martedì 30 luglio 2013

45. TUTTO IL RESTO E' NOIA

In un noioso pomeriggio di luglio, ho pensato sarebbe stato opportuno scrivere un noiosisimo post. La noia, questo senso di insoddisfazione che ogni tanto mi prende, come se mi trovassi nel tempo e nel posto sbagliato. Cosa ci faccio qui, tra queste persone, in questo posto? Vi è mai capitato di trovarvi in luoghi non adatti a voi, tra gente che non suscitava in voi alcun interesse? A me sì, e vi assicuro che la sensazione è spiacevolissima! Mi annoiano le persone che non hanno mai un'idea, che ripetono sempre le stesse cose, che recitano sempre lo stesso copione. Mi annoiano le persone false perché omologate, perché prive di personalità. Mi annoiano le persone che vivono della vita altrui, che non hanno una vita propria. Questi soggetti tendono a chiudersi in un gruppo ed a frequentare sempre lo stesso branco dal quale si sentono protetti. Insieme si coalizzano nella critica verso soggetti esterni che si avvicinano al branco e ne potrebbero alterare gli equilibri. Accogliere altri soggetti nel branco, o provare ad allontanarsene, li destabilizzerebbe, avrebbero difficoltà a rientrare in un nuovo personaggio, ad imparare un nuovo copione, men che mai ad essere se stessi, perché forse hanno dimenticato come si fa ad essere se stessi. Quanti di questi soggetti conoscete? Io una marea ... Ho visto gente reputarsi amica di altra gente solo perché accomunata da sentimenti di invidia e gelosia verso altri soggetti. Ho visto gente sposarsi perché l'età ed i tempi lo prevedevano, non importa chi fosse al loro fianco in quel momento: chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. Ho visto donne desiderare dei figli perché rientrava nel percorso di vita "normale" di una donna, senza considerare chi sarebbe stato il padre di questi figli, cosa avrebbero potuto offrire a questi figli. Lo so che è difficile da comprendere la mia opinione, ma credo che fare un figlio sia uno dei gesti di maggiore egoismo che un uomo possa compiere. Lo si fa per soddisfare il proprio desiderio di immortalità, per avere qualcuno da amare che ricambi incondizionatamente il proprio amore. E' quasi lo stesso egoismo che ci spinge ad amare alcune persone, ma questa è un'altra storia. Allora succede che arrivi ad un certo punto della tua vita in cui quello che dovevi fare lo hai fatto: ti sei procurato bene o male un lavoro, ti sei sposato, hai fatto dei figli ... ed ora? Qual è l'obiettivo più vicino? Cosa posso pormi come meta per dare un senso alla mia vita? Innanzitutto, uscite dal branco! Frequentate persone diverse, vestite dei nuovi panni, ponetevi in discussione e pensate cosa davvero vi manca. Cosa potrebbe farvi stare bene. E non guardate gli altri, osservate voi stessi, vogliate bene alla persona che siete realmente. A me manca la possibilità di combattere per un ideale, per il futuro delle mie bambine! Mi manca la condivisione di un obiettivo comune, vedo attorno a me troppe persone distratte da desideri effimeri, troppo impegnate ad osservare e inciuciare sui comportamenti altrui. Anche io amo ascoltare musica, bere del vino in compagnia e dire cazzate su alcuni soggetti che mi passano davanti, ma dopo un po' non mi diverto più, non si può mica passare la vita senza alcuna prospettiva, senza porsi alcuna meta? Il segreto è sempre quello, il segreto è innamorarsi. Sì la soluzione è rinnovarsi nell'amore, l'amore per l'arte, per un lavoro, ma soprattutto per noi stessi. Se ci amiamo e proviamo ad ampliare i nostri orizzonti, se ci informiamo di più, se cerchiamo di comprendere dove e con chi vorremmo stare, se proviamo a dare, senza chiedere niente in cambio, forse riusciremmo a non annoiarci mai. Poniamoci sempre degli obiettivi, lavoriamo per costruire il nostro futuro e quello dei nostri figli. E poi, ogni tanto, concediamoci il gusto di annoiarci ...

martedì 23 luglio 2013

44. E SIAMO NOI CHE ABBIAMO INTORNO AI 40

Negli ultimi tempi, anche grazie alla mia nuova attività di blogger, trascorro molto tempo sul web e vedo e leggo sempre maggiore disorientamento, soprattutto tra i miei coetanei, quelli nati tra il '65 ed il '75. Siamo una generazione orfana di ideologie, di progetti per il futuro, condividiamo milioni di parole al giorno, musica, stati d'animo, ma non condividiamo valori, idee e programmi per il futuro. Siamo figli di democristiani, qualcuno tendente al socialismo, siamo nati nell'agiatezza di un bel Paese in fiore, in ripresa, dopo un lungo dopoguerra. Siamo nati in un periodo di ottimismo, di grandi speranze di aspettative disattese. A poco a poco, ci hanno tolto tutto ... ci hanno tolto il lavoro, ci hanno tolto la fiducia nelle istituzioni, la speranza per il futuro! Ci hanno stordito con un'informazione - non informazione, ci hanno distratto con una televisione volgare e demenziale, ci hanno convinto che in fondo la vita è nelle quattro mura di casa. Non abbiamo rispetto della cosa pubblica, non riusciamo a convivere sereni neanche all'interno di un condominio, figurarsi in un'intera nazione ... Cosa ci è successo? Siamo sempre stati un popolo di provinciali: l'Italia è fatta soprattutto di piccoli centri ed all'interno delle grandi città si fa molta vita di quartiere. Ma questo aspetto prima arricchiva la nostra cultura di tradizioni, di lingue ed espressioni diverse, era un motivo di scambio e quindi di crescita. Adesso, queste stesse caratteristiche ci hanno reso gretti e meschini, restii agli spostamenti, al confronto, alla reale condivisione. Adesso questo verbo tanto inflazionato, si usa sui social network per diffondere musica ed inutili aforismi che non hanno proprio niente di nuovo da dirci. Abbiamo menti talmente atrofizzate, non più educate al ragionamento, al l'elaborazione delle informazioni che riceviamo ... Non abbiamo più rispetto per niente e per nessuno, sappiamo cliccare su 'mi piace' ma non sappiamo più dire ad una persona 'grazie', o 'scusa'. Consumiamo tutto molto velocemente, tanto da non avere più il tempo di amare davvero, di soffrire davvero, tanto è tutto attenuato, mitigato da una falsa condivisione che ci rende egoisti e distratti. Inoltre, in particolar modo per la mia generazione, in questa fase della vita si aggiunge un senso di noia, in assenza di grandi obiettivi da raggiungere: bene o male ci siamo sposati, abbiamo avuto dei figli, abbiamo trovato in lavoro, insomma, la gran parte di noi vive senza prospettive, senza un fine immediato da realizzare. Allora ci sentiamo insoddisfatti, ci rifugiamo in una realtà virtuale parallela, qualcosa che ci fornisca in po' di adrenalina per affrontare la nostra vita spesso monotona e rituale. Ci mancano gli ideali, la voglia di aggregarsi per combattere le ingiustizie sociali, per ottenere semplicemente il rispetto della nostra dignità. Non siamo scesi in piazza dopo le ultime elezioni, quando hanno ignorato la volontà del 25% degli Italiani; quando il Presidente della Repubblica ha acconsentito alla nascita di un governo assurdo, composto da due schieramenti ufficialmente opposti; non siamo scesi in piazza per cacciare Alfano dal governo dopo l'ultima figura di merda mondiale: avere mandato nelle mani del loro persecutore una donna e sua figlia senza garantire loro un minimo di protezione. Avremmo dovuto scendere in piazza per cacciare dal Parlamento un essere come Calderoli, ignorante ed ottuso. Non muoviamo più un dito per nulla, non ci indigniamo più per nulla: ci danno da mangiare cibi avvelenati, ci rubano i nostri risparmi, ci hanno tolto il futuro ... Cosa stiamo aspettando? Una generazione di qualunquisti, senza coraggio ... Aspettiamo che un sindacato ci aiuti a scendere in piazza, quando poi i sindacati stessi sono complici dei nostri governanti ladri e bugiardi. Se ancora proviamo un'emozione nel guardare i nostri figli, se ancora riusciamo ad avvertire un brivido nei momenti di grande aggregazione, che sia in un'assemblea di lavoratori, ad un concerto, o anche allo stadio ... Se ancora pensiamo che assieme si possa fare qualcosa ... Allora proviamo ad unirci, a scendere in piazza, ad imporre la volontà della maggioranza dei cittadini italiani. Uniamoci per dimostrare che possono toglierci tutto, ma non l'amore per noi stessi, per i nostri figli! Solo l'amore ci può salvare. Non cerchiamo adrenalina in un  surrogato d'amore, relazioni illecite o piccole trasgressioni, incanaliamo tutta l'energoa dei nostri sentimenti in un'azione comune che sia di rivolta, di disperata difesa dell'amore proprio. Ci hanno tolto tutto, ma abbiamo ancora un cuore che batte e facciamolo sentire!

martedì 16 luglio 2013

43. SEX & TEARS

Ieri è venuta a trovarmi la mia amica Maria, mi aveva chiamato nel pomeriggio anticipandomi che sarebbe passata da me, entrambe saremmo state sole, libere dalla famiglia, avremmo potuto chiacchierare con tranquillità, dicendoci tutto, con grande sincerità. Quando Maria chiama è sempre per raccontarmi qualcosa di nuovo che le sta capitando, qualche evento straordinario della sua vita molto ordinaria. E' entrata in casa con un viso stanco, con un'espressione di sofferenza e due lacrimoni che le scorrevano sulle guance, ci siamo guardate e ci siamo strette in un forte abbraccio. E' una bella donna Maria, grandi occhi scuri che contrastano con i lunghi capelli castani schiariti da qualche riflesso dorato, sguardo sincero e fiero, labbra ben disegnate ed un sorriso meraviglioso. Guardandola arrivare, così, con l'atteggiamento di chi è stato appena picchiato dalla vita, ho avuto un dolore allo stomaco ed ho cominciato ad intuire il motivo di quella condizione. Voglio molto bene a Maria, ci conosciamo da poco più di vent'anni, anni durante i quali ci siamo sposate, abbiamo avuto dei figli, insomma, anni in cui abbiamo realizzato le nostre massime aspirazioni, quelle di diventare mogli e madri. Se Maria soffre, soffro anch'io, e lo stesso si può dire di lei quando a star male sono io. Già dalla telefonata avevo capito, già dal suo tono. Un paio di settimane fa mi aveva chiamata per raccontarmi di Simone, un ragazzo che aveva conosciuto una sera ad una festa a casa di amici. Simone era con la moglie e le sue due bambine e Maria con il marito ed il suo piccolo Daniele. Simone era stato da subito molto carino con lei, si era mostrato simpatico e particolarmente interessato alla sua persona. Maria l'aveva osservato durante tutta la festa ed era giunta alla conclusione che fosse un tipo abituato a fare il galante un po' con tutte, un tipo a cui piaceva lusingare le donne e quindi non ne era per niente attratta. Il fatto poi che non fosse neanche bello, costituiva un'aggravante: mai le sarebbe potuto piacere un tipo così. Per questo, quando lui le aveva chiesto il numero di telefono, senza che la moglie se ne accorgesse, gliel'aveva dato senza alcun timore, tanto tra lei e quell'uomo, non sarebbe mai potuto succedere niente. Ma la vita talvolta è beffarda, ti riserva strane sorprese. Maria mi aveva raccontato che i complimenti che le faceva Simone non la lasciavano del tutto indifferente, che le piaceva quando lui le diceva che era bellissima, che era sensualissima, quei superlativi proprio la facevano sentire bene. Come tutte le donne, stava iniziando a cedere alla banalissima corte di un donnaiolo. Al telefono già l'avevo avvertita, le avevo detto che quelli come lui non c'entravano niente con lei. Lei che è piena di ideali, di passione, che non fa niente senza metterci il cuore. Gliel'avevo detto che con quel Simone si sarebbe scottata. Adesso, a distanza di due settimane, veniva da me, in lacrime, un sospetto ce l'avevo. "Avanti su, forza, confessa, c'entra Simone, vero?" Maria mi ha guardato, ha intensificato il pianto ed ha fatto di sì con la testa. Lo sapevo, lo sapevo ... NO, non doveva succedere. Ma perché noi esseri umani non seguiamo mai i consigli degli amici? Perché? Forse perché ci sono momenti in cui ti senti forte, pensi di essere in grado di gestire qualsiasi situazione, che sai tener testa a tutti, che il gioco vale la candela. Maria ed io ci siamo sedute in cucina, le ho versato un po' di vino bianco che era in frigo, già aperto, me ne sono versata un bicchiere anche io ed ho messo il contenuto di una bustina di noccioline in un piattino. Ci siamo guardate e lei mi ha sorriso, per un attimo ha smesso di piangere, ha detto che era la solita cretina, che si era innamorata di uno che sin dall'inizio si capiva che non le avrebbe potuto dare niente di buono.  Poi ha ripreso a piangere e mi ha raccontato che si erano visti pochi giorni prima e che avevano fatto l'amore. La notizia, prevedibile, mi ha causato un crampo allo stomaco. Perché l'aveva fatto? Continuando il racconto si è definita, in maniera autoironica "un'adolescente tardona". In pratica, un paio di giorni dopo aver fatto l'amore lui se n'era uscito con la solita frase da coglione: "non possiamo e non dobbiamo più vederci, io non posso frequentarti, tu rischi di sconvolgere la mia vita, mi prendi molto, non posso rischiare di rovinare il mio matrimonio." Maria aveva provato a dissuaderlo, ma non c'era riuscita. Mentre mi diceva dei messaggi che gli aveva scritto, implorandolo di continuare a frequentarsi, a vedersi, è scoppiata in una grande risata. "Ma chi cavolo lo vuole uno come quello?" "A pensarci bene a me non mi piace proprio! Non mi piace fisicamente, non mi piace caratterialmente, non abbiamo le stesse idee ... ma chi cazzo gliel'ha detto che ci saremmo innamorati?" E poi, dopo aver buttato giù tutto il bicchiere di vino, ha detto: "Ma perché ha dovuto dirmi quello che mi ha detto? Ma cosa credeva che avrei lasciato mio marito per Lui? Perché gli uomini non iniziano a pensare che esistono davvero le belle senz'anima ... perché Simone ha parlato prima del tempo? Prima che fossi io a stancarmi di lui, a realizzare che io con lui non avevo niente in comune, niente da condividere, niente!" "Ha recitato il suo copione, come avrà fatto altre decine di volte, senza pensare chi c'aveva davanti" Ecco, come sempre Maria è riuscita a ritrovare il suo bellissimo sorriso ... siamo scoppiate entrambe a ridere perché immaginavamo lei come una mangiatrice di uomini, lei che non aveva mai tradito il marito prima di allora. Ha cominciato a dire: "ma perché non sono come quelle di Sex & City? Perché non riesco ad essere sicura di me? Non avevo mica bisogno di un Simone qualsiasi che mi dicesse che sono bellissima e sensualissima? Che cosa ho fatto? Ho dato il mio corpo ad un cretino che mi ha sedotta anche con un copione prevedibile ..." Le ho detto che le cose si sarebbero aggiustate facilmente, sarebbe stato facile cancellarlo dalla sua vita. del resto, di uomini come Simone se ne trovano tanti: collezionano donne come fanno i bambini con i giocattoli, finita la curiosità, l'interesse per la novità, mettono via il giocattolo e lo rimpiazzano con uno nuovo, stando attenti, però, a non interrompere bruscamente il rapporto perché non si può mai sapere, un domani potrebbe tornare utile il vecchio giocattolo ... Era successo questo a Maria, quello che accade a molte donne, voleva qualche complimento, voleva sentirsi desiderata ed ha ceduto alle lusinghe di un uomo esperto che di Maria ne ha già incontrate tante. Prima di lasciarci ci siamo abbracciate forte, poi ci siamo guardate ed abbiamo esclamato: evviva le donne, evviva il buon vino!

giovedì 11 luglio 2013

42. NON SONO SOLO CANZONETTE

La musica, non potrei farne a meno, io vivo con la musica, vivo di musica.
Da piccola ascoltavo la musica che ascoltavano i miei: mia madre amava, come tutte le donne, Julio Iglesias, come darle torto, era proprio un bell'uomo! Le piacevano anche Tenco e Sergio Endrigo. Romantica, ma non disdegnava anche la musica di Gaber. A mio padre piaceva Celentano, a casa avevamo anche il 33 giri con "Il ragazzo della via Gluck", e poi Don Backy ed i nomi più in voga della musica italiana in quegli anni (60/70). Io però, nata con la passione per il canto, mi fissai con una cassetta che avevo trovato in casa sulla quale c'erano "Piange il telefono" di Domenico Modugno, un'altra tristissima di Mal (quello di Furia cavallo del West) di cui non ricordo neanche il nome, ed una canzone di Mino Reitano, "Avevo un cuore che ti amava tanto". ecco, trascorrevo le ore pomeridiane a cantare accanto al registratore e da lì nacque un'insana, inspiegabile passione per Mino Reitano! Sì, confesso, mi faceva impazzire! Quasi quasi quando lo vedevo in TV andavo a baciare il televisore ... Quando mi ripresi, intorno agli 11 anni, divenni una fan sfegatata di Claudio Baglioni e me ne innamorai ... Ascoltavo le sue canzoni notte e giorno, studiavo la sua biografia. Non avevo ancora 12 anni quando partecipai al primo concerto della mia vita. Non lo potrò mai dimenticare: Agosto 1982 a Sabaudia, insieme a tutta la famiglia, vidi Claudio Baglioni cantare dal vivo. all'epoca aveva ancora i capelli lunghi, molta più voce e non si era ancora sottoposto ad interventi di chirurgia estetica, ma a me piaceva da morire. La sera sognavo di conoscerlo e pensavo al sistema da escogitare: fondo un fan club e lo invito ad una serata per celebrare i mille iscritti; oppure, vado al concerto e aspetto che torni in camerino. Insomma, imparavo le sue canzoni a memoria e le cantavo con trasporto. Arrivarono le prime delusioni sentimentali ed io mi rifugiavo nella musica di Claudio : "Ragazza di campagna", "Questo piccolo grande amore" e poi mi immedesimavo molto nella protagonista di "Giorni di neve". Piangevo e cantavo, era come se lui mi stesse vicino, mi tenesse la mano. Crescendo ho cominciato ad apprezzare anche gli altri cantautori italiani: Dalla, De Gregori, Venditti mi era un po' antipatico, ma "Compagno di scuola" e "Modena" sono due pezzi che adoro. De André ho imparato ad apprezzarlo con gli anni. Verso i sedici anni cominciai ad ascoltare la musica dei Beatles e mi presi una cotta per Billy Idol: avevo sedici anni e lui cantava "... I'll do anything for my sweet sixteen ...", e poi " Eyes without a face", insomma, era bello e maledetto. Poi, mentre tutti ascoltavano i Duran Duran, io continuavo a seguire Baglioni, ma mi incantavo ad ascoltare la musica di Al Stewart, iniziai a conoscere i Dire Straits e mi appassionai alla musica sofisticata, all'impegno civile di Paul Weller e MicK Talbot, The Style Council, "You are The best Thing", "It didn't matter" che meraviglia! Il periodo di fine adolescenza vide crescere la passione per la musica britannica: Simple Minds, Eurythmics, U2. Studiavo con la radio accesa, ed ogni tanto mi fermavo a cantare. Crescendo ho imparato ad ascoltare di tutto, ma anche a riconoscere la buona musica, del resto ho studiato un pochino pianoforte, una certa educazione all'ascolto l'ho ricevuta. Adesso preferisco la musica italiana, ascolto molto poco Baglioni, ed ogni volta mi fa venire in mente me bambina, e quasi mi commuovo. Ascolto Pino Daniele, ma quello del primo periodo, quando faceva belle canzoni, con un testo mai banale ed una musica abbastanza ricercata, con un suono di chitarra meraviglioso. Ricordo ancora quando ci riunivamo a volte a cantare le canzoni di Pino, il mio amico con la chitarra, alla fine le girava sempre a bossa nova. Mi piace ascoltare Bennato, sempre prima maniera, quando cantava "Sono solo canzonette", "Un giorno credi", "Burattino senza fili" ... erano gli anni in cui cresceva il mio senso civile ed il desiderio di battaglia, di combattere per ristabilire l'equità in tutti i campi. Intorno ai vent'anni ero molto affascinata dalla figura di Mario Capanna e cominciai ad ascoltare i testi un po' più "impegnati" di De André e Guccini. Ci sono canzoni che mi fanno sentire "viva" che mi ricordano che la vita è fatta di conquiste, di lotte, parlo di "El pueblo unido jamàs serà vencido" degli Inti-Illimani, parlo de "La guerra di Piero", ma anche "Voglio di più" di Pino Daniele. Ci sono canzoni che mi fanno commuovere, come "La donna cannone", come "Luci a San Siro", "Futura" e "Chissà se lo sai" di Dalla. E canzoni che mi tirano su come  "Stairway to Heaven" di Led Zeppelin, come "Purple Rain". E poi ci sono le canzoni d'amore ... quelle che ti fanno sognare ad occhi aperti, quelle che ti fanno compagnia quando ti senti solo e che ti abbracciano nei giorni dell'abbandono, quando finisce una storia: "Una settimana un giorno" di Bennato, "La costruzione di un amore" di Ivano Fossati, "Je sto vicino a te" di Pino Daniele, "Your song" di Elton John, "Every breth you take" dei Police e, sopra tutte, "Tu si 'na cosa grande". Ecco, sono pronta, posso fare una piccola classifica delle mie canzoni preferite, anzi no, proprio classifica no, diciamo quelle che ho amato di più in questi miei primi quarant'anni (e pochissimo in più). A proposito di cantanti che ti stanno vicino e ti sembra di conoscere quando li senti cantare, ascoltate "Guarda che non sono io" di De Gregori, molto bella!
 
Le mie canzoni:
 
Voglio di più
Je sto vicino a te
Chissà se lo sai
Futura
Cara
Generale
Compagno di scuola
Mille giorni di te e di me
Un giorno credi
Una settimana un giorno
La costruzione di un amore
Tu si 'na cosa grande
Your song
Sorry seems to be the hardest word
Stairway to Heaven
Every breath you take
There must be un angel
Mio fratello è figlio unico
Le tasche piene di sassi
Ogni volta
Everybody hurts
You've got a friend
 
Ultime perché non classificabili, fuori gara:
Born to be Abramo, John Holmes ed Il concerto del primo maggio di Elio e le storie Tese
 
Sono solo alcune delle canzoni che mi hanno accompagnato nella mia vita, sicuramente ne avrò dimenticata qualcuna, magari mi aiutate voi a ricordarle ...

lunedì 8 luglio 2013

29.4. PREMIAZIONE VINCITORE DEL 1° CONCORSO DI FOTOGRAFIA PER GLI AMICI DI MAVI "RUBAMI L'ANIMA"

Questo concorso ha visto la partecipazione di 12 aspiranti fotografi con 17 belle fotografie. Purtroppo la tecnologia ha determinato una scarsa partecipazione dei lettori del blog al concorso: alcuni di voi non sono riusciti ad inserire la propria foto, altri non sono riusciti ad esprimere il proprio voto). Non importa, ho apprezzato la vostra sensibilità e devo dire che ciascuna foto ha del bello. Per questo, ho deciso di premiare tutti i partecipanti al concorso. A breve fisserò una data per un incontro durante il quale tutti i partecipanti riceveranno un piccolo regalo, come promesso. Buona settimana a tutti!

https://plus.google.com/events/gallery/chvnit9opvg24gptkl45b9dlhn4

sabato 6 luglio 2013

41. BUONASERA DOTTORE

Qualche anno fa, al funerale di un mio zio, in chiesa, era appena iniziata la funzione, quando una donna, con fare sicuro, affannando come chi ha deciso troppo tardi di partecipare a quella cerimonia, ma vuole far capire a tutti che lei ci voleva e ci doveva essere, attraversa con passo veloce la navata centrale e si precipita a dare l'ultimo struggente saluto al defunto. Nei suoi occhi la sofferenza, ma anche l'accusa, nella sua mano che accarezza il volto gelido di lui tanto amore, tanto dolore, ma anche tanta rabbia. Incuriosita, chiedo mia madre chi fosse quella donna, non bella, ma curata, poco sopra i 60. Mia madre, con le lacrime agli occhi, si guarda un po' intorno e poi mi dice che quella donna fiera e sofferente era "l'amica" di mio zio. L'amica di mio zio? Zio Raffaele, così serio, così buono, così affettuoso con zia Caterina, compagna di vita, di un destino che aveva negato loro la gioia di un figlio. Zio Raffaele aveva avuto un'amica ... cioè ... un'amante. Mi vengono mille strani pensieri, provo ad immaginarli la vigilia di Natale, farsi gli auguri nel primo pomeriggio per poi recarsi ciascuno nella propria casa, nel ruolo ufficiale, lecito. Le vacanze d'estate lontani, poche brevi telefonate rubate ... Una vita di attese, di desideri, ma anche di paure, di rinunce. Guardo zia Caterina al primo banco, la osservo mentre piange in silenzio, mentre lancia un'occhiata solidale alla sua rivale: adesso possono soffrire insieme, adesso lui non c'è più per nessuna!

martedì 2 luglio 2013

40. COSA C'E' NEL TUO ARMADIO?

Tranquilli, non svelerò gli scheletri ritrovati negli armadi di alcuni di voi, intendo parlare dell'abbigliamento, solo di quello. Quante volte avete visto per strada quei ragazzi vestiti con un completo scuro di pessima fattura, quasi di cartone, la cravatta sottile e la camicia bianca? Molti di voi hanno creduto si trattasse di professanti religiosi, ed invece erano solo degli agenti immobiliari ...
Quante volte avete visto donne con abiti succinti, tacchi alti e trucco pesante ed avete pensato che fossero di rientro da una intensa notte di lavoro?  Poi vi siete avvicinati ed avete scoperto che era solo una ragazzotta impacciata, alle prese con i primi trucchi, i primi abiti da donna. Ricordo ancora quando il primo anno delle superiori provai a truccarmi: mi ero spalmata un'enorme quantità di ombretto azzurro sugli occhi, e del rossetto rosa un po' lucido sulle labbra, l'ombretto avrebbe dovuto mettere in mostra la parte dell'occhio che generalmente è bianca, ma nel mio caso, come in alcuni bambini, è azzurra. Il risultato fu disastroso, anche se nel tragitto da casa a scuola beccai qualche  complimento dai toni coloriti, appena arrivata a scuola le mie compagne più esperte (si truccavano già da un annetto) si precipitarono a correggere il mio trucco, con fazzolettini di carta e spugnette per il trucco, mi ridussero la quantità di ombretto e rossetto ed aggiunsero un tocco da maestre: il mascara! Uau! Gli occhi sembravano più grandi e svegli ... Da quel giorno capii che il mascara era un cosmetico fondamentale, e che non mi avrebbe più abbandonato! Con gli anni ho imparato a ridurre sempre più il trucco e soprattutto a discernere i complimenti in base alla provenienza ed alle parole. Ma torniamo agli abiti negli armadi, avete mai osservato alcuni professionisti che, impeccabili, ogni mattina escono con il loro vestito sartoriale o di buona marca? Li guardi con ammirazione, con piacere, fino a quando non scopri che sotto indossano dei mocassini antiquati, con il colore consumato tipo la carrozzeria di una macchina che è strusciata vicino ad un muretto. Che tristezza! D'un tratto la sola vista ti infastidisce, ti giri di scatto e chi vedi? Un tipo alternativo, con i capelli un po' scombinati, con una maglietta un po' grande, dei jeans consumati ad hoc e al piede delle scarpe da 200 Euro! So alternativo sì, ma solo se brandizzato! Che tenerezza! Poi ci sono quei capi di abbigliamento che vengono associati ad uno status: il famoso soprabito con il collo piegato per mostrare la piccola toppa blu, le magliette con la bandierina, le borse con la P ed il quadratino, gli orologi con la coroncina, i più copiati e più rubati al mondo. Quanti uomini sembrano proteggersi il collo per la cervicale, mentre alzano il bavero della maglietta solo per mostrare la marca nascosta dietro il colletto. Insomma, a me non interessa la marca, non interessa essere identificata e classificata in base a ciò che indosso, a me interessa essere curata, sempre, ma mai omologata. Mio marito è un uomo solitamente elegante, sobrio, non osa quasi mai nel modo di vestire: indossa completi di buona fattura in settimana (è un avvocato), jeans e camicia nei fine settimana, in estate polo di marca ... insomma, mai fuori le righe. Lui vorrebbe per me uno stile analogo, ovvero, molto formale, poco personale, anche se sa che io non sono così. Ogni tanto prova a plagiarmi regalandomi orecchini di perla, magliette "da signora". ed altri accessori che dovrebbero fare di me una distinta donna borghese. Io, però, gliel'ho detto più volte a mio marito, amo gli orecchini grandi, i colori forti, gli abiti poco convenzionali ... Gliel'ho detto che non voglio omologarmi. Per fare in modo che accettasse il mio stile poco "da signora" gli ho detto semplicemente che si può essere donne eleganti anche se non si indossano gli abiti che tradizionalmente sono ritenuti tali, che l'eleganza è nel portamento, nelle espressioni, nella cura della persona, nella gradevolezza degli abbinamenti di stoffe e colori. Insomma, ci sono donne che per essere eleganti devono indossare gli abiti di Grace Kelly, e talvolta neanche basta, e ci sono donne che riescono ad essere eleganti con abiti estrosi ed accessori poco discreti, come Marta Marzotto. Ecco, io sono come Marta Marzotto. Vestite come volete, indossate ciò che vi fa sentire più a vostro agio, e non importa che sembriate Grace o Marta, l'importante è che abbiate sempre cura del vostro corpo e che sappiate distinguere le cose da indossare in base alle circostanze. Un ultimo consiglio, non dimenticate mai di indossare uno splendido sorriso!

lunedì 1 luglio 2013

29.3. CHI HA RUBATO L'ANIMA?

Da oggi 1° luglio 2013 al 7 luglio si vota per eleggere il vincitore del primo concorso di fotografia per gli amici di Mavi "Rubami l'anima". Per votare potete accedere all'evento al percorso https://plus.google.com/events/chvnit9opvg24gptkl45b9dlhn4  ed inserire il vostro voto-commento sotto la foto preferita. In bocca al lupo a tutti!
Lunedì 8 sarà proclamato il vincitore.