Guardò la foto sul comodino e le disse: <<Come eri
bella qua!>>
<<Non era più di quattro anni fa>>
<<Eri molto bella, sei molto bella>>
<<No, lì lo ero di più. Sai, non è questione di età,
di lineamenti, di chili, è questione di amore. E’ sempre una questione di
amore: lì ero felice!>>
<<Vorresti dire che adesso, qui, con me, non sei
felice?>>
<<Non quanto vorrei, non quanto avrei voluto. E ti
giuro che avrei voluto che mi bastassi tu, che mi bastasse che tu fossi qui, ma
non è così.>>
<<Ah!>>
<<Non rattristarti, non è il caso.>>
<<E pensare che ero io il più forte, ero io che temevo
ti saresti legata troppo a me, e adesso …>>
<<Adesso? Vorresti mica dirmi che mi ami? Nooo, ti
prego non farlo.>>
<<Che fai, ridi di me?>>
<<Assolutamente no.>>
<<E allora credimi, fidati di me adesso, e mai più. Io
ti ho amata da sempre, ti ho voluta dal primo momento che il mio sguardo ha
incrociato il tuo, e non ridere se ripeto frasi fatte o sembro il solito scemo
innamorato di te. Tu sei più avanti di me. Io non so parlare come te, non so
dirlo diversamente. Io ti ho sempre amata, anche se non lo sapevo, la mia mente
non lo sapeva, non approvava, ma il mio corpo non ha chiesto il permesso, il
mio corpo non ha ascoltato la ragione e, impavido ed incosciente, ti ha sempre
voluta.>>
<<Perché lo dici solo adesso? Perché me lo dici in
questo momento? Sbagli sempre tutti i tempi, tu. Non era adesso che dovevi amarmi,
non era adesso che dovevi capirlo. No.>>
<<Perché?>>
<<Perché? Hai il coraggio di chiedermelo?>>
<<Sì. Perché?>>
<<Perché adesso non ti amo io.>>
<<Tutto qui? Non ci credo.>>
<<Libero di farlo, io nooon ti A M O. E dio sa quanto
avrei voluto amarti, ma non è così. E adesso rivestiti e vai via, vai lontano
da me. Non mi cercare, ci faremmo solo altro male>>
<<Adesso sei tu che usi frasi fatte. Sì, me ne vado, stavolta
rispetto i tuoi tempi, voglio vedere quanto resisti senza di me.>>
<<Forse non resisterò neanche un giorno, forse già tra
un’ora mi mancherai, ma poi passerà. >>
E mentre richiudeva la porta alle spalle, continuò, senza
che nessuno potesse più sentirla, sussurrò:
<<Tu mi dimenticherai in fretta, troverai una donna
migliore di me, più bella, più giovane, metterai su famiglia e sarai felice. Io
starò bene, tranquillo. Vai sbrigati, allontanati da questa casa e vai incontro
alla vita, vai a percorrere le strade che io già conosco, a calpestare le
foglie che ho visto cadere, a bagnarti le scarpe ed i jeans nelle pozzanghere
dei viali poco illuminati, vai ad ascoltare la musica che ho amato, a ballare a
ridere ed a commuoverti per una nuova vita che le tue braccia solleveranno
fiere. Io fingerò di non amarti, mi convincerò che sia così, sì, ci
riuscirò.>>
Si sedette sul pavimento, avvicinò le ginocchia al petto,
appoggiò la schiena contro la porta e alzò la testa al soffitto. Tenne gli occhi
chiusi per un po’, forse si addormentò, anzi, lo fece di sicuro. Quando si alzò
per raggiungere il suo comodo letto, notò che Andrea era ancora lì, non era mai
uscito di casa, ed era bello, bellissimo. Pensò che quel dialogo che aveva
immaginato, prima o poi ci sarebbe stato, ma sperò che sarebbe stato il più poi
possibile. Si stese accanto a lui che dormiva sul fianco destro, gli baciò la
schiena, svegliandolo, lui aprì gli occhi, si voltò a guardarla e le sorrise,
poi rivolse lo sguardo al comodino e disse: <<Come eri bella qua!>>
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