Il post precedente si chiudeva con queste tre parole: "Che sia benedetta!", ultimo verso della canzone che Fiorella Mannoia ha portato al Festival di Sanremo, un inno alla vita.
Nelle due settimane successive, ironia della sorte, ben tre avvenimenti hanno sottolineato in maniera eclatante che a volte la vita la si può maledire.
L'ha maledetta il sedicenne che si è suicidato a Lavagna, dopo aver ricevuto la perquisizione dalla Guardia di Finanza. Perquisizione voluta da una madre esasperata, una madre che non ha saputo trovare altra via per attirare l'attenzione di suo figlio, un figlio che alla fine l'ha punita, infliggendole l'ultima grande pena: il dolore immenso della perdita e il peso eterno del rimorso. Chissà perché l'amore spesso ci fa sbagliare, fino a farci commettere in certi casi errori irrimediabili
La maledicono, questa vita. le donne che si trovano davanti alla scelta devastante di interrompere una gravidanza, e che mai e poi mai si augurerebbero che ad attenderle in ospedale ci sia un medico obiettore. Perché un medico deve essere tale sempre, non solo quando lo ritiene opportuno. Ben venga quindi la decisione del San Camillo di riservare il concorso esclusivamente ai ginecologi non obiettori.
La sta maledicendo Fabiano Antoniani (dj Fabo) che all'età di 40 anni, costretto in un corpo che non gli appartiene più, divenuto cieco e tetraplegico in seguito ad un incidente, proprio non ne può più di affrontare terapie fastidiose e fallimentari, e chiede di poter morire, invoca l'eutanasia.
E allora, che sia maledetta questa vita che umilia, mortifica, che ci costringe a scelte tragiche, o che addirittura ci rende impotenti, non ci dà opportunità di scegliere, che sia maledetta.
Che si maledica, fino a che non ritorni ad essere magnanima, fino a che non torni a sorprenderci e ad essere nuovamente benedetta, ma che si possa avere sempre la voglia e la forza di affrontarla.
Benediciamo e malediciamo libaramente, ma che sia sempre vita.
Se poi è essa stessa a deporre le armi, se decide di lasciarci in uno stato vegetale, disarmati allo stesso modo, che si possa porre fine alla farsa.
Hanno creato un hashtag per sollevare l'interesse del governo italiano sulla vicenda di Fabiano Antoniani, perché si legiferi finalmente in materia di suicidio assistito: #fabolibero per chi volesse informarsi ulteriormente o appoggiare la protesta.
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