Questo post è dedicato a Catia, lettrice abituale di questo blog. Oggi è il suo compleanno, ed io le voglio dire quanto la stimi e quanto abbia imparato ad apprezzarla e a volerle bene in questi ultimi due anni in cui il lavoro ci ha avvicinate. Catia è una donna intelligente, sensibile e fantasiosa, ha una grande abilità nel lavorare il fimo ed ha una disponibilità ed una generosità senza eguali. Se le chiedi aiuto, non aspetta un attimo per accontentarti, ha un animo buono. Quando la incontri per la prima volta percepisci dallo sguardo che è una donna che ha sofferto, c'è una certa diffidenza nel suo viso serio e pulito, ma quando impara a capire che di te si può fidare, sa dispensare dei sorrisi freschi e belli come quelli di una bambina. Io l'ho conosciuta circa due anni fa ed ho impiegato un po' di tempo per abbattere la sua barriera di protezione, e neanche sono riuscita per intero, ma sono a buon punto. Catia ha un figlio, un bel bambino vivace e dolcissimo, è una madre attenta e presente e proprio perché sa cosa vuol dire amare un figlio che si meraviglia quando ascolta storie di ordinaria intolleranza. Mi riferisco in particolare a famiglie nelle quali è più difficile accettare un figlio omosessuale che disonesto, a famiglie che per la forma, per 'gli occhi della gente', per i commenti di stupidi, aridi esseri, considera l'omosessualità come una disgrazia. Io ho vissuto in una famiglia tradizionale, dove la parola 'gay' suscitava ilarità, dove non si è mai parlato seriamente di questa 'diversita', ma dove si insegnava quotidianamente il rispetto per tutti e soprattutto si praticava l'amore, lo stesso che sto donando alle mie bambine, l'amore che non ha sesso, che nutre la nostra vita e ci permette di essere persone e non esseri gretti e meschini. Sapete quanto sia facile parlare bene, mostrarsi comprensivi e aperti verso tutti, fingere di essere liberi, tutte belle parole, buonismo del quale ne ho fin sopra i capelli. È difficile agire liberi dai pregiudizi e dai conformismi, siamo tutti chiusi nelle nostre poche certezze e temiamo la novità, la diversità, ciò che non conosciamo. Siamo animali abitudinari e non siamo aperti a tutto ciò che per noi è diverso dal tradizionale, da ciò che qualcuno definisce 'normale', solo perché comune alla maggioranza delle persone o degli ambienti che si è soliti frequentare. Mi piacerebbe crescere le mie figlie 'libere', sane, pronte ad accettare le novità, aperte al dialogo con chi non la pensa come loro, e non importa se ameranno un uomo o una donna, basta che sappiamo amare e che siano felici! Lo so, sono parole, magari mio marito potrebbe svenire guardando un fomani una delle mie figlie baciarsi con un'altra donna, non lo so, so solo che la vita non ti chiede il sesso, riserva a tutti le stesse gioie, gli stessi dolori, ma alle persone ha dato cuore e cervello di varia grandezza. Ah! Dimenticavo, ma non è importante, o forse lo è, Catia ama una donna, è 'diversa', ed ha tanti amici che le vogliono bene, la sua mamma può essere orgogliosa di lei!
purtroppo è un casino. Noi ci crediamo migliori, perché adesso diciamo che il diverso non esiste, non dovrebbe esistere, non c'è. Siamo, però, purtroppo, figli del momento storico. Fra 50 anni sarà normale vedere uomini e donne che baciano uomini e donne e sarà tabù parlare di persone che si inseminano da soli col kit "spermaIncasatua" venduto nei supermercati. Anche lì, però, ci saranno gli illuminati che lotteranno per far cadere quelle barriere...! Quello che ci vuole, a mio parere, quindi, è l'illuminazione. I beoti, dovremmo essere e restare. L'era dei beoti. Come bimbi di 2 anni, che piangono se gli fai schifo e ti abbracciano e ridono se non glielo fai, indipendentemente che sei ingegnere e ti piace baciare uno più barbuto di te e indipendentemente dal colore della tua carta di credito. La diversità ci vuole e deve essere la libertà di poter anche dire "non mi piaci". Non mi piaci per mille motivi, che, se espressi senza tare educazionali, potrebbero essere anche il colore della pelle o le abitudini sessuali. Non mi piaci e piango.
RispondiEliminaMi piace, e molto, il tuo commento.
EliminaStringato ed efficace.
Dettagliato e poetico al tempo stesso.
... per iniziare Auguri alla bella Caterina ...*
RispondiEliminapoi continuo dicendo che ...Ogni giorno ci sono ragazzi gay che esternano il loro nn star bene nella nostra societa' ..
cose gia' dette vero???
NON credo ...!!!
.... perché la societa' siamo noi .. quindi dobbiamo sentirci responsabili tutti ..
.L O R O nn sono un genere a parte ... e quando scelgono il suicidio e lasciano scritto '' nessuno capisce il mio dramma '' dovremmo veramente vergognarci ... , perché il vero dramma nn e' la omosessualita' ...
il vero dramma e' la S O L I T U D I N E ...
PARLIAMONE IN GIRO !!!
con affetto Candy candy Sara ***.
La libertà di ognuno finisce dove inizia quello di un altro; la condivisione di modi diversi di essere liberi nello stesso luogo o ambiente penso sia una delle cose più difficili da comprendere ed accettare. Sarebbe una grande prova di maturità da parte della collettività raggiungere questo traguardo di libera condivisione dello stesso luogo. Ma siamo lontani da questa maturità ed invece siamo su di un equilibrio precario che ci può far precipitare in un " inferno " . Il problema dell'esistenza di un essere etichettato " diverso " e della sua libera accettazione è proprio un indice del nostro basso livello di evoluzione sociale.
RispondiEliminaDebbo anche dire una cosa nella quale credo e che in pratica ripercorre la definizione dei confini reciproci della libertà: Ognuno...gay...cosiddetti normali...donne che amano donne... non deve ostentare ad ogni costo il suo status ! Anche questo comportamento è di fatto un superamento della propria libertà di "essere" verso quella "diversa" di un altro.
Ciao Mavi...(argomento tosto e non recepibile, dati gli attuali livelli di tolleranza tra gli esseri umani).