Finite le feste, basta sentimentalismi, basta retorica,
basta rimedi per far fronte alla malinconia, niente più cazzate!
Torniamo alla realtà, alle cose serie. Basta bufale! Lo
dicono tutti, soprattutto i giornalisti, quelli pagati per farlo. Ops! E allora
è allarme meningite, attenzione! I giornalisti, sempre loro, dicono che ci sono
dei morti, (vero, purtroppo sì) tutti a vaccinarsi! Peccato che neanche il
vaccino avrebbe potuto salvare le povere vittime. Qualcuno spiega cosa
significa fare il vaccino per la meningite, i rischi e, soprattutto che non
garantisce la copertura per ogni tipo di meningococco. Insomma, in poche
settimane, l’allarme meningite si trasforma in psicosi, sempre a detta dei
giornalisti. Da allarme a psicosi il passo è breve, giusto quanto un foglio A4
con un comunicato del Ministero della Salute.
OK, ma non basta per riempire le pagine di un quotidiano o
un Telegiornale. E qui arriviamo noi napoletani, dove non si sa che fare, cosa
dire, l’argomento salva tutti è Napoli. La mia amatissima e complicatissima
città, sempre troppo usata. Come una bella donna che apre le braccia a tutti,
in nome della tolleranza, della libertà, della magnanimità, donando amore e
speranza anche a chi la disprezza.
E allora si parla della guerra, finora solo mediatica, tra
il sindaco De Magistris e lo scrittore Saviano, dei loro scontri verbali e
delle loro napoli. L’ho scritto volutamente in minuscolo, perché Napoli non è né
quella descritta dal furbo Saviano, né quella pubblicizzata dal folkloristico
sindaco. Napoli è tutta n’ata storia, direbbe Pino Daniele, è meraviglia,
bellezza, arte, cultura, ma è anche disillusione, rabbia, frustrazione, Napoli
è eccessiva nel bene e nel male, è passione. A Napoli i colori sono forti, le
urla sono penetranti, i soprusi sono evidenti, la rabbia la si percepisce in
ogni strada, soprattutto in quelle del centro. E se riusciamo ancora a viverci
ed a sorridere è perché vogliamo che ad emergere sia la bellezza di questa
terra, vogliamo che ad amarla siano in tanti, sempre di più, che questa
passione sia contagiosa ed arrivi anche a quelli che l’hanno violentata. A
Napoli c’è la Gomorra raccontata da Saviano, scrittore che ho apprezzato fino a
che non è divenuto il replicante di se stesso, un inutile tuttologo, pieno di
qualunquismi a servizio dei suoi editori. E c’è anche la città pubblicizzata dal
sindaco arancione, che anche ho apprezzato in varie fasi della sua carriera di
magistrato ed all’inizio del suo primo mandato, prima che la sua funzione si
limitasse ad una réclame antica. C’è
bisogno di combattere la delinquenza ovunque, non solo a Napoli, c’è bisogno di
far vincere la bellezza su tutto, non solo a Napoli, ma bisogna agire
concretamente perché ciò avvenga. E se vi serve parlare di noi, parlatene pure,
perché qui tutto è concesso, noi vi accoglieremo sempre con il sorriso di chi
sa già dove volete andare a parare.
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