Tra una settimana è Natale, il trionfo della retorica e della banalità, ma anche uno dei pochi momenti dell'anno, forse l'unico, in cui siamo autorizzati ad essere più umani, ad abbassare le difese da narcisisti allo sbaraglio, da pseudo trasgressori. Ammetto di amare il Natale, di crogiolarmi in questa celebrazione, in questa prevedibilità.
La vera trasgressione è la normalità! Lo dico spesso in questi ultimi anni. Ed il Natale con le sue tradizioni ed i suoi vincoli familiari è una certezza, è l'unico evento 'normale' di questo nostro tempo. Il calore del rosso, l'eleganza dell'oro e del bianco, l'allegria delle luci, e gli addobbi pacchiani. L'emozione dei bambini, i soliti canti e le solite parole di auguri. Il baccalà fritto, la pizza di scarole, gli spaghetti a vongole, gli struffoli ed anche il pandoro ed il panettone. I sensi di colpa per la quantità di calorie ingurgitate ed il liquore al cioccolato come bruciagrassi. La frutta secca e le tombolate, il mercante in fiera e le urla dei bambini, i roccocò e le dentiere dei nonni. I regali pensati e quelli riciclati, il fratello generoso e la sorella avara, le facce di circostanza e le assenze. I messaggi di auguri inaspettati e quelli attesi invano. La confusione degli amici e la solitudine di chi soffre in silenzio, la malinconia di chi rimpiange un Natale passato e la gioia di chi vive un nuovo amore. È tutto meravigliosamente rassicurante! Quest'anno ho scritto anche io la letterina a Babbo Natale: se proprio la fine delle guerre non è possibile, che non si tocchino i bambini. Via i civili da Aleppo.
Felice Natale.
Felice Natale.
https://youtu.be/z8Vfp48laS8
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