venerdì 30 agosto 2013

51. DICETTE 'O PAPPECE VICIN 'A NOCE: DAMME TIEMP CA TE SPERTOS

Nella vita ho sempre distinto due categorie di persone: quelle che vivono di forma e quelle che vivono di sostanza. Quelle che riescono ad ottenere ciò che vogliono in maniera subdola, adoperando modi accattivanti, e quelle dirette che dicono le cose come stanno, chiedono ciò che vogliono in maniera esplicita.  Nei rapporti superficiali, mi stanno bene entrambe le categorie, ma non riesco a diventare amica di chi sfoggia sempre sorrisi stereotipati, di chi adopera sempre un tono di voce 'dolce', di chi non si scompone, di chi pensa di essere l'unico a saper parlare a sapere cosa è 'meglio'. Gli eventi della vita mi obbligano a frequentare entrambe le categorie, purtroppo quindi devo avere a che fare con uomini subdoli, eccessivamente complimentosi, e donne gne gne gne, tutte finta ingenuità e molta malizia. Odio avere a che fare con questi soggetti inutili, prevedibili, pieni di belle parole, ma senza espressioni, tristissimi. Tutti, in ogni caso, siamo vittime di questi soggetti, dai finti sorrisi ad occhi stretti, pieni di complimenti squallidi e banali. Niente di peggio che quegli occhi stretti e inespressivi che nascondono lo scopo delle loro parole e della loro finta disponibilità. Superfluo aggiungere che a questa categoria appartengono la gran parte dei politici, Silvio Berlusconi in primis. La Chiesa pare che abbia preso spunto dai successi di quest'ultimo per scritturare Francesco, apparentemente buono e sincero ... Ti tolgono l'IMU, ma ti tolgono anche i servizi pubblici ... Indossano una croce di un metallo povero, ti tendono la mano, ti accarezzano, ma poi non abbracciano una domna che affronta un aborto. Non lo so, ma a me quelli che non si incazzano, che non urlano, che parlano come se avessero sempre davanti uno specchio, come se le uniche parole da ascoltare fossero le loro ... io non riesco a tollerarli. Con la loro tattica, i loro tempi, il loro perseverare, ottengono sempre ciò che vogliono. Li farei stare tutti assieme in una grande stanza queste 'macchine perfette', a parlarsi senza dire niente ed a guardarsi senza vedersi, fino a quando non apriaranno i loro occhietti, impazziranno e si scanneranno tra loro ...  Però alla fine la vita sarebbe una noia senza questi attorucoli ... Alla fine avranno anche il loro riscontro (riescono a metterlo a quel servizio a molti), ma poi finiranno per soffrire le conseguenze del loro comportamento ... Un mondo finto, fatto di rapporti finti, finte emozioni ...

lunedì 26 agosto 2013

50. 7 regole per affrontare al meglio la ripresa

State rientrando in città dopo le vacanze estive e proprio non ce la fate a sorridere?
Ecco i rimedi di Mavi:
 
Per gli uomini
 
1 Sedetevi su di una comoda poltrona, chiudete gli occhi e pensate che non dovrete più assistere ad alcuni spiacevoli spettacoli: culi cellulitici e ventri adiposi, pelli cadenti di donne anziane, topless che mostrano seni talmente piccoli che sembrano guardare dietro ... Ma perché a spogliarsi (nella maggior parte dei casi) sono sempre i cessi?
 
2 Non dovrete più piegarvi su voi stessi per ore sotto il sole per fare quei cazzi di castelli di sabbia o quelle assurde piste da corsa per biglie con i vostri bambini, solo per dimostrare al vicino di ombrellone di essere un bravo papà.
 
3 Non dovrete più condividere la giornata, 24 ore su 24, con vostra moglie perché avrete finalmente l'alibi del lavoro ...
 
4 Non dovrete ospitare finti amici opportunisti o suocere invadenti in casa vostra.
 
5 Le donne sono tutte uguali: una volta in città, portatele a fare shopping e vi sorrideranno di più ...
 
Per le donne
 
1 Non dovrete più contorcervi in posizioni poco naturali in spiaggia per evidenziare la parte migliore di voi e provare a nascondere quella peggiore. Sappiatelo, non esistono posizioni che tengano contro la cellulite e l'adipe, se c'è c'è, fatevene una ragione ...
 
2 Non dovrete più andare alla ricerca di un bambino da piazzarvi davanti prima di fare una foto, per coprire la panza. Ho visto donne single andare alla ricerca di bambini, strappandoli alle mamme inconsapevoli, per usarli come para ciccia, spacciandoli poi per nipoti ...
 
3 Non dovrete più sopportare le reazioni infantili dell'uomo che avete accanto, alla vista di due chiappe al vento o di donne con costumi troppo succinti ... da oggi tornerà a chiudersi in bagno ...
 
4 Non dovrete più sopportare la stupida ironia del vostro compagno sulle abitudini di vostra madre che avete affettuosamente ospitato.
 
 5 L'uomo è un animale abitudinario: una volta in città, dategli la pasta al forno e la partita di calcio la domenica, e l'avete reso felice.
 
Per tutti:
 
6 Sarà piacevole rientrare in ufficio e ritrovare i colleghi, tutti più belli, più sorridenti ... peccato che la sensazione svanisca dopo poche ore ...
 
7 La ripresa può essere l'occasione per modificare le proprie abitudini, rivalutare spazi e persone ... e ricordate che i periodi bui e faticosi, sono il preludio della luce e della felicità.
 
P.S. Tra quattro mesi è Natale :-) 

venerdì 23 agosto 2013

49. MEGLIO CHE PIANGONO LORO CHE PIANGIAMO NOI

Avevo circa 6 anni, era una domenica pomeriggio d'inverno, una di quelle domeniche trascorse a casa della nonna materna, in quei palazzi costruiti ai primi del 900 a Napoli, come in altre parti d'Italia, etichettati come 'case popolari'. Amavo correre assieme a mia sorella maggiore per le scale del grande palazzo di tufo, fatte di gradini alti con ringhiere di ferro nere, andavamo dal terzo piano, dove era la casa della nostra bisnonna, al quarto, dove invece era la casa della nonna, dove consumavamo il pranzo. Proprio mentre salivamo di corsa per raggiungere casa della nonna, appoggiandoci di tanto in tanto alla ringhiera, un urlo, una voce aspra e gracchiante dietro di me: "Fermatevi! Mo vi acchiappo e ve lo faccio capi' 'na volta e pe tutte ... Nun avita sagli' accussi', v'avita scusta' a chella ringhieraaaaa!" Noi continuavamo a correre, adesso più forte, con il timore di essere raggiunte. Provavamo a raggiungere il più presto possibile casa della nonna per ripararci e renderci irraggiungibili da nonna Maria (la bisnonna ottantenne, tosta e cazzuta!). Poi finiva per scovarci sempre, per darci le botte sulle mani e rimproverarci con fare arcigno. Quella volta fu più aspra del solito ed io cominciai a piangere, lei non sembrò intenerirsi minimamente e aggiunse: "meglio che piangono loro che piangiamo noi ...". Quella frase la diceva tutta sulla mia bisnonna. Donna di grande carattere e fascino, aveva perso il primo marito troppo presto per una donna bella ed energica come lei, le aveva lasciato due figli ed un bar da gestire. Nonna Maria si risposò e fece altri tre figli. Mia nonna, la più grande, cresciuta troppo in fretta, aveva un amore sconfinato per la madre ed una pazienza infinita. Quella frase faceva capire che donna ostinata e dura fosse, ciò che per lei era giusto, doveva essere fatto e basta. Negli ultimi anni di vita, preda di una forte, tragicomica arteriosclerosi,aveva preso ad i sultare tutti quelli che amava di più, compresa mia nonna e mia madre (la sua prima nipote, che portava il suo nome), le apostrofava in malo modo e, ormai priva di qualsiasi freno inibitorio, diceva a me, appena entrata nell'adolescenza, "se vuoi tenerti un uomo, devi essere brava a letto e in cucina ..." Per lei, sposatasi a quindici anni, io ero già in età da dover imparare ... Di mia nonna Titina ho un bellissimo ricordo: donna buona e sensibile, un amore puro per il nonno, ironico ed intelligente. La nonna è stata una grande nonna, anche se un po' troppo remissiva direi. Mia madre porta il nome della mia aspra bisnonna, e forse, anche la tendenza all'egocentrismo. Amo mia madre, come ogni figlio, ma per lei nutro anche una certa ammirazione, una forte stima. Mia madre è una donna intelligente, coraggiosa, onesta, leale, altruista, generosa, curata, amante della compagnia ... Ma da un po' di mesi è cambiata, si è rifugiata in un mondo tutto suo, fatto di amnesie, di continue distrazioni, di disinteresse per il mondo, di improvviso, inutile accanimento per chi commette piccoli illeciti, o si mostra critico nei suoi confronti. Mia madre ha lavorato per 40 anni, ma la sua è stata una missione più che un lavoro vero e proprio. Ha insegnato alle scuole elementari in un quartiere di Napoli poco facile, un quartiere in cui c'erano figli di pregiudicati di camorristi, e di umili persone per bene. Ha cercato di infondere nei suoi alunni i principi dell'onestà, del rispetto per il prossimo, della solidarietà. Adesso quella donna è stanca, stanca di una vita piena di responsabilità, impiegata a combattere con le difficoltà imprevedibili che la vita talvolta ti pone davanti. Adesso, verrebbe da chiedere "che fine ha fatto mia madre?" La guardo, osservo il suo sguardo assente e mi viene da piangere. Non mi sembra giusto questo finale per la sua vita. Vorrei che le cose cambiassero, vorrei che mia madre tornasse a vivere, a fare la nonna dei suoi nipoti, sei meravigliose creature che attendono da lei i baci, le carezze ed i racconti che solo una nonna può dare ... Invece sono lì a sorridere delle sue espressioni di diffidenza nei confronti delle persone che si rivolgono a lei, a rimproverarla per le volte in cui si ostina a ripetere all'infinito le stesse frasi, le stesse domande, le sue impressioni. Vorrei fare anche io come nonna Maria, riprendere aspramente le mie figlie ed i miei nipoti ogni qualvolta mancano di rispetto alla loro nonna ... Poi altre volte penso che lo schiaffo, il rimprovero andrebbe a mia madre: che cazzo stai facendo Maria? Smettila di punire te e noi per un destino non sempre giusto, smettila e torna a sorridere come facevi una volta, qui abbiamo ancora bisogno di te! Meglio che pianga lei che piangiamo noi ... Spero che mia madre viva ancora a lungo, ma per lei deve esserci un'uscita di scena migliore, degna della sua persona ...

lunedì 19 agosto 2013

48. LA VOCE DEL SILENZIO

19 agosto 2013, sdraiata al sole, serena, mi guardo attorno e senza ascoltare le chiacchiere da spiaggia, capisco tante cose ...
Dopo una breve panoramica, il mio sguardo si concentra sul volto triste di Emma. La conosco da qualche anno, frequentiamo la stessa spiaggia da almeno 6 anni ... Emma ha qualche anno meno di me, un marito e due figlie in meno, e tanti più sogni di me ... Emma è una donna intelligente, sensibile, un sorriso accogliente, le voglio un gran bene, ed anche lei credo me ne voglia. Ultimamente, però, noto nei suoi occhi, nel suo atteggiamento, un fare critico nei miei confronti, quasi come se non ammettesse che io, donna fortunata, possa avere dei momenti di tristezza o di sconforto. Ho quasi paura di avvicinarmi ad Emma, temo che non voglia il mio aiuto, temo che in questo momento lei non mi consideri la persona adatta ad accogliere i suoi sfoghi, le sue confidenze ... Ma chi se ne frega ... mi alzo di scatto dal lettino e vado ad abbracciarla. Mi vengono le lacrime agli occhi mentre la stringo forte a me, sento il suo viso bagnato e vorrei asciugare tutte le sue lacrime ... Lo so che adesso parlare sarebbe superlfluo, qualsiasi cosa apparirebbe banale, scontata. Lei adesso vorrebbe un uomo al suo fianco, vorrebbe un'apparente 'normalità', vorrebbe potersi lamentare delle manie e delle assurde abitudini del suo compagno di vita, come fanno quasi tutte le mogli ... O meglio, vorrebbe dimostrare che lei un uomo lo saprebbe trattare come si deve, lei saprebbe come mantenere vivo un rapporto! Ma Emma lo sa, lo sa che io ho sposato un uomo per amore, e non perché dovessi farlo. Emma lo sa che io ho sempre rispettato il mio compagno di vita, lasciandolo libero di essere se stesso, anche quando per esserlo mi ha ignorata. Emma lo sa che ho sempre amato me stessa, mi sono curata, coccolata, ed attraverso me, sono riuscita ad amare il mio uomo. Emma sa che l'ho amato da subito, anche per come lui amava me, con gli occhi incantati di un poeta che guarda la sua musa, con la gratitudine di chi si definisce rinato dopo averti incontrato, con l'ammirazione di chi ti trova bellissima, intelligentissima, colta, fine, simpatica, sagace, sexy e così meravigliosamente unica! E te lo ripete di continuo, riuscendo a convincere anche te! Questo è mio marito! È l'uomo che c'era quando non c'erano gli altri, è l'uomo che mi ha abbracciato tutte le volte che stavo per chiederlo, è l'uomo che mi ha lasciato libera di sbagliare per poi riaccogliermi generoso tra le sue braccia. Adesso quest'uomo, cara Emma, odia di me le stesse cose che lo hanno avvicinato a me. Odia la mia bellezza e la mia indipendenza, odia il mio fascino e la mia intelligenza, odia il mio sorriso che un tempo gli donava tanta serenità. Mi rinfaccia di essere troppo sognatrice, di non essere troppo ambiziosa, di non amare i gioielli, di perder tempo dietro le battaglie impossibili, di essere troppo idealista. Adesso le mie imperfezioni fisiche, che una volta mi rendevano speciale, sono da eliminare, il mio lavoro è diventato un lavoruncolo che mi fa guadagnare troppo poco ... Perché? Forse perché teme di perdermi, perché teme che sia diventato troppo dipendente da me? O forse perché credeva che oramai fossi diventata una sua proprietà ... Noi che eravamo convinti di essere la coppia più bella del mondo, fortunati ad aver trovato l'altra metà della mela, noi che guardavamo con rabbia e tenerezza le coppie 'sbagliate', noi adesso rischiamo di diventare come loro ... Adesso tu Emma desideri un uomo che ti ami incondizionatamente, che ci sia a Ferragosto, che ci sia la sera di Natale, che ti renda madre, che ti aiuti a mandare avanti una casa, che ti aiuti a pagare le bollette, a combattere con chi ti vuole fare fessa perché pensa che sei una povera donna sola ... Credo di sapere quali siano adesso i tuoi sogni: condividere la quotidianità con un uomo che ti ama, che conosce ogni angolo del tuo corpo, ogni espressione del tuo viso, che ti soccorra quando hai il mal di pancia, che ama di te anche le tue imperfezioni, le tue piccole manie, che con un sorriso ti faccia stare bene, ma veramente bene. Sai cosa vorrei dirti Emma cara? Sogna, spera, arriverà il tuo momento, ma non sarà eterno, e non credere che la condizione di una donna sposata sia quella ideale. La vita è difficile e talvolta io invidio la tua condizione, la solitudine e la vita libera di una donna senza vincoli sentimentali ed istituzionali. Posso comprendere la tua voglia di diventare madre, ma ti dico anche che tutti quelli che hai amato incondizionatamente, tutti quelli che avranno goduto del tuo amore, della tua comprensione, saranno tutti un po' figli tuoi ... Insomma, come dire, meglio continuare a sognare che essersi svegliati da un sogno ... Ma io ce la metterò tutta per tornare a rivivere quel sogno, scioglierò questo abbraccio per lasciarmi cadere tra le braccia del mio uomo, perché in quell'abbraccio si possano riattaccare i pezzi che una vita di abitudini e di distrazioni ha creato dentro noi ... sono ciò che sono anche per lui e continueremo ad abbracciarci scambiandoci l'anima e la pelle perché in lui vivrà sempre una parte di me ed in me una sua parte. Forza Mavi! Forza Emma!

martedì 13 agosto 2013

47. Due giorni a Natale

Oggi, 13 agosto 2013, ci prepariamo tutti al gran giorno ... tra due giorni è Ferragosto! O Natale, fate voi. Tanto è uguale: si ha un pretesto per farsi gli auguri, per mandarsi inutili sms, o whatsapp, o post su FB, non si lavora, si fanno grandi abbuffate, si sta assieme a tanta gente, parenti e non. L'unica differenza è che non bisogna comprare i regali. La giornata inizia solitamente con le frasi di circostanza in spiaggia: "Buon Ferragosto!" "Poi perché si chiama così?", "Perché è a metà di agosto, quindi ferra, nel senso che taglia, agosto". "Ma noo" interviene il solito saccente, "Ferragosto viene dalla frase latina Feriae Augusti, ovvero le Feste (in onore) di Augusto ...", "Sarà" aggiunge il qualunquista, "È un giorno festivo perché coincide con il giorno dell'Assunta, ovvero l'assunzione della Madonna al cielo", conclude perentorio il saggio. Meno male che puntuale, arriva il solito casinista ultraquarantenne con la sangria che versa da bere a tutti, mettendo a tacere chiunque. A pranzo molti si riuniscono nelle case, altri si dirigono verso improvvisati agriturismi ed altri ancora restano a sporcare allegramente le spiagge! Spesso i parenti in vacanza in zone vicine, o rimasti in città, raggiungono la casa delle vacanze del più generoso e si piazzano là per un giorno o due, invadendo tutti gli spazi occupabili. Dopo i primi momenti di facile euforia, di strana complicità, ci si lancia sul cibo, sugli alcolici, su tutto quanto possa procurare piacere e possa stordire, distraendo ognuno da quella ingiustificata atmosfera cameratesca. In genere, qualcuno si sente male per il troppo mangiare, qualcuno si ubriaca, qualcun altro inizia a litigare recriminando per qualche torto subito in passato (proprio come accade a Natale). La sera vanno in giro per le spiagge, nel vano tentativo di smaltire gli eccessi calorici. Uomini con pance gonfie e dure come cocomeri, facce stanche e deluse. Un altro Ferragosto è passato ed ora? Qual è la prossima ricorrenza? Qual è la prossima occasione per far festa assieme? Il pretesto per riunirsi? Perché alla fine il problema è questo: si aspetta il giorno di festa per incontrarsi, per sorridersi, per abbracciarsi, per brindare assieme. Lo si fa quando lo si deve fare e con chi se lo aspetta, e non quando lo 'si vuole' fare. Siamo vittime del conformismo, degli stereotipi, delle convenzioni. Finiamo per essere felici a comando. Eppure io credo che sia sempre meglio una sana malinconia che una falsa euforia, foriera di delusioni e grandi intossicazioni alimentari. 
Buon Ferragosto a tutti!

lunedì 5 agosto 2013

46. LA SOLITUDINE

Stasera sono sola, sola nella mia bella casa, troppo grande per una persona sola. Sono sola, senza urla di bambini che mi chiamano, che litigano, che ridono; senza braccia che mi avvolgono, manine che mi accarezzano, baci che mi mandano in estasi. Sono sola, senza l'uomo che da undici anni condivide con me la quotidianità frenetica di questa vita. Sono sola con il mio corpo, la mia voglia di capire, la mia spasmodica ricerca della felicità. Sono ormai tanti anni che non resto sola, anni in cui gli spazi per me stessa sono sempre stati troppo brevi, troppo rari. Mi sento come un animale che ha vissuto tanto tempo in cattività ed ora è libero, libero di muoversi, di fare ciò che vuole, ma non sa bene come muoversi, dove dirigersi. E' bello avere il tempo per pensare a se stessi, alle cose che realmente si desiderano, agli obiettivi raggiunti ed a quelli da raggiungere, a ciò che si ha ed a ciò che si avrebbe voluto. Mentre penso che la vita è beffarda, che spesso ti inganna, ti fa credere di aver perso qualcosa, di aver bisogno di ciò che non riesci ad avere, mentre forse non hai bisogno di nient'altro che di te stesso, del tuo tempo, mentre ragioni e cominci ad assaporare il piacere della solitudine, arriva una telefonata inaspettata, una telefonata provvidenziale. <<Pronto>>,<<Ehi, è possibile parlare con la mia blogger preferita?>>. Dall'altra parte del filo c'è Andrea, un mio caro amico conosciuto ai tempi della scuola. Sorrido e lo lascio parlare. <<Sono giorni che vorrei parlarti, ma non riesco a trovare un po' di tempo ... Stasera sono solo ed ho pensato che era arrivato il momento di chiamarti>>. Per un attimo ho temuto che stesse per dichiarare una ben celata passione nei miei confronti, ho temuto di non saper affrontare una situazione imbarazzante, un attimo durato pochi secondi, subito dopo Andrea ha aggiunto <<mi sono appassionato al tuo blog, mi piace leggerlo ed ho creduto di poterti fornire del materiale per il tuo prossimo post>>. <<Vai avanti Andrea>>, ho aggiunto, curiosa e tranquillizzata dallo scopo della telefonata. <<Di cosa vuoi parlarmi?>>. Andrea ha schiarito la voce e mi ha detto che avrebbe voluto aggiungere ai miei commenti, alla mia visione della vita, un punto di vista maschile, sincero. Mi ha chiesto di celare la sua identità e di parlare un po' degli uomini della nostra età, di quei ragazzi di 40 anni che hanno voglia di vivere, che sono stati un po' sfigati a nascere in un'epoca avara di benessere e di ideali. <<Vedi amica mia, noi che abbiamo vissuto, come hai già scritto tu, nell'incertezza dei nostri tempi, che abbiamo messo su famiglia, che bene o male abbiamo un lavoro, noi che viviamo tanto sui social e sembriamo eterni ragazzini, senza ideali, senza la voglia di scendere in piazza per un fine comune, per una giustizia sociale, noi viviamo un eterno senso di insoddisfazione>>. <<Ci rifugiamo tra gli amici di vecchia data, tra i quali ci sentiamo al sicuro, ci inventiamo mille modi per affrontare questa vita troppo spesso piatta e scontata. Spesso ritroviamo in delle storie parallele, l'adrenalina per poter affrontare la quotidianità di un rapporto coniugale soffocato dalle incombenze della vita pratica. Insomma, non so se mi spiego, vorrei difendere quegli uomini che tanto critichi tu nei tuoi post. Sì, lo so, ti hanno fatto soffrire, o meglio, fanno soffrire te e le donne vere come te, ma non lo fanno con cattiveria, con superficialità. Lo fanno, anzi lo facciamo, nel tentativo vano di sentirci felici, forti, capaci di affrontare le delusioni che questa vita ci ha riservato.>> Lo interrompo e gli dico <<Aspetta Andrea, non credere che io mi erga a giudice e pensi che tutti gli uomini siano una schifezza, mentre noi donne ci mettiamo il cuore in ogni situazione. Esistono donne che se ne fregano dei sentimenti, così come esistono uomini che si innamorano facilmente e restano fregati da queste donne>> E poi ho aggiunto, anche senza crederci poi tanto, <<Il segreto è nel non concedersi subito>>. <<Voi uomini siete sempre convinti che una donna che si mostra subito disponibile è una facile, e non vi salta neanche un attimo per la testa che magari si trova in un momento particolare della sua vita e vuole lasciarsi andare, e magari lo sta facendo per la prima volta con voi, sì proprio con voi. La trattate come una "facile" e la usate per un po'. Le donne che invece sono abituate a fare questi giochi, quelle realmente facili, sanno come prendervi e non si mostrano subito compiacenti, fingono di non voler concedersi, perché hanno la razionalità e l'esperienza per gestire le vostre reazioni e portarvi dove vogliono. Questa è la realtà, da che mondo è mondo, voi uomini non avete mai capito le donne, come forse noi donne non abbiamo mai capito gli uomini>>. Andrea mi ha interrotta alzando il tono della voce e mi ha detto<<Eccola, la solita donna di sinistra, orgogliosa e convinta che l'uomo sia una razza inferiore>>. <<Probabilmente lo penso Andrea, credo che ho incontrato troppi uomini che non hanno capito il mio modo di essere vera e trasparente e che temono le donne come me, perché da noi si sentono giudicati, si sentono obbligati ad essere troppo veri, troppo corretti ...>> Andrea mi ha fermato di nuovo, con tono un po' più severo mi ha detto: <<Smettila di credere sempre di aver capito tutto ... ti voglio bene lo sai, e ti stimo tanto, ma non credo che siamo sempre noi a sbagliare. Anche la storia che hai raccontato l'altra volta, quella della tua amica Maria, bella, struggente, ma perché essere così diffidenti? Perché non credere che forse, l'uomo che aveva incontrato, realmente temeva di innamorarsene? Sai cos'è? A noi a volte ci basta una scopata, o anche meno, per ottenere quel po' di adrenalina di cui ti dicevo prima ... Una come Maria, che credo tu abbia descritto proprio bene, è capace di farci perdere la testa ...>> Stavolta non l'ho fatto continuare io e gli ho detto, un po' arrabbiata: <<Ma tu davvero credi che se uno teme di innamorarsi di una, essendo entrambi impegnati, la usa e poi l'allontana? Davvero credi che se uno è molto attratto da una donna, per il timore di innamorarsene la manda via? E' una cazzata, mi dispiace, ma credo che se uno è fortemente preso da una persona, raggiunge un livello di incoscienza, di disinibizione, che al diavolo tutto, non pensa a niente e fa di tutto per stare con questa persona!>> <<No Mavi, mi dispiace>>, ha aggiunto Andrea,<< per noi uomini è diverso, noi siamo capaci di frenare una passione che sappiamo potrebbe compromettere la nostra serenità familiare, noi sappiamo che siamo in grado di "distrarci" e, anche se impiegheremo dei mesi, sappiamo che il sacrificio sarà valso a qualcosa. Voi donne talvolta siete troppo prese, troppo passionali e vi scordate delle conseguenze che i vostri gesti potrebbero provocare>>, poi ha aggiunto, rallentando il ritmo, <<Sii più clemente con noi uomini, in fondo siamo molto più semplici di quel che credi... una cosa però te la riconosco, perdiamo la testa per le donne che ci sanno prendere, soprattutto se ci lasciano liberi o fingono di farlo ...>>. <<Spero che tu scriva tutto ciò che ti ho detto, ma conoscendoti, posso fidarmi. Alla prossima amica mia e buona fortuna!>> <<Ciao Andrea, buona fortuna anche a te e ... grazie>>.
Mah! A dire il vero io non ci ho capito granché, ma credo davvero che nessuna regola, nessun teorema (per dirla alla Marco Ferradini) può aver valore in presenza dell'amore, il resto non conta niente ... Evviva la solitudine!