domenica 4 gennaio 2015

139. C'ERA UNA VOLTA ...


A me gli inizi piacciono, mi fanno sentire bene. L'inizio di un libro, l'inizio di un film, l'inizio di una partita, di un viaggio, mi danno l'idea che sia tutto possibile. Mi fanno sentire energica ed ottimista gli inizi, mi incuriosiscono. Certo, quelli che presuppongono un cambiamento importante sono difficili, richiedono tanta forza e tanta determinazione, e soprattutto richiedono coraggio, il coraggio di rischiare e magari soffrire anche un po'. Imparare a convivere con i ricordi, a tenerli lì al sicuro e non provare a cancellarli o ignorarli, né tantomeno ad interpretare nuovamente lo stesso copione, custodirli, perché prima o poi svaniscono.  Ricominciare. Forse anche per questo amo i numeri dispari, perché mi sembra che rappresentino un inizio, gli altri numeri prima si sono accoppiati, sistemati, e lui, quello dispari, può dare inizio a nuove combinazioni, nuove associazioni. Forse anch'io ogni tanto mi sento un numero dispari, fuori da gruppi o schemi, senza una precisa collocazione. Spesso mi piace che sia così, altre volte mi fa sentire sola. Ecco, il bello degli inizi è tutto nella capacità di sfruttare al meglio la propria condizione, guardando al futuro, affiancandosi ai giusti compagni di avventura, e se è il caso, correre da soli, ma liberi. Pensare sempre che si sta andando incontro ad una nuova esperienza, ad una nuova occasione, ad un nuovo amore. 
E in effetti l'inizio della storia tra Laura e Fabrizio era stato difficile, tanto difficile da non sembrare per niente un inizio. Era stato un incontro ordinario il loro, per niente speciale. Erano mesi che si incontravano in metro, ogni mattina. All'inizio erano solo semplici sorrisi, poi qualche breve saluto,  poi avevano cominciato a cercarsi, ad aspettarsi. Era bello trovarsi, guardarsi, scambiarsi qualche parola, qualunque fosse, del resto non sarebbero mai state quelle giuste, nessuna parola avrebbe potuto esprimere come si sentivano, quanto strana e imprevedibile fosse l'emozione che provavano ad ogni incontro.  Il loro era un inizio, ma non lo sapevano. Erano entrambi impelagati in altre storie, altri tormenti, quei pochi minuti di emozione pura, senza vincoli, senza programmi, era un'oasi nel deserto. Vedersi era un modo per dar senso ad ogni giorno, guardarsi era energia vitale. Nessuno dei due sapeva che sarebbe stato un banale, silenzioso inizio della storia più importante della loro vita! Come le più grandi passioni, gli amori veri, le storie importanti nascono in sordina.
...
È un inizio, non vi racconto altro.

1 commento:

  1. ciò che non inizia non può né evolversi, né finire..la novità sta nell'iniziare qualcosa; e non necessariamente essere qualcosa di sconosciuto..può essere anche iniziare , ad esempio, ad avere un rapporto diverso con gli amici, con il partner, con i figli, con gli altri, con l'auto, con la natura...etc :)

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