Se c’è un atteggiamento che non è mai facile, non è mai scontato anche per una comunità cristiana, è proprio quello di sapersi amare, di volersi bene sull’esempio del Signore e con la sua grazia. A volte i contrasti, l’orgoglio, le invidie, le divisioni lasciano il segno anche sul volto bello della Chiesa. Una comunità di cristiani dovrebbe vivere nella carità di Cristo, e invece è proprio lì che il maligno “ci mette lo zampino” e noi a volte ci lasciamo ingannare. E chi ne fa le spese sono le persone spiritualmente più deboli. Quante di loro - e voi ne conoscete alcune -, quante di loro si sono allontanate perché non si sono sentite accolte, non si sono sentite capite, non si sono sentite amate. Quante persone si sono allontanate, per esempio da qualche parrocchia o comunità per l’ambiente di chiacchiericcio, di gelosie, di invidie che hanno trovato lì. Anche per un cristiano saper amare non è mai un dato acquisito una volta per tutte; ogni giorno si deve ricominciare, ci si deve esercitare perché il nostro amore verso i fratelli e le sorelle che incontriamo diventi maturo e purificato da quei limiti o peccati che lo rendono parziale, egoistico, sterile e infedele. Ogni giorno si deve imparare l’arte di amare. Sentite questo: ogni giorno si deve imparare l’arte di amare, ogni giorno si deve seguire con pazienza la scuola di Cristo, ogni giorno si deve perdonare e guardare Gesù, e questo, con l’aiuto di questo ”Avvocato”, di questo Consolatore che Gesù ci ha inviato che è lo Spirito Santo.
(Papa Francesco – Regina Coeli – 21 maggio 2017)
Ieri mattina sono entrata nella chiesa vicino casa, non c’era ancora messa, c’erano soltanto due anziane donne sedute distanti l’una dall'altra. C’era una luce bellissima, donata un po’ da un modesto sole mattutino ed un po’ dai tanto sprezzati neon. Ho preso il foglietto della messa, sapendo che non avrei partecipato alla sua celebrazione, e mi sono soffermata sulle parole di papa Francesco: sapersi amare. Ho sempre creduto in Dio, ma sono sempre stata critica nei confronti della Chiesa e non vado quasi mai a messa. Eppure, quando entro in una chiesa mi sento bene. E mi viene naturale pregare. Invoco Dio ogni volta che mi sento inadeguata, ogni volta che credo di non avere gli strumenti necessari per affrontare un dolore. Sono una combattente, non lascio correre, non resto inerte di fronte ad un comportamento che giudico offensivo per me o per altri, no, proprio non riesco a tacere, ma sono sempre stata convinta che vince chi porge l'altra guancia. "Ogni giorno si deve imparare l'arte di amare", dice Francesco, perché le invidie, le gelosie ostacolano questo apprendimento. Ecco per me cosa è Dio, è la forza di accogliere gli altri sempre, quando ci sorridono e quando ci urlano contro, che poi spesso è un altro modo di amare. Dio è amore.
Dio è nella generosità, nell'altruismo, nel rispetto, nella comprensione, nell'accettazione degli eventi, anche i più tragici. Nel riuscire a restare se stessi, a non farsi contagiare dalla rabbia, dalla miseria umana. E questa forza, il coraggio di chi riesce ad amare, nonostante tutto, questa accoglienza è così disarmante!
Non avrei mai pensato di scrivere un post di questa natura, ma è successo, forse perché con gli anni si maturano tante consapevolezze, si ridimensionano tanti miti, si realizza che alla fine vince chi perde.
(Papa Francesco – Regina Coeli – 21 maggio 2017)
Ieri mattina sono entrata nella chiesa vicino casa, non c’era ancora messa, c’erano soltanto due anziane donne sedute distanti l’una dall'altra. C’era una luce bellissima, donata un po’ da un modesto sole mattutino ed un po’ dai tanto sprezzati neon. Ho preso il foglietto della messa, sapendo che non avrei partecipato alla sua celebrazione, e mi sono soffermata sulle parole di papa Francesco: sapersi amare. Ho sempre creduto in Dio, ma sono sempre stata critica nei confronti della Chiesa e non vado quasi mai a messa. Eppure, quando entro in una chiesa mi sento bene. E mi viene naturale pregare. Invoco Dio ogni volta che mi sento inadeguata, ogni volta che credo di non avere gli strumenti necessari per affrontare un dolore. Sono una combattente, non lascio correre, non resto inerte di fronte ad un comportamento che giudico offensivo per me o per altri, no, proprio non riesco a tacere, ma sono sempre stata convinta che vince chi porge l'altra guancia. "Ogni giorno si deve imparare l'arte di amare", dice Francesco, perché le invidie, le gelosie ostacolano questo apprendimento. Ecco per me cosa è Dio, è la forza di accogliere gli altri sempre, quando ci sorridono e quando ci urlano contro, che poi spesso è un altro modo di amare. Dio è amore.
Dio è nella generosità, nell'altruismo, nel rispetto, nella comprensione, nell'accettazione degli eventi, anche i più tragici. Nel riuscire a restare se stessi, a non farsi contagiare dalla rabbia, dalla miseria umana. E questa forza, il coraggio di chi riesce ad amare, nonostante tutto, questa accoglienza è così disarmante!
Non avrei mai pensato di scrivere un post di questa natura, ma è successo, forse perché con gli anni si maturano tante consapevolezze, si ridimensionano tanti miti, si realizza che alla fine vince chi perde.