giovedì 21 maggio 2015

158. ALTRO CHE PAULO COEHLO ...

Come accrescere la propria autostima.

Per le donne.
Se vi siete svegliate con le occhiaie che a confronto Anna Magnani sembra avere il correttore, se state assistendo alla diaspora dei vostri capelli, se l'allergia vi ha gonfiato il viso, se un brufolo ha appena fatto capolino sul vostro naso, se lo specchio si rifiuta di commentare, chiudetevi in casa e non uscite! Se proprio dovesse essere necessario, prefiggetevi un obiettivo preciso: la prima cosa da fare è sentirsi belle e fantastiche! Se l'impresa risulta ardua, per i motivi di cui sopra, allora non resta che un'unica soluzione: passare lentamente accanto al più vicino cantiere edile a passo lento, fintamente distratte. Gli operai a lavoro non potranno esimersi dal lanciarvi inviti improbabili, dedicarvi canzoni o semplicemente fischiare per mostrarsi vittime del vostro inesistente fascino! A quel punto, anche la donna più triste non potrà trattenere un sorriso e sentirsi più leggera! 

Per gli uomini.
Nei giorni in cui vi sentite brutti come una tartaruga senza guscio, puzzolenti come una patata dimenticata in un cassetto per tre mesi, desiderati come un cappotto ad agosto, non c'è che un rimedio, semplice ed infallibile: prendere la metro con un libro aperto, fingendo di essere rapiti dalla lettura, noncuranti di alcuno. Considerato il soggetto, si sconsigliano zone alberate: lo sfigato pesterebbe facilmente una cacca e, intento a leggere, rischierebbe di sbattere contro un albero secolare e vanificare la messinscena. L'intellettuale ha sempre il suo fascino, ma il finto intellettuale è da compatire!

sabato 16 maggio 2015

157. TIZIANA

Mi guardava con occhi affascinati, mi diceva parole dolci, mi dedicava canzoni. Era bello sentirgli dire: 'sei bellissima', 'sei una persona intelligente', 'mi piaci', era divertente ascoltarlo quando mi chiamava. Mi faceva mille complimenti, sorrisi e gentilezze, mi dava quella spensieratezza che cercavo. Così ho cominciato ad interessarmi a lui, a farmi piacere le sue attenzioni. Era bello stare con lui, sentirmi desiderata, amata. Giocavamo a fare finta che nessun sentimento ci legasse, che fossimo presi solo da una grande passione fisica, che non ci fossero legami veri, ma chissà se era veramente così. Io ne ero un po' innamorata, lui, a suo modo, cominciava ad amarmi, a credere che fossi un po' sua, e quando se n'è reso conto ha cominciato ad allontanarmi, ad osservare sempre più frequenti e lunghi silenzi, senza giustificazioni. Ho reagito male, soffrivo del suo atteggiamento delle sue parole irriverenti. Gli ho vomitato addosso tutta la mia delusione, la mia rabbia. Mi sono sentita usata, derisa, sono caduta in una profonda tristezza, ma continuavo a cercarlo, ad aver bisogno di qualcuno che mi facesse sentire bella, desiderata. Lui non ha perso l'occasione per godere della mia ottusa abnegazione. Mi ha coinvolta in una nuova eccitante trasgressione, mi ha filmata mentre lo amavo, baciavo il suo sesso, mentre giocavamo a sentirci liberi e animaleschi. Mi chiedeva di più ed io facevo di più, lo assecondavo, volevo renderlo felice. E così mi era sembrato, ma lui è scomparso di nuovo ed ha ripreso ad ignorarmi. Poi oggi, all'improvviso, sento ridere due clienti del supermercato dove faccio la cassiera, mentre vengono verso di me, si guardano, ridono, si parlano, mi indicano, ridono di nuovo. Una di loro armeggia con il cellulare e mostra all'amica qualcosa che appare a video, poggia l'indice sul display e, parlando a voce più bassa, la più grassa alza nuovamente lo sguardo verso me. Incuriosita ed irritata mi alzo di scatto e con un rapido gesto deciso strappo il cellulare dalle mani dell'allegra signora. All'inizio non riesco a mettere a fuoco le immagini del video che sta scorrendo, non capisco, poi ... ODDIO! Sul display un fallo ripreso dall'alto mentre una giovane, giovanissima donna, lo bacia, si mostra completamente succube dell'uomo che la sta riprendendo. Lui le dice parole proibite e lei si mostra eccitata, completamente rapita. Una scena da film porno. Resto immobile, con il cuore in gola, mi gira la testa, mi sento quasi di svenire, lascio cadere a terra il cellulare e scappo via dal supermercato in lacrime. Entro nella mia auto e comincio a piangere, accendo l'autoradio per stordirmi un po', ma piango sempre più forte, arrabbiata, tradita, delusa, come chi ha subito una violenza. Sì, mi sono sentita violentata quando ho scoperto che la ragazza nel video ero IO! Che figura di merda! Che scena ridicola! E lui, che essere spregevole! Sì, la vera merda è lui! Io ero solo inconsapevole della sua cattiveria. Io mi ero lasciata andare ad una nuova emozione, come tante altre giovani e non più giovani donne, volevo regalare piacere, non offendere nessuno. Invece sono stata umiliata, derisa, violentata! Perché? Perché l'ho infastidito con le mie richieste di attenzioni, di amore? Perché? Perché voleva mostrare a tutti come è facile per lui umiliare una donna? Perché voleva dimostrarmi che per lui non conto niente? Che ero solo un piacevole passatempo, o forse perché ero io in realtà che non gli davo l'importanza che avrebbe voluto? No, non lo so, e neanche credo sia importante a questo punto. Non m'importa il suo movente, sono sicura che l'ha fatto perché è un coglione senza cervello e senza cuore e le sue massime soddisfazioni le può trarre da un'eiaculazione. Che vigliacco! Mi sento una stupida ad aver creduto di combattere la mia insicurezza con uno ancora più insicuro di me. Io ho commesso l'errore di non aver capito che razza di psicopatico fosse! Io non mi sento sporca, ma per qualche mese ancora dovrò sopportare la curiosità ed il giudizio cattivo della gente, qualche suo amico mi infastidirà, ma poi con il tempo tutto passerà. Lui, invece, resterà la carogna infelice di sempre! Lui sarà deriso dalla vita e per la vita!


lunedì 11 maggio 2015

156. VENTIDUEMILATRECENTOVENTISETTE GRAZIE!

Ieri questo blog ha compiuto 2 anni. È nato il 10 maggio del 2013, complice un incidente domestico che mi ha costretta all'immoblità per circa tre settimane. La mia voglia di condividere e la mia passione per la scrittura mi hanno portata qui. Ho qualche centinaio di lettori abituali, altri occasionali, ma soprattutto mi sono raccontata risparmiando soldi di psicoanalisi! Auguri a noi e grazie a tutti!
Grazie a Nat, a Giovanni, a Claudia, a Massimo, a Monica, a Cinzia, a Roberto, a Valeria, a Giorgio, a Silvia, a Catia, a Francesco, a Cosimo, a Mariangela, a Manuela, a Sonia, a Dario, a Chiara, a Mariano, a Laura, a Paola, a Chicca, ad Amalia, a Simona, a Vito, a Carmela, a Francesca, a Daniela, ad Antonella, a Carla, a Giuseppe, a Fabiana, ad Anna, a Maria, a Pasquale, ad Ilaria, a Ciro, ad Anita, a Nicola, a Daniela, ad Elena, a Mariarita, a Sonia, ad Emanuele, ad Eliana, a Mariateresa, a Maria Rosaria, a Sara, a Paolo, a Giovanna, a Loredana, a Maddalena, ad Alessandra, a Riccardo, a Luigi, a Rita, a Gianluca, a Tina, a Vittorio, Sabrina, ad Angela, a Federica, ad Annalisa, a Martina, ad Emanuela, ad Enza, ad Antonio, a Stefano, a Pier Paolo, a Lilla, a Melania, a Valentina, a Guido, a Silvestro, a Gabriella, a Barbara, a Vincenzo, a Manuela, a Carola, ad Andrea, a Roberta, ad Annamaria, a Salvatore ed a tutti quelli che mi leggono .... GRAZIE!

sabato 9 maggio 2015

155. ALLA MIA MAMMA

"Le cattive azioni sono di chi le fa" è una delle ultime frasi sensate pronunciate dalla mia mamma. La mia meravigliosa mamma. Adesso lo penso più che mai mamma, credo che spesso ci facciamo carico delle colpe altrui, giustifichiamo, perdoniamo, sentendoci un po' colpevoli, ci sentiamo responsabili di quei comportamenti che ci hanno provocato sofferenza. Tu mamma, forse l'hai capito troppo tardi, tu, sempre pronta a dare, a fare ciò che è giusto fare, anche quando non avresti potuto, anche quando non avresti voluto. Hai capito troppo tardi, cara madre mia, che le persone vanno prese per quello che sono, non le si può cambiare, vanno aiutate, ma solo se davvero lo vogliono il tuo aiuto. Troppo tardi hai inteso il senso di un matrimonio che, nonostante tutto e tutti, dura da 50 anni! Cinquanta anni di amore, rispetto, condivisione e partecipazione. Troppo tardi. Sempre tanta insicurezza nelle tue parole, nei tuoi gesti, quanta discrezione e rispetto nei confronti di tutti, quanta sofferenza nei tuoi grandi occhi scuri! Hai insegnato a me ed alle mie sorelle l'amore per la vita, attraverso la dedizione alla famiglia, la tolleranza, la curiosità, il gusto estetico, attraverso il culto della buona cucina. Quanti casatielli impastati ogni Pasqua! Uno per ciascuna figlia e per ciascuna consuocera, uno per la sorella non sposata, uno per il fratello 'single' del genero, uno grande per tutta la famiglia riunita nel tuo gran bel salone la domenica. Quante feste ci hai organizzato in quel salone! Quante risate, quanti racconti, quanti cenoni consumati grazie a te, alla tua voglia di far confusione, di stare sempre in compagnia, alla tua immensa ospitalità. Forse perché, come ci raccontavi, di feste i tuoi genitori non te ne avevano fatte poi tante; forse perché ricordi ancora che il giorno della tua Prima Comunione, stanca, ti addormentasti dimenticando che di lì a poco sarebbero arrivati i parenti e gli amici a festeggiarti e la tua mamma, con l'idea di proteggerti e di farti stare bene, tu così esile e delicata, non ti svegliò. Ho un nodo in gola anche adesso mentre lo scrivo. È incredibile quanto possa essere 'crudele' l'amore di una mamma! Quante volte ho immaginato la tua delusione al risveglio, la tua rabbia nel constatare che la festa si era svolta senza la festeggiata! Il giorno in cui dovevi essere protagonista, ti avevano ignorata. Chissà quante altre volte ti sei sentita ignorata, tu così forte, così determinata, con il sorriso più bello del mondo, e dentro tutte le paure di questo mondo! Ricordo ancora quando da adolescente ti vedevo leggere appassionata 'Un uomo' di Oriana Fallaci e, incuriosita, ti avevo chiesto di passarmelo, ma tu me l'avevi vietato: 'Non è un libro che puoi ancora leggere!' Mi dicesti con fare autoritario, tanto insolito per te, che ancora lo ricordo. Ne leggevi sempre di libri, di quotidiani, di riviste specializzate per il tuo lavoro. La grande passione per il tuo lavoro: 40 anni di missione nelle scuole napoletane! Che donna! Che eroina! Quando dopo il terremoto la scuola chiuse perché dichiarata inagibile, come molti edifici campani, tu continuasti ad insegnare la vita a casa nostra. Sì, perché tu insegnavi la vita ai tuoi adorati alunni. Li ospitavi nel nostro grande salone e li mettevi seduti attorno al nostro tavolo di marmo. Quante domeniche mattina passate a pulire quel tavolo, il pavimento e tutti i mobili di quella stanza con le mie sorelle, quanti ricordi! Tre figlie che ti amano e ti giudicano, che ti hanno un po' sfottuta quando a sessant'anni ti sei comprata quel cappottino di pelle rosso, ti dicevamo che non avevi l'età. E invece tu ci hai dimostrato di saperlo portare, ricordandoci che la personalità conta più di tutto, più dei lineamenti perfetti, più di una giovane età! Quanti insegnamenti mamma! 'Siate autonome e indipendenti sempre figlie mie!' Ci dicevi, 'non siate mai dipendenti da nessuno, sotto ogni punto di vista, soprattutto economicamente!'. Hai lavorato 40 anni, hai insegnato l'onestà ai figli dei contrabbandieri, hai trasmesso l'ambizione culturale ai figli di analfabeti, hai guadagnato la stima di alunni e colleghi ed hai dimostrato la tua generosità materiale e spirituale in mille occasioni e adesso, e adesso non riesco neanche a guardarti negli occhi. Adesso non sopporto quel tuo sguardo spaurito, inebetito, non lo sopporto! Che cazzo stai facendo mamma? Hai mollato tutto e tutti! Ci hai lasciato soli! Le tue figlie, il tuo adorato marito, i tuoi nipoti, qualcuno ancora troppo piccolo per raccontarti, qualcuno che di te conoscerà forse solo il corpo. Che cosa ci hai combinato? Ci stai punendo per non averti dato tutto quello di cui avevi bisogno? Che cosa posso fare io per dare di nuovo luce ai tuoi occhi? Posso solo abbracciarti e sorridere ogni volta che mi urli 'aiutami!', ogni volta che bisbigli 'scusatemi', una, dieci, cento, mille volte, fino a farci impazzire, fino a farci urlare 'basta, stai zitta!'. No mamma, non è così che dovevi fare, non è così. Eh sì, le cattive azioni sono di chi le fa, ricordi? Le lamentele delle tue vicine di casa che per troppi anni ti hanno invidiato, due casalinghe incolte che adesso chiamano il portiere per segnalare i tuoi lamenti notturni, non tocca a te punirle per tutti i pettegolezzi e le loro azioni meschine, non tocca a te. Domenica ti saremo tutti attorno, figlie, nipoti, generi, e quell'uomo che non comprende, che ancora ti rimprovera se ti sei fatta sotto, che non vuole vedere la tua rassegnazione, non l'accetta, lui no, non ce la fa. Domenica staremo tutti attorno a te, ad accarezzarti, a baciarti, a rimproverarti e prenderti un po' in giro. Proveremo a strapparti un sorriso e poi ci guarderemo in faccia un po' delusi, malinconici. Poi qualche nipotino si metterà difronte a te, ti guarderà negli occhi e ti chiederà: 'e vediamo, alloooora, come mi chiamo io, nonna?', tu gli sorriderai e noi, invece, rideremo commossi, davanti alla tenerezza di un cucciolo che prova a leccarti le ferite, perché tra voi, esseri fragili e indifesi, vi capite al volo!

mercoledì 6 maggio 2015

154. O CAPITANO MIO CAPITANO

Ho scelto di non far partecipare mia figlia alle inutili e quantomai dispendiose prove invalsi per principio. Appoggio la protesta degli insegnanti e soprattutto non accetto che si provi a vanificare e ridicolizzare lo sciopero di un'intera categoria di lavoratori. Credo che il primo compito di un genitore sia quello di far comprendere il valore degli ideali, di insegnare ai propri figli ad agire secondo coscienza, a prescindere dalle scelte di massa. È fondamentale far capire che nulla va accettato passivamente, che la vita è fatta di scelte e non di alibi. I bambini devono imparare ad elaborare idee e a non confondersi nel branco, a ragionare e non seguire il gregge. Altrimenti non vi lamentate se non saprà dire 'no', se non avrà il coraggio di ribellarsi all'amico prepotente, al fidanzato violento, alle facili conquiste illecite. Non potrete lamentarvi se cederà ai mal costumi di massa, perché l'esempio lo avete dato voi. Impariamo assieme ai nostri figli il valore di termini come 'rispetto', 'solidarietà', 'dignità', perché senza ideali la vita si riduce all'ottuso, arido consumo di tempo ed energia. Vivere è scegliere, manifestare, lottare, confrontarsi, aiutare e saper chiedere aiuto, altrimenti si vegeta da sconfitti.