starà ancora aspettando il suo caffè mentre il furbo, con aria beota, starà sorseggiando allegramente da una tazzina magica che sembra non svuotarsi mai. 
In Parlamento meglio chi ruba e dà qualche posto di lavoro ad amici e parenti che chi non ruba e lascia che siano i meriti a stabilire "i posti" delle persone. Meglio una "lecita immoralità" che una desueta lealtà. 
Nella metro, ed in tutti gli altri posti citati, ci sarà sempre un banale onesto ed un simpatico disonesto, apparentemente redento. Tutto si giustifica con questa psicologia spicciola e deleteria, che si presta ad usi e consumi impropri, finendo per diventare un alibi per i fetenti. Allora si dice che il buono è tale perché gli viene naturale essere così, gli costa meno fatica che essere cattivo, mentre dal cattivo non puoi aspettarti niente, per cui diventa speciale ogni minimo gesto che non comporti danno ad altri. Stronzate! Lo sapevate che il figliuol prodigo dopo aver mangiato il vitello grasso, scappa di nuovo con i risparmi del padre e del fratello? Forse qualcuno lo ha sempre saputo. C'è una cosa però che di sicuro nessuno sa su quel simpaticone, dopo qualche tempo si innamora di una donna che lo usa, lo deride, lo fa ammalare e lo riduce in miseria e alla fine, qualcuno lo scambierà per un vitello grasso ... Nel frattempo, in attesa della giustiziera di turno, imparate a non perdonare, a non essere indulgenti, non provate a giustificare chi vi ha ferito, fino a quando ricorderete tutto il male ricevuto, non potrete perdonare. Meglio apparire cattivi che fingersi buoni.

sabato 7 marzo 2015

151. VANE AMBIZIONI

L’altro giorno la mia piccola Simona, a soli sette anni, si meravigliava di quanto stava guardando in TV. <<Ma è mai possibile?>> diceva a voce alta, <<E’ mai possibile che dei bambini preferiscano “Il Volo” a “Fedez”, ai “Dear Jack”, a “Moreno”? Io non capisco!>> Le sono andata vicino incuriosita, mi ha spiegato che su di un canale per bambini avevano chiesto di votare il cantante e la canzone preferita del momento e, con sua grande sorpresa, e disapprovazione, il maggior numero di preferenze l’aveva ricevuto il trio di finti giovani con la loro canzone a dir poco retrò. Le ho risposto: <<Simona, c’hai ragione, non si può credere che dei bambini la pensino così, che devo dirti, avranno votato i genitori.>> <<Sì mamma, lo credo anch’io, non è proprio possibile che ad un bambino piaccia quella musica!>>.  Lo stupore di Simona era anche il mio che ho sempre ritenuto i bambini molto più coerenti degli adulti, più spontanei e sinceri. Come quella volta che ad una festa avevo sentito discutere un padre con il figlio vistosamente annoiato: <<D’accordo, adesso andiamo via, ho capito, non ci vuoi stare più>> ed il bambino di tutta risposta gli aveva detto: <<No papà, io non ci volevo proprio venire qui!>>. Avevo riso di gusto, affascinata da quella sincerità disarmante. Dovremmo continuare ad essere così, a non farci plasmare da conformismi e condizionamenti sociali, evitare di seguire le mode e mostrarci sempre felici, finendo per vivere frustrati e insoddisfatti. Questa è l’era dell’incoerenza, delle più grandi contraddizioni, della precarietà in ogni campo. E allora, mentre in TV imperversano corsi e gare di cucina che solo a guardarli ti fanno mettere su pancia, mentre le città si colorano e si impuzzolentiscono di locali friggitutto, che riscuotono grandi consensi, nascono corsi che ho battezzato  “ambipur”, ovvero di quelli che ambi(scono) alla pur(ezza), che hanno l’effetto di un deodorante per ambienti in una fogna. Se per anni hai mangiato i biscotti di Banderas, nel latte che col sapor di cioccolato è reso prelibato, se hai mangiato panini e crocchette affermando fieramente “I’m lovin it”, se bevi litri di birra e non disdegni i super alcolici, e se ritieni che la crema di cioccolato e nocciole più buona al mondo sia il migliore antidepressivo, perché, dico PERCHE’ pensi che un hamburger di soia possa aiutarti? Cosa ti fa credere che all’improvviso il tofu sia meglio del gorgonzola? Perché inizi a spendere nei negozi  “fregature per aspiranti igienisti”, "natura ladra", "più sani più rinco", senza capire che ti stanno prendendo per il sedere? All’improvviso scopri che basta mangiare cibi poco artefatti, ma che costano sicuramente molto meno di quelli “spacciati” nei negozi paraculi, che l’olio d’oliva fa bene, che l’hamburger di manzo è buono solo, senza maionese e salse varie, che i legumi costano poco, ma sono ricchi di proteine, che la pasta fa bene, che se il casatiello lo mangi solo a Pasqua e poche altre volte, lo devi fare con la sugna e non con il burro o altri surrogati. Poi togliete dalle vostre scrivanie sti sacchetti di mandorle e frutta secca varia, anche quella, fa bene, ma in piccole dosi, e questa moda non è poi tanto bella, ci fa solo ricordare di discendere dalle scimmie! E poi è vero che “mens sana in corpore sano”, ma non è che se spruzzo del profumo su un barbone, gli ho risolto tutti i problemi esistenziali e lo convinco ad avere più fiducia verso il mondo e soprattutto verso se stesso. Bisogna volersi bene sì, ma bisogna rispettare anche gli altri. Se mangio soia e medito, poi esco dal corso ambipur e con la macchina non mi fermo alle strisce pedonali, se mi depuro e intossico chi mi sta attorno, vuol dire che alla fine ho solo seguito una moda e ancora una volta ho perso l’occasione per essere coerente. Fate ciò che volete, ma prima di credere che siete colti solo perché avete visto tre puntate di superquark, prima di guardare con aria di sufficienza e disapprovazione chi mangia patatine fritte per strada, provate a coordinare corpo e mente, perché se il corpo va da una parte e la mente non lo segue … hai voglia a mettere rum, nu strunz nun po’ addiventa’ babà.

lunedì 2 marzo 2015

150. E ADESSO CHI CANTA?

La vita ti offre mille opportunità, suggerisce alcuni spunti che magari ignori, premia, ma il più delle volte ti mette alla prova, e se non la superi, infierisce. E allora capita che ad un certo punto le cose ti vadano male, provi a cambiarle, ma peggiorano. Quando il peso diventa eccessivo ti appoggi alla prima spalla disponibile, ma scopri che si era avvicinata solo per frugarti nelle tasche e rubare quel po' di allegria che ti era rimasta. Ti abbatti, provi a rialzarti aggrappandoti alle prime mani tese, ma hanno dita come lame, che ti segnano e ti feriscono a sangue. Allora ti accasci e piangi, piangi per ore, giorni, piangi talmente tanto che ti fanno male gli occhi, le tempie, le guance, i denti. Un dolore forte a tutti i muscoli della faccia, una faccia che assiste ad una tragedia: la trasformazione della donna più amata, umiliata, offesa, ridicolizzata, da una malattia infame. Il tuo viso che dovrebbe dare coraggio e fiducia, adesso è gonfio, arrossato, stropicciato, come la tua anima. Il dolore si è diffuso per tutto il corpo, si è irradiato agli arti, non riesci a camminare diritta, ti curvi, come a proteggere quel po' che è rimasto di te, come a volerti chiudere per nasconderti al mondo. Eri sull'orlo di un precipizio, eri caduta e volevi risollevarti, ma ti sei affidata a dei meri sciacalli e sei precipitata. Adesso sei giù e non ti va proprio di risalire, non hai voglia e forza. Non ce la fai ad andare via dal rifugio, vuoi restare lontano da tutto e da tutti, non vuoi più mischiarti agli altri, non vuoi più aver bisogno di nessuno, non vuoi vedere nessuno. E pensi: "Me ne starò qui, nel precipizio, ad aspettare che passi, che evapori il dolore, che si rimarginino le ferite. Aspetterò di essere in grado di rialzarmi da sola, aspetterò. Dovessero passare settimane, mesi, ma mi rialzerò da sola!" Del resto anche il dolore va vissuto fino infondo, va consumato, perché non affrontarlo in pieno sarebbe come rinviarlo. E poi, alla fine la ricompensa sarà grande, ne sono sicura!