martedì 24 maggio 2022

COSA SI MANGIA?

Ore 12:30, sono a casa in smartworking, whatsapp si illumina: Cosa si mangia?

Puntuale come la vittoria dell'Ucraina all'Eurovision, arriva la richiesta delle mie figlie. Da quando sono in smartworking, oramai più di due anni, sono tornate ad attendere i miei pranzi come una poppata, loro che hanno imparato presto a cucinare mentre ero in ufficio, adesso si sentono più figlie, più esigenti.

La domanda sarebbe anche confortante, se fosse esclusivamente un banale riconoscimento del ruolo di madre, ma è diventata un esame, un test sulle mie abilità da nutrizionista.

La risposta, quindi il pranzo, deve contenere necessariamente carboidrati e verdura, qualche volta legumi,  non deve contenere troppo olio, deve essere diversa dalle ultime nove risposte e deve soddisfare i gusti di entrambe.

Impresa ardua per una figlia dei figli della guerra, per giunta napoletani, che hanno conosciuto i sacrifici ed hanno poi creato famiglie durante il boom economico; una come me, cresciuta nel calore e nella condivisione dell’abbondanza a tavola, tra pasta con sughi ricchi di condimento, in cui spugnare chili di palatone cafone, gnocchi fatti in casa, lasagne, casatielli, braciole, cotolette e pure pesce e verdure, ma fritte.

Quando poi ho cominciato a cucinare, cercavo di essere sobria nella preparazione dei piatti quotidiani e sfogavo il mio estro nei dolci. Anche io ho provato a convertire al “sano” mia madre, imponendole menu a base di petto di pollo arrostito ed insalata, ma lei aveva la capacità di far passare per verdura la parmigiana di melanzane ed i peperoni al gratin, ed io la assecondavo con piacere.

L’idea che nella pasta con il cavolo non avrebbe potuto più mettere la scorza di parmigiano, nella pasta e fagioli la cotica, è stata difficile da fare accettare a mia madre, ma alla fine dal casatiello sono stati eliminati solo i cicoli, vabbè nel casatiello la sugna ci può stare, ci deve stare, ma i cicoli no, è troppo.

Insomma, un giorno preparo le orecchiette con i broccoletti, un altro la pasta con le zucchine, poi pasta con i friarielli, con i carciofi, con i peperoni, con i fagioli, la sera carne, pesce o uova con verdure, tutto questo perché possano mantenersi magre e belle ed il sabato sera mangiare panini multistrato con hamburger, formaggio, cipolla fritta, pancetta, lardo di colonnata, salsa e merengue.

Comprendo quest'attenzione che rivolgono all'alimentazione e mi fa sorridere, c’è solo una cosa che mi preoccupa, un’espressione che ho appena riportato: magra e bella, un binomio che per molti è un intercalare.

Si fa la lotta ad ogni tipo di discriminazione, anche a quelle inesistenti, e non si combatte lo stereotipo più stupido e dannoso, secondo il quale alla magrezza equivale la bellezza, soprattutto per una donna.

Non nego che un’alimentazione sana dia benefici, che ancor di più il movimento aiuti a rallentare l’ineluttabile processo di invecchiamento, sono convinta che sia importante seguire regole alimentari e che ci si debba curare; non voglio dire che non esista il bello e il brutto, esistono e come, ma sono concetti relativi, esiste sicuramente un troppo magro ed un troppo grasso, ma esclusivamente ai fini salutistici.

Mens sana in corpore sano, è vero, perché sano è l'armonioso equilibrio tra corpo e anima. La bellezza è una danza di linee e pensieri.

A che serve parlare di asterischi e schwa se la pancia, l’arco d’amore, è ritenuta un elemento antiestetico e discriminante?

Oggi ho deciso, a pranzo pasta e patate con la provola ed il basilico fresco del mio balcone, e nel pomeriggio, una bella camminata.



martedì 10 maggio 2022

301. IL CIELO IN UNA STANZA

Oggi il mio blog compie 9 anni, ne ho scritte di stronzate, eh? Lo so, pure il titolo di questo post può sembrare non avere attinenza, ma è casa mia e scrivo quello che voglio.

Che poi un senso ce l'ha.

Un blog è uno spazio social più riservato, non scorre in una home, lo devi cercare, devi andare ad aprire un link, per esplorare un piccolo mondo di idee e riflessioni.

Per me questo spazio, questa stanza disordinata, è stata una fucina di idee, ho imparato tanto scrivendo e confrontandomi, e in questo esercizio quasi decennale ho trovato rifugio, ogni volta che Facebook non mi bastava. Poi, non mi è bastato più neanche il blog, ed ho scritto “Condominio Arenella”, un romanzo che mi ha dato grandi soddisfazioni. Pochi mesi fa, la stessa casa editrice, la IOD, pubblicava una raccolta di miei frammenti poetici “Novantanove fiori selvatici”, accolto molto bene dalla critica, ma poco conosciuto al pubblico di lettori.

Sono contenta di queste due mie creature, alle quali in futuro si aggiungeranno altri progetti, sono contenta soprattutto di aver fatto compagnia a chi si sentiva solo. In un’epoca di distanze, imposte, volute e a volte combattute, un blog diventa un luogo di ritrovo, un baule di parole, di riflessioni politiche, di poesia e a volte di risate.

Faccio con il blog quello che qualcuno fa con le strade, percorro spazi nascosti, un po’ più riservati, per andare a conoscere la vera condivisione. Come quando cammini per i vicoli di Napoli e resti incantato davanti ai bassi, da cui escono profumi di detersivi e sughi, dove c’è quasi sempre una donna ai fornelli che gira mestoli e crea cerchi che legano e tengono unita la famiglia.

Continuerò a rimestare parole in questo pentolone, perché è il modo per me più semplice per riempire le distanze, per portare il cielo in una stanza.

Dal 10 maggio 2013 ad oggi il blog ha ottenuto 99.342 visualizzazioni per 300 post. Ringrazio i lettori fedeli e quelli occasionali, perché mi hanno seguita in un laboratorio di pensieri, dove le parole non erano sempre studiate a dovere, dove ha sempre prevalso l’istinto, la passione, la voglia di fare comunità.

Buona bloggata a tutti e, mi chiedevo, perché l'olio di semi costa minimo € 3,50 al litro?