domenica 3 giugno 2018

290. LA CALATA DEI BARBARI


È domenica, a Napoli in città c'è poca gente, sono quasi tutti al mare, la mattinata è già molto calda. Apro Facebook e noto che oramai si parla tanto di politica, e lo fanno tutti, anche quelli che fino a pochi mesi fa si limitavano a fare selfie o a parlare di calcio in un italiano improbabile, ma non mi dispiace, non sono mai stata snob, sono populista, nell'accezione più democratica del termine. Sono convinta che questo grande caos sia necessario, che sia produttivo e benefico. Siamo in una fase di transizione, con tutti gli sconvolgimenti che portano i mutamenti. Attenzione, non sto dicendo che questo sia il governo del cambiamento, non lo credo. Credo, piuttosto che si stia verificando un cambiamento culturale, un rimescolamento. Sono tutti inesperti, eletti ed elettori, sono tutti alle prime esperienze. Si parla di politica come mai negli ultimi trent'anni. Molto hanno fatto i social che hanno reso le informazioni più fruibili, che hanno semplificato il linguaggio e quindi (purtroppo) anche il pensiero, che hanno portato tutti ad adoperare toni da stadio, perché quando la quantità di partecipanti e di informazioni aumenta, si fa ascoltare solo chi fa la voce grossa, anche se non ha i toni giusti.
Quando anni fa fu inaugurata la metropolitana collinare a Napoli, qui al Vomero, dove vivo, si gridò alla catastrofe. Che orrore! La plebaglia delle periferie si sarebbe mescolata alla borghesia pacata dei quartieri alti, la calata dei barbari. Quanta tristezza, quanto provincialismo, quanta incultura! E di barbari si parla adesso alludendo alla nuova classe governativa. Ecco, anche in questo caso, quanta tristezza! La cultura non è un cumulo di nozioni, di conoscenze, la cultura è la capacità di elaborare tutte le informazioni, di saper trarre da loro insegnamenti e nuove idee. Non bisogna fermarsi mai, non bisogna parlarsi addosso, evitare di confrontarsi con chi ha idee diverse, non bisogna snobbare chi ha un diverso modo di comunicare. La mescolanza fa bene a tutti, mitiga i toni ed i pensieri, il confronto intelligente è solo produttivo.
Ieri sulle bacheche imperversava la foto di un bellissimo e dolcissimo bambino di colore con la bandiera italiana, e spesso la accompagnava un fiume di banalità. Adesso, mi chiedo, che senso ha postare una foto simile e poi chiamare barbari i propri concittadini che hanno idee diverse? 
Apriamo le braccia e la mente.


2 commenti:

  1. A parte che condivido come al solito il tuo pensiero rappresentato benissimo in queste righe, ma trovo geniale e centratissima la scelta della foto tratta dal fil BRUTTI, SPORCHI E CATTIVI con Nino Manfredi.Daniela

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  2. Eh sì Daniela, è azzeccatissima. Grazie.

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