sabato 26 agosto 2023

RACCONTI REFRIGERANTI II stagione - 4° episodio - La pizza AL

La casa si è svuotata, come tante altre case in città, chi resta diventa spettatore di un film del passato. Quando si spegne il frastuono delle abitudini e dei doveri, dei corpi che si evitano, si sente la malinconia di tutto quello che non si vede. Sono le sedie, le pareti, gli armadi e tutti gli oggetti a parlare, rimandano indietro le immagini registrate negli anni, le voci che hanno trattenuto, amplificando il vuoto, come un’eco.

Monica è partita con Renato per la Grecia, Fabrizio e Valerio sono andati a Favignana e Anita adesso è sola, per un paio di giorni può restare in silenzio ad ascoltare la casa; può restare seduta a guardare il tavolo attorno al quale hanno riso e litigato, la libreria che non ha più spazio e mostra fiera pile di libri accatastate sopra; può ridere come una bambina, guardando lo spigolo della credenza contro il quale Sasà urtava quasi tutte le mattine.

Il suono del telefonino arriva ad interrompere il racconto delle cose, torna protagonista il presente, le parole e i gesti, Anita risponde, mentre finalmente gli occhi lasciano andare qualche lacrima.

<<Uè, allora, quando mi raggiungi?>>

La voce sicura e protettiva di Roberta le arriva come un monito benevolo.

<<Il sedici, come avevamo detto.>>

<<Puoi venire anche oggi, così ti fai il Ferragosto con noi, gli ospiti sono andati via prima del previsto, volevano andare a Ravello. Muoviti e vieni, jamme.>>

<<Non lo so, già mi ero organizzata per il sedici, devo ancora finire la valigia.>>

<<Non dire stronzate e vieni.>>

Anita sorride, quasi contenta di ricevere un ordine, per una volta si lascia guidare.

<<Va bene, d’accordo, parto tra qualche ora.>>

Va in cucina a mischiare lievito e farina, acqua e olio, sale e fiducia.

Mette a riposare la tonda madre bianca e comincia a svuotare il frigorifero dai piccoli avanzi: un pezzetto di pancetta tesa, uno spicchio di provolone, del parmigiano grattugiato ed un piccolo cacciatorino.

Sminuzza tutto in un piattino, poi si lava le mani e prende il cellulare per comunicare ai figli i nuovi programmi. Con meraviglia scopre di non aver sentito mezz’ora prima il suono che avvertiva di un messaggio WhatsApp, un messaggio di chi negli ultimi mesi le sta regalando un po’ di tenerezza.

-          Sei in città? Cosa stai facendo?

-          Sì, sono ancora a casa, parto tra qualche ora, sto facendo la pizza al.

-          Al? Cioè?

-          In famiglia la chiamiamo “al”, perché gli ingredienti cambiano in base a quello che è rimasto in frigorifero, avanzi da consumare.

-          Ahahahah capisco.

-          Ma è buona, sai…

-          Come te, buona come te, che sei una donna “al”, piena di bellezza e sapori sempre nuovi, che mi piacciono ogni giorno di più.

-          Vabbè, fammi imbottire la pizza, che poi deve crescere un altro po’, prima di essere infornata.

-          A dopo

-          A dopo

Anita stende l’impasto e vi sparge sopra tutto quello che è contenuto nel piatto, una spolverata di pepe e arrotola la sfoglia in un lungo filoncino, che poi sistema in una teglia oliata. Prima di infornare, accende la tivvù, c’è un film di Sergio Leone con Clint Eastwood, e per un attimo è come se accanto a lei sul divano ci fosse anche Sasà, che amava tanto i western all’italiana.

Il tempo non esiste, la vita è un cerchio in cui ci sono tutti quelli che abbiamo incontrato, non c’è un prima e un dopo, ci sono quelli che abbiamo amato e non smetteremo mai di amare, quelli che incontreremo e ci sembrerà di amare da sempre, e c’è chi ci ama e non ce lo dice con le parole dell’amore, ma attende solo un nostro cenno per lasciarsi andare.



venerdì 18 agosto 2023

RACCONTI REFRIGERANTI II STAGIONE - 3° episodio - L'INSALATA DI RISO

 <<Sì, sì, tutto bene, sto bene… certo, certo, poi tra pochi giorni vado da Roberta, dopo Ferragosto, in questi giorni ha ospiti… certo, intanto adesso mi sento così sola che mi viene da piangere. Sì, ciao.>>

Anita parla al telefono, sapendo di non essere ascoltata, potrebbe dire qualsiasi cosa, annunciare di essere in punto di morte o di aver ricevuto il Nobel, sarebbe uguale, dall’altra parte la sorella avrebbe continuato a parlare, a fare domande banali, solo per mettersi la coscienza a posto, prima di partire per le vacanze.

Quante parole inutili diciamo, solo per camuffare i sensi di colpa e ingannare le paure, quanto tempo sprecato a cercare di mostrare un’altra verità.

<<Mamma, allora oggi pranziamo tutti insieme: Fabrizio e Valerio sono andati alla Cappella Sansevero, ma dovrebbero essere qui tra un paio d’ore; io vado solo un attimo al mercatino e poi dovrebbe venire anche Renato, perché stasera andiamo ai Camaldoli a guardare le stelle cadenti. Cosa prepari?>>

<<Adesso metto a fare il riso, facciamo una bella insalata di riso, così stavolta magari non avanza.>>

<<L’insalata di riso? >>

<<Eh, perché?>>

<<Ma perché è un piatto che hai sempre schifato! La prepari con la stessa grazia con cui si prepara il pappone per i maiali. La facevi sempre quando venivano i figli di zia Luisa. Saranno tre anni che non la fai.>>

<<E adesso è arrivato il momento di rifarla. A parte che i maiali sono animali molto intelligenti, ma poi ogni piatto può diventare speciale se ci aggiungi un ingrediente particolare.>>

<<Sì? E il tuo quale sarebbe, le mandorle, che ultimamente stai piazzando in ogni ricetta, oppure un testo alla Matilde Serao, che proclamerai portando l’insalatiera a tavola?>>

<<Un poco più carina di Matilde sono, ma alle mandorle non ci avevo pensato, potrebbero essere la novità di quest’anno…>>

<<Mamma!>>

<<Monica, ma tu che vuoi? Piuttosto, mi ha fatto ricordare della mia amica Matilde, dovrebbe essere pure lei in città, magari andiamo insieme a guardare le stelle cadenti. Che poi domani partite tutti e mi viene la malinconia.>>

Monica inclina la testa su un lato e sorride alla mamma con dolcezza.

<<Ma quello con cui ti scrivi? Quello che ti chiama ogni tanto la sera non c’è? Sai che ho letto su Instagram, sul profilo di una scrittrice, che se non sei con chi vorresti, allora basta pensare ai suoi occhi mentre si guarda il cielo.>>

<<E a che serve?>>

<<Se anche l’altro ti sta pensando, te ne accorgi.>>

<<E come? Lascia perdere queste scrittrici e vai al mercatino, io intanto metto la pentola dell’acqua e chiamo Matilde.>>

<<Uè Mati, sei ancora qui?>>

<<Eh. Parto tra due giorni per Palinuro, tu?>>

<<Parto dopo Ferragosto, stasera però vorrei andare a guardare le stelle cadenti, vuoi venire? Ci compriamo una birra e ci sediamo su una panchina a San Martino, che dici?>>

<<Vengo, sì, così ti racconto un po’ di cose.>>

<<Del tuo uomo a metà?>>

<<Ovviamente.>>

<<Sta in vacanza con la moglie e ti manca.>>

<<Ne parliamo stasera>>

<<Sì, vedrai che se guarderai il cielo pensando ai suoi occhi e pure lui fa lo stesso, te ne accorgerai. Così sarete vicini.>>

<<Ah, e come me ne accorgo? Mi manda un messaggio? Quello non mi invierà messaggi o segnali, è così prevedibile nei suoi silenzi! Non farà mai niente per farmi felice, la forma la riserva all’altra, la donna ufficiale, a me solo istinto e passione.>>

<<E hai detto niente? Vabbè, poi ne discutiamo. Sai che ti parlo da moglie, da donna che ha avuto il privilegio di essere “quella ufficiale” e certe scelte non vanno liquidate così, con quattro espressioni di convenienza. Possiamo raccontarci quello che vogliamo, l’amore non si spiega, si vive, e non c’è distinzione tra moglie e amante, se c’è amore si soffre comunque, nessuno crede di essere amato abbastanza.  Adesso ti saluto, devo colare il riso, ci vediamo stasera, ti scrivo dopo per l’appuntamento.>>

Fabrizio e Valerio sono tornati dal giro turistico ed hanno raggiunto Anita in cucina.

<<Oggi ti aiutiamo a preparare il pranzo, guarda che ti abbiamo preso in centro?>> Le dice sorridendo il figlio, aprendo un sacchetto di carta rosso, appoggiato nel palmo della mano sinistra.

<<Ma non abbiamo uccellini, cosa è ‘sta roba?>>

<<Sono mandorle, noci e anacardi sbriciolati, e ci stanno pure un po’ di semi di lino.>>

Gli occhi si spostano velocemente verso la porta di ingresso, richiamati dal suono della chiave nella serratura; Monica entra in casa annunciando la presenza di Renato, che la segue a un metro di distanza, reggendo due buste piene di stoffe colorate.

Dopo mezz’ora sono tutti attorno al tavolo della cucina, su cui trionfa un’insalatiera gialla e blu, acquistata a Deruta in una vacanza ormai lontana, piena di riso. Ognuno contribuisce a dare un sapore: Monica mette il tonno, Renato le olive, Valerio dei carciofini sott’olio, Anita tagliuzza dei peperoni sott’aceto. Ad un tratto Fabrizio fa partire dal suo cellulare Ain’t too proud to beg dei Temptations, alza il braccio destro e lascia cadere a pioggia il contenuto del sacchetto di carta rosso.

Anita si porta le mani alla faccia e urla: <<Nooo! Il mangime per gli uccelli no! Ai maiali non piace.>>

E ridono tutti, ballando, come nella cucina de “Il grande freddo”.

Le stelle cadono per chi le sa raccogliere.

 

 


RACCONTI REFRIGERANTI II STAGIONE - 2° episodio - IL TIRAMISÙ

Fabrizio e Valerio sono andati a Capri, Monica è rimasta a casa con Anita; è il primo sabato di agosto e la città comincia a svuotarsi, in molte strade ci sono addirittura dei posti auto liberi, ma nei vicoli del centro e sul lungomare c'è sempre tanta gente, ci sono soprattutto turisti entusiasti e storditi dai colori, dalle voci e dal caldo. Nella città in cui ognuno recita la sua parte, la vita sincera è chiusa nelle case e fa meno rumore.

<<Mamma, io più tardi esco, tu resti qui?>>

<<Credo di sì, non ho sentito Roberta, non sarà riuscita a liberarsi.>>

<<Non vai neanche a trovare tua sorella?>>

<<Non lo so, Monica, adesso vedo, ma perché tutta questa curiosità? Ti preoccupi per me? Piuttosto tu, dove vai?>>

<<Non lo so, forse andiamo verso Pozzuoli.>>

<<Andiamo, chi? Tu e Renato? Cos'è, la fidanzata non c'è? >>

<<Ma quale fidanzata, mamma? Non ho capito.>>

<<Hai capito bene, invece, non fingere. Adesso vorresti farmi credere che voi siete solo amici, che non ti interessa se è ancora legato alla ragazza con cui si è lasciato da poco, che tu non speri di conquistarlo.>>

<<Dai, mamma, non cominciare, Renato ed io siamo amici ed io non voglio diventare la sua ragazza, punto.>>

<<Harry ti presento Sally, te lo ricordi il film che ti ho fatto vedere qualche mese fa? Sono stati amici per anni, ma alla fine...>>

<<Vabbè, vado a prepararmi. Tu, intanto, trovati un fidanzato, uno vero, non dare retta a quei quattro cretini su Facebook.>>

<<A parte che non tutti sono cretini, ma poi io non do retta proprio a nessuno.>>

Ci sono dei momenti in cui, in una famiglia, i ruoli si invertono: i figli cominciano ad essere protettivi verso i genitori, danno loro consigli e regole, si allenano per la vendetta, che consumeranno ai primi evidenti sintomi di senilità. Una vendetta dolce e amara, piena di rabbia e tenerezza.

Intanto, Anita, che ha solo cinquantaquattro anni, si scambia messaggi WhatsApp e si tocca i capelli in una posa da adolescente. 

Monica torna in cucina con un mini abito bluette e apre lo sportello del frigorifero.

<<Cosa posso mangiare adesso? Per evitare che il mio stomaco brontoli, proprio mentre sono in macchina con Renato?>>

<<Vedi che ho comprato quegli yogurt proteici che piacciono tanto a te e Fabrizio, anche se non è propriamente il rimedio alle farfalle nello stomaco...>>

Anita resta ferma in un'espressione furba attendendo la reazione della figlia, ma Monica ha la testa infilata nel frigorifero e forse non ha sentito le parole della madre. 

<<Non è possibile! Non ci credo, lo hai fatto di nuovo. Stai preparando il tiramisù per San Salvatore. Ancora?>>

<<Perché fingi di stupirti, se sai bene che è una tradizione. Per l'onomastico di tuo padre l'ho sempre fatto.>>

<<Sì, ma mio padre è morto da otto anni.>>

<<Sasà è contento se lo preparo, non ti preoccupare, si sta già leccando i baffi, vero? >>

E mentre lo dice, guarda fuori dalla finestra, in un punto di cielo. 

<<Ma ci hai messo il mascarpone?>>

<<Ovviamente, che è quella schifezza con la panna? Il tiramisù si fa con il mascarpone e le uova fresche, un goccio, ma proprio un goccio, di rum, un po' di vaniglia e il caffè buono.>>

<<E sopra una spolverata di Nesquik.>>

E ridono.

<<Te lo ricordi il segreto del Nesquik? Mammamia, quanto me ne avete fatto comprare! In ogni ricetta dove c'era il cacao, io lo sostituivo con il Nesquik, perché il cacao in casa nostra è sempre stata quella polvere magica che vi faceva bere il latte a colazione. Intanto, il mio tiramisù era buono pure per quel segreto.>>

<<Mah>>

<<Adesso uso il cacao amaro, perché oramai un po' di amarezza della vita l'avete conosciuta e pure le ricette devono essere più sincere.>>

Monica prende lo yogurt proteico dal frigo ed un cucchiaino dal cassetto e dà un bacio sulla guancia della madre.

<<Comunque, non è che tu adesso sia perfetta in cucina, che ogni cosa che fai è speciale, anche perché a me piacciono pure le gocce di cioccolato nella crema, ma tu non ce le metti mai.>>

<<Vai a prepararti che è meglio. Se no Renato ti deve aspettare, non sia mai.>>

Intanto arriva un messaggio di Fabrizio:

Mamma, per domani stai preparando il tiramisù? Non mi deludere, sto raccontando a Valerio della nostra tradizione.

<<'O vir? Tale e quale a te, tuo fratello, quant'è bello.>> Urla Anita soddisfatta.

Sì, amore, tranquillo, domani per dolce c'è il tiramisù. 

 

Le tradizioni sono casa, celebrano ricorrenze e mancanze, sono un modo per dimostrare rispetto per il passato, per la nostra storia, ci rassicurano e a volte si prestano al bisogno di trasgredire. 

 

Un nuovo messaggio distrae Anita dalla malinconia, ma non è Fabrizio, è un pensiero nuovo, un'altra idea di vanità. 






RACCONTI REFRIGERANTI II STAGIONE - 1° episodio - LA PARMIGIANA DI MELANZANE

Friggere le melanzane il trenta luglio non era proprio uno dei desideri principali di Anita, ma sapeva che una sudata davanti ai fornelli sarebbe stato un prezzo minimo da pagare per vedere la gioia sul viso di Fabrizio, il figlio spagnolo, appena avrebbe varcato la soglia di casa. Certo, dopo sette mesi, sarebbe stato comunque felice di riabbracciare la mamma e la sorella, ma Anita sapeva che la parmigiana di melanzane era il miglior bentornato che il suo ragazzo potesse avere. Intanto, friggeva e sudava, infilzava le fette di melanzana con il forchettone, le girava e si asciugava la fronte con lo strofinaccio.

<<Monica!>>

<<Dimmi, mamma.>>

<<Ne Monica, ma comm'è che decidemmo di non mettere l'aria condizionata in questa sfaccimma di cucina? Comm'è stat 'o fatt?>>

<<Mamma, un'altra volta? Ogni volta che cucini d'estate dici la stessa cosa, ma non te lo ricordi oppure vuoi scherzare?>>

<<Dimmelo, dimmelo ancora.>>

<<Fu una tua scelta, dicesti che...>>

<<… che bastava nelle camere da letto, in cucina la finestra aperta avrebbe rimediato al caldo e agli odori. Così dissi, da perfetta idiota, e nessuno mi fermò, tu e tuo fratello, che tra l'altro voleva regalarmi tre split benedetti, mi avete assecondata, dopo un timido tentativo di farmi cambiare idea, avete assecondato vostra madre, la donna stoica che non si lamenta mai.>>

<<La verità, negli ultimi due anni, sarà che siamo rimaste noi due, senza nessuna presenza maschile in casa, con gli squilibri ormonali, ma tu ti lamenti abbastanza.>>

<<Tuo padre non può tornare, purtroppo, pace all'anima sua, non può più aiutarmi, tuo fratello, invece, mo potrebbe pure tornare, visto che l'azienda gli farebbe fare lo smartworking.>>

<< Ma lascialo stare, a Valencia sta una bellezza, tu devi solo abituarti all'idea che non puoi più stare sola, devi trovarti un fidanzato.>>

<<Eeeeh, vabbè, ja, aiutami a tagliare la provola, stai zitta.>>

Il sugo lo aveva preparato la mattina, ma prima di metterlo nella teglia, aveva aggiunto altre foglie di basilico fresco strappate dalla pianta appoggiata sul davanzale interno della finestra.

<<Mamma, ma lo sai che molti mettono la mozzarella nella parmigiana? Qualcuno pure il fiordilatte, tu sempre con la provola.>>

<<Ma adesso non ti piace più la mia parmigiana? Fino a stamattina era il mio piatto forte, la mia specialità, e adesso critichi pure la provola?>>

<<Uffa! Non è una critica, è una curiosità. Ti devo trovare un fidanzato, è urgente, la situazione sta precipitando.>>

Anita si gira verso la figlia e la guarda battendo le ciglia con la testa leggermente inclinata ed un sorriso stupido a labbra serrate.

<<Non sono poi così sicura che tu possa trovare un fidanzato, effettivamente, chi se la prende 'sta bambolina inquietante? Mammamia!>

La donna prende un pezzo di provola e lo infila nella bocca della figlia, che comincia a ridere sputando fuori la gomma lattosa e dopo pochi secondi sono abbracciate entrambe con gli occhi umidi.

Alle sette della sera è già tutto pronto, la parmigiana è in forno, spento mezz'ora prima, il pane cafone è sul tagliere, il vino con le percoche è in frigo e la mozzarella è nel piatto fondo immersa nel suo latte.

I taralli con le mandorle sono in una ciotola sul tavolo, accanto ad un cestino pieno di tarallini verdognoli al gusto di friarielli. La tavola è ricca di colori, dai piatti ai bicchieri, ai tovaglioli, è tutta una festa.

Monica scatta foto ad ogni piccola prelibatezza gastronomica, che userà per ricattare la madre nei giorni in cui vorrà che le prepari il poke; Anita è alla finestra che aspetta Fabrizio, ma soprattutto prova a nascondersi, non vuole farsi vedere mentre invia alcuni messaggi WhatsApp; la luna è quasi piena, il cane del vicino abbaia e un tuono lontano riunisce madre e figlia accanto al tavolo della cucina. Come accade ogni volta che qualcosa le spaventa, si cercano, si guardano, in un gioco di equilibri che rassicura.

Suonano alla porta.

<<Eccolo!>>

Sussurrano insieme. Procedono lentamente verso l'ingresso, Monica apre la porta, mentre Anita si sistema i capelli con la testa un po' abbassata, poi alza gli occhi e lo vede, il suo Fabrizio è lì, davanti a lei, è più bello ancora di come era apparso durante l'ultima videochiamata, ha i capelli perfettamente pettinati, lui, sorride, ma in modo stranamente timido; accanto c'è un altro ragazzo, sembra essere suo coetaneo, ha i capelli un po' più chiari e un po' più lunghi, per un attimo Anita ha come l'impressione di aver visto la mano di Fabrizio scattare via dalla mano del ragazzo, proprio mentre si apriva la porta e lei, con la testa bassa, si aggiustava i capelli, avendo lo sguardo puntato più o meno ad un metro da terra. Si abbracciano, madre e figlio, si baciano, mentre Monica libera le mani del fratello dalla valigia e da una busta del duty-free, poi Fabrizio si allontana un po' e lo dice, dice quello che Anita sta già immaginando da qualche minuto: <<Mamma, Monica, lui è Valerio.>>

Anita prende il viso di Valerio tra le mani, gli sorride e corre via in cucina.

Monica dà un bacio al fratello e segue la madre.

<<Mamma>>

Anita si gira e la fissa.

<<Lo so, lo avevo detto a Fabrizio di parlartene prima, ma lui diceva che non era necessario, che tu sei una mamma speciale, che forse già avevi capito...>>

<<Monica, tesoro mio, ti ricordi come stavamo io e te poche ore fa?>>

<<Sì, e potremo stare meglio, cosa è cambiato?>>

<<Monica, la provola dico, la provola che avevi tagliato, la vedi dove sta? Ancora nel piatto. Mentre andavamo ad aprire la porta l'ho visto, ho visto quelle fettine abbandonate, un po' ingiallite dal caldo, in quel cazzo di piatto. >>

<<Ah, questo è il motivo per cui sei corsa qui?>>

<<Che figura di merda!>>

<<Io credevo...>>

<<Che ho un figlio ricchione l'ho capito prima di lui, il fatto è che se a questo Valerio gli facciamo assaggiare la parmigiana senza provola, quello se ne viene che è meglio la paella che fa lui. E questo non deve assolutamente succedere.>>

<<E allora?>>

<<Allora diciamo che l'hai fatta tu.>>

<<Va bene Anita, va bene, comunque, la figura di merda l'hai fatta lo stesso, ed è evidente: tuo figlio ha trovato un fidanzato prima di te.>>

<<Cretina>>

E ridono.