Ho pensato che è un po' che non pubblico un post su questo blog, che non condivido qui le mie sensazioni, le mie riflessioni, i miei sogni. Sulla pagina di Facebook alterno poesia ad ironia, pensieri filosofici a confortante quotidianità, con leggerezza, come provo a fare nella vita vera. Ah, la vita vera!
Anche Facebook è parte della vita vera, con un linguaggio apparentemente ingannevole, ma in realtà più semplice e decifrabile di altri.
Su Facebook c'è tutto: l'ostentazione, la paura, la rabbia, l'allegria, l'invidia, l'ironia, la solidarietà, la contestazione e le lusinghe, un mare di lusinghe, Facebook è il trionfo della lusinga, è territorio ideale per gli sciacalli dei sentimenti. Del resto l'opportunista lo sa bene che per ottenere il favore di qualcuno deve innanzitutto appagarne il narcisismo.
Quindi qui, sul mio blog, dove ho deciso di non inserire il tasto "mi piace", oggi ho deciso di parlare della banale, volgare ed inevitabile routine quotidiana, senza pretese.
Quante brutte parole! Banale, volgare, routine, tutte brutte parole, tutti termini che si associano con disprezzo ai prevedibili gesti quotidiani.
Oggi racconto il lato bistrattato della vita vera, quello che non lascia spazio alle elucubrazioni, ai racconti nel cassetto, quello dei veri eroi.
I giorni si assomigliano, ma ogni inizio è carico di aspettative. La mattina a casa mia si urla tanto, è una guerra assonnata tra una madre e le sue figlie, tra dolci colazioni e zaini da riempire, vestiti da abbinare e merende da preparare. Gli spostamenti in auto sono poi sempre vere e proprie prove di abilità, una sorta di mini Camel Trophy, ci si muove tra piloti arrabbiati e volti preoccupati, ansie da impiegato che deve timbrare il cartellino, professionisti che devono rispettare appuntamenti, genitori che accompagnano figli a scuola, e pacata rassegnazione di chi accoglie tutto come un soldato. Il lavoro è un insieme di azioni metodiche e rari guizzi di genio, a volte realizzabili, altre no. In ufficio abbiamo dei gruppi d'acquisto favolosi, ci migliorano la vita, ottimizziamo i tempi, così da non 'sprecare' troppe ore nella spesa. Adoro le mie colleghe che mentre controllanno la correttezza di una fattura, chiamano il pediatra, leggono le comunicazioni scuola famiglia, inconsapevoli manager, operaie professionali. E alla fine ci sentiamo anche in colpa se quando torniamo a casa stanche, cariche di buste della spesa e di ansie, ai figli che ci chiedono di ripetere le equazioni di secondo grado e la prima guerra mondiale, non rivolgiamo un sorriso.
Il mio eroe è il mio compagno, che lavora per fare stare bene le persone che ama, ed anche quelle che non ama. Che ha sempre un'attenzione per tutti, che rispetta tutti. E lo fa mentre prende la metro, mentre è sul luogo di lavoro, mentre cucina, mentre fa la spesa, mentre legge un giornale, fuma, cammina per strada e pure mentre lava e stira le sue camicie.
È un poeta, e non perché sa esprimere in versi i sentimenti, ma perché poetico è il suo modo di vivere, con la testa, le mani, le gambe, la pancia, ed anche con le parole, ma soprattutto con verità.
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