lunedì 25 aprile 2016

200. LIBERTÀ? NO, GRAZIE

"L’uomo è nato libero e dappertutto è in catene. Persino chi si crede il padrone degli altri non è meno schiavo di costoro. Come si è prodotto questo mutamento? Lo ignoro. Che cosa lo può rendere legittimo? Credo di poter rispondere a questa domanda.
Se considerassi soltanto la forza, e l’effetto che ne deriva, direi: fino a che un popolo è costretto ad obbedire e obbedisce, fa bene; non appena può scuotere il giogo e lo scuote, fa ancor meglio; poiché, riacquistando la propria libertà in base al medesimo diritto in base al quale gli è stata tolta, o è legittimato a riprendersela ovvero non si era legittimati a togliergliela. Ma l’ordine sociale è un diritto sacro, che serve di fondamento a tutti gli altri. Tuttavia questo diritto non viene dalla natura; esso è dunque fondato su convenzioni. Si tratta di sapere quali siano queste convenzioni ..." da Il contratto sociale J.J. Rousseau


Quindi, semplificando, la necessità di un ordine sociale può legittimare la privazione della libertà.
Spesso, però, è difficile stabilire il confine oltre il quale è legittimo limitare la libertà. D'accordo, le convivenza di milioni di persone su questa terra ha pur bisogno di regole, ma fino a che punto? E soprattutto, chi deve stabilirle?
Non ne parlerò qui, perché lo hanno fatto e continueranno a farlo menti più illustri ed autorevoli, ma mi sembrava giusto ricordare oggi quanto sia abusata la parola "libertà", impropriamente. 
Essere liberi è faticoso, presuppone sincerità, coraggio, partecipazione.
Avere un padrone è meno impegnativo, si può essere guidati, essere meri esecutori, fingendo stima e rispetto per la guida, convincendosi che sia giusto così, o accennando qualche critica, qualche contestazione, fallire l'impresa e restare completamente frustrati.
Del resto, per chi non ha le caratteristiche sopra elencate di trasparenza, di vera democrazia: sincerità, coraggio, partecipazione, la liberazione non è altro che un cambio di padrone. Un passaggio di consegne dal vecchio al nuovo, dal più brutto al più bello, dal più povero al più ricco. La gabbia d'oro, però, resta pur sempre una gabbia.




2 commenti:

  1. Triste, ma vero. Ancora una volta condivido in pieno il tuo pensiero

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  2. La libertà , l’argomento più difficile che si possa affrontare e che per la moltitudine di interpretazioni personali che ha dà luogo a tutto ciò che vediamo accadere nel mondo, dai nostri rapporti intimi alla casa ..all’ ISIS. Cosa è ? alla sua massima estremizzazione penso sia “tutto ciò che mi passa per la testa di voler fare e che poi faccio” . Questa definizione “ massima “ penso che non si possa applicare praticamente da nessuna parte nell’universo ; infatti basti pensare ad esempio che se la mia testa mi dice che debbo vivere “ libero “ in una foresta e voglio applicare la definizione “ massima “ , non è possibile farlo, perché mi debbo proteggere dagli eventi ostili che possono verificarsi in qualsiasi momento siano essi eventi meteo o animali pericolosi o altri viventi che possono danneggiarmi e quindi questo limiterà necessariamente la mia libertà " massima" ideale. Se poi ci trasferiamo al vivere abituale… io, te , le convivenze, stare civilmente insieme agli altri, allora appare chiaro che le restrizioni al concetto massimo di libertà possono essere anche “ pesanti “ per raggiungere un equilibrio pacifico e stabile . Per cui per ogni posto, per ogni ambiente costituito esiste una “ libertà locale “ che è quella che fa meglio funzionare tutto l’insieme: sia esso un eremità + l'ambiente, una coppia , un condominio, una discoteca, un parco ,una città, una nazione, il mondo, e così via. Amo sempre ricordare la frase “La mia libertà finisce quando inizia quella dell'altro “ che pochi applicano e che apre una miriade di possibili comportamenti ed azioni che ognuno dovrebbe adottare per realizzarla. In tutto questo cosa possa centrare l'argomento attuale: la politica ? Centra perché la politica, l’uomo politico che noi tutti, quando non ci conviene, vorremmo far apparire come un’entità distante da noi e dal singolo cittadino, invece è una nostra creazione….siamo noi che creiamo l’uomo politico e la politica e siamo stesso noi, paradossalmente che ce ne lamentiamo ; allo stesso modo funziona la libertà. Spesso la invochiamo, ci filosofeggiamo sopra e poi dimentichiamo o facciamo finta di non vedere che nello stesso istante la stiamo calpestando perché in quel momento essa apparteneva anche a qualcun altro che abbiamo egoisticamente ignorato per la nostra libertà.
    la libertà è probabilmente uno degli esami più pesanti che bisogna affrontare e per poterlo affrontare e risolvere bene bisogna avere un buon livello di sensibilità, compassione e amore verso gli altri.. Quando lo applichi invece in modo egoistico non funziona e chi lo applica con i giusti requisiti corre il rischio di offrire la guancia e ricevere un calcio. Il solito risultato che si ottiene quando si ha a che fare con il genere umano e non solo...forse come dico spesso è il marchio che la vita ci ha impresso per il fine dell'evoluzione ( un po sadico ! o no? ) che è poi il fine di chi ? mah !

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