mercoledì 9 marzo 2022

Il DPCM è l'oppio dei popoli

Il nove marzo è da vent’anni una data importante per me, per questioni personali, da due lo è per tutti gli Italiani.
“Le nostre abitudini vanno cambiate, vanno cambiate ora, dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia.” Così introduceva Giuseppe Conte il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che in seguito prenderemo a chiamare con una certa dimestichezza “DPCM”, la sera del 9 marzo del 2020.
Così cominciò il viaggio introspettivo degli Italiani. Con una frase che adesso è diventata quasi una bestemmia “Andrà tutto bene”, ma non sapevamo cosa e a chi.
Si sono prodotti romanzi, cortometraggi, foto e parole a iosa su questi due anni, io ho scritto tanto, ma soprattutto sui social, per combattere la solitudine. Ho provato a confrontarmi, a capire, ma anche a tranquillizzare me e chi mi leggeva. Avrei voluto che tutti fossero più presenti e che nessuno si sentisse solo. Ho scritto tanto ed ho sofferto tanto, ho perso l’attenzione e l’approvazione di qualcuno, ma ho guadagnato nuovi meravigliosi amici e rafforzato il legame con chi è rimasto.
Ripropongo qui i primi post di quel periodo, perché fa bene a me, e forse anche a qualcuno di voi.
 


9 marzo 2020


Restiamo a casa a coltivare il nostro giardino.


30 marzo 2020

Ho dovuto ricalcolare il tempo, piegarlo a nuovi riti;
agli spazi noti ho dato un'altra forma, un altro nome.
Il lavoro adesso ha l'odore della mia casa, i colori delle sue pareti.
Le stanze sono aule scolastiche silenziose.
Fuori è uno spreco di strade, di luci e vento.
Ogni cosa è raccolta qui, strappata alla comunità.
In una scatola di cemento che protegge i corpi e accentua le paure.
In questa solitudine che fa sentire meno soli.
 

3 aprile

Io non ci credo che la gente sarà migliore dopo questa quarantena, non ci credo proprio. Chi aveva bisogno di riscoprire il valore del tempo non lo farà di certo adesso, anzi, ne avrà talmente tanto di tempo da continuare a non comprenderlo; chi invece già lo sapeva, avrà sempre il timore di sprecarlo. La quarantena non è una vasca purificatrice, non è acqua benedetta, non è il purgatorio, la quarantena è un furto di abitudini, di false certezze, una svestizione che mette a nudo l'anima delle persone.
Io non ci credo che dopo la quarantena saremo migliori; saremo un po' più scoperti, più esposti, fino a che tornerà la pudicizia a rivestirci.


4 aprile 2020

Oggi è sabato, anche in quarantena è sabato: io non lavoro e non ci sono video lezioni. In realtà il collegamento per la grande è previsto, i professori al liceo hanno rispettato l'orario stabilito a inizio anno scolastico, hanno solo ridotto la durata delle lezioni, e siccome anche il sabato Bianca andava a scuola, oggi le tocca collegarsi, ma solo per un'ora. È sabato, il giorno in cui si mette ordine in casa, si fa la spesa per la domenica, si legge qualche pagina in più del libro che si ha sul comodino, e si comincia anche a cucinare per la domenica.
Perché deve essere così, perché continuo a curare me stessa, la mia famiglia, la mia casa, e a coltivare i tanti dubbi sulle certezze altrui, per non permettere a niente e a nessuno di cambiarmi.
Addì, 4 aprile 1984
 

6 aprile 2020

Ma poi dico io, non avete chiuso l'Ilva di Taranto con la scusa di salvare l'economia di diecimila famiglie, mentre la gente moriva di tumore, e poi all'improvviso un virus fa più paura del cancro, che in Italia ricordiamolo fa circa cinquecento morti al giorno, e bloccate un paese intero mettendo in ginocchio milioni di persone.
Ovviamente le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo (tra cui quello di Taranto) non smettono di funzionare, ma un malato oncologico non fa più notizia.
Giusto così, perché ho il vizio di pensare...
Addì, 6 aprile 2020


7 aprile 2020 

Caro diario, 
oggi non mi va tanto di scrivere, sono un po' demoralizzata, mi sembra che le persone abbiano necessità di odiare sempre qualcuno, che abbiano bisogno di trovare un nemico da insultare per sentirsi migliori. Questa poteva essere l'opportunità per imparare a volersi bene, per costruire qualcosa di bello, invece in tanti trovano più facile dare la colpa agli altri delle loro frustrazioni. Più facile screditare il prossimo piuttosto che lavorare su se stessi.
L'ho già detto, questa quarantena ci ha svestiti, ha mostrato le nostre miserie.
Addì, 7 aprile 2020
 

8 aprile 2020

Ci hanno insegnato che bisogna vivere ogni minuto come se fosse l'ultimo e poi ci dicono di mettere in standby la vita perché questi potrebbero essere gli ultimi momenti. Sì, lo so, si vive anche a casa, anzi a casa si sta benissimo. Credo che molti stiano molto meglio a casa che fuori. Poi ci hanno detto che l'uomo ha distrutto troppo la natura, bisognava fermare questo processo, quindi adesso la terra respira meglio, i lupi scendono dai boschi, gli uccelli sono liberi di portare tutte le infezioni che possono e l'acqua del mare è limpida, ma si può guardare senza toccare. L'uomo, però, è un animale intelligente e sa bene che se non è nato in cattività, ci soffre ad essere recluso, sa che bisogna difendersi da una natura troppo aggressiva, arrivare a trovare un accordo di pacifica convivenza. Nel frattempo, ci tocca subire la rivincita degli altri animali (Orwell ci aveva visto lungo anche in questo), l'uomo in gabbia in un grande zoo e tutto il resto del mondo fuori.
Ergo, adesso ci spetta vitto e alloggio gratis, noi dovremo solo ricevere le visite delle altre specie e metterci in posa, le foto continueremo a scattarcele da soli.
Addì, 8 aprile 2020 


12 aprile 2020

Caro diario,
oggi è Pasqua, nonostante tutto. Ricevo messaggi sulla rinascita, sull'essere migliori e penso - sì, tutto molto bello, ma adesso? Adesso mi mancano le persone che amo, mi manca abbracciarle, baciarle, e non mi dicessero che si può essere vicini con il cuore, stronzate! Il corpo è la nostra storia, porta i segni dei dolori e delle rivincite, ci lancia segnali costantemente, e adesso ha bisogno di carezze. Il nostro corpo sa tutto, il nostro corpo è tutto.
Addì, 12 aprile 2020


Mi piace che finisca così questo elenco di post, con questa frase: il corpo è tutto.

E se il corpo dell'uomo viene chiuso in un recinto, se viene avvelenato, se viene giudicato, offeso, umiliato, non esiste libertà per lo spirito, è compromesso tutto.

DPCM dopo DPCM siamo diventati acronimi di vita. 




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