martedì 28 giugno 2016

214. DUE PAROLE SU BUD SPENCER

Ogni volta che passava in TV un suo film, mio padre ripeteva che lo conosceva, che lui e Carlo Pedersoli avevano frequentato assieme il Circolo Canottieri a Napoli. Con risultati diversi, ovviamente. Bud Spencer era l'eroe dei miei coetanei, era il gigante buono per antonomasia. A me non piacevano i suoi film, erano da maschi, troppo stupidi e pieni di cazzotti, non esultai quindi, quando i miei amici in una calda sera di fine agosto di molti anni fa, convinsero i genitori a portarci a vedere "Piedone d'Egitto". Ricordo ancora il cinema all'aperto di Ischia, le scomode sedie di plastica e ferro e la contentezza di noi bambini. Eravamo eccitati per l'uscita di gruppo, felici di andare al cinema, ma Barbara, Valeria ed io avremmo preferito vedere un altro film. Non riuscii ad appassionarmi,  ma mi ero sorpresa a sorridere più volte durante la proiezione e, soprattutto, a fare il tifo per lui. Gli facevano fare sempre la parte del buono, ed i suoi occhi, il suo sguardo erano perfetti per quei ruoli. Era un uomo intelligente e schivo Carlo Pedersoli, una brava persona. Stamattina ho sentito mio padre al telefono e, tra le altre cose, ho accennato alla morte dell'attore, mi ha detto, un po' commosso: mi dispiace, era un napoletano fiero di esserlo e di cui andare orgogliosi.


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