Era il giorno del mio quattordicesimo compleanno, primo anno delle superiori, un po' di insicurezza tipica di quell'età, e tanta spensieratezza. Avevo deciso di non fare feste, ero entrata in quella scuola da appena due mesi ed avevo ancora poca confidenza con i miei nuovi compagni di classe. La mattina ero andata a scuola come sempre ed ero rientrata a casa contenta, nel pomeriggio avevo indossato un abbigliamento "comodo" da casa, i miei occhiali da miope e l'aria un po' goffa della quattordicenne in metamorfosi, aggiungo che all'epoca avevo appena cominciato a truccarmi e sulle palpebre mi restava un po' di ombretto azzurro della mattina. Verso le 19, mentre ascoltavo la radio, stesa sul mio amico letto, avevo sentito suonare il citofono, non mi ero alzata sapendo che in casa c'era tutto il resto della famiglia. Da lontano, la voce di mia madre dava indicazioni per raggiungere il nostro interno: sì, scala A, quarto piano. "Mah!" - pensavo - "saranno i consueti fiori del mio papà". Dopo poco la porta d'ingresso si apriva, un po' di confusione, come tanti bisbiglii, voci che si sovrapponevano, rumori sospetti, mi alzo per andare a curiosare, a piedi scalzi, i capelli un po' arruffati, la mise "comoda" ... e ODDIO! Mezza scuola aveva invaso il salone di casa mia! C'erano tutti i miei nuovi compagni, ed i due ragazzi più carini della scuola, che facevano riuscire tutte le feste ... Rimasi qualche secondo spaventata, avrei voluto essere in qualsiasi altro posto fuorché lì. Mentre avrei voluto morire, al centro dell'attenzione, mentre tutti urlavano "AUGURI!", io, incredula, scorgo di lato mia madre, fiera, che mi guardava contenta, soddisfatta del suo operato: era la prima VERA, RIUSCITISSIMA, FESTA A SORPRESA! Da quel giorno ho preferito feste per pochi intimi, organizzate da me (e solo da me) con svariate settimane di anticipo ... e mia madre ha acquistato il soprannome di "detective". Poco tempo dopo, le mie sorelle ed io avremmo scoperto che il detective segnava sul suo diario le date del ciclo di ciascuna di noi, per "monitorare" eventuali ritardi.
Più tardi, ho realizzato che la vita è molto più ironica di quanto si creda. Ero al primo appuntamento con il ragazzo che mi piaceva e, un po' tesa, emozionata, ero salita in autobus con lui per raggiungere i posti più romantici della città. Quel ragazzo mi piaceva per vari motivi, ma soprattutto perché mi faceva ridere, e proprio mentre ridevo, incontenibile, indomabile e quantomai inopportuno, dalla mia gentile figura di ragazzina, si sprigiona un perfetto verso del porco! Più avrei voluto fermarlo, più si ripresentava. Che rovina!
Altro insegnamento, che subito trasmetterò alle mie figlie, è quello ricevuto in un'allegra mattina di primavera, in gita con gli amici. Oramai più che ventenne, ero andata a fare una gita fuori porta con gli amici e, durante una corsa in un bosco, sono caduta, sbucciandomi il ginocchio, ma soprattutto, rompendomi in malo modo il jeans! Il dramma non fu disinfettare il ginocchio, e neanche perdere quel capo di abbigliamento che tanto amavo, la tragedia fu mostrare a tutti i presenti i peli cresciuti sulla mia gamba non depilata! Donne, ricordate di non lasciare mai un pelo sulle vostre gambe, anche in inverno ...
Sono piccoli "particolari" che ricordo con grande simpatia, perché alla fine la festa dei miei quattordici anni fu molto bella ed io, dopo il primo crudele impatto, riuscii anche a divertirmi ed a sfoggiare i miei più bei sorrisi; il ragazzo con cui ridevo è rimasto innamorato di me per lungo tempo dopo quel primo appuntamento, ed i peli sulle gambe i miei amici manco se li ricordano ... del resto sono sempre una (ex) bionda :)
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo contributo