A parte la protesta dei commercianti di via Tribunali, oggi chiusa ai pedoni in virtù dei festeggiamenti per i trent'anni di attività di Dolce e Gabbana, protesta tra l'altro garbata e condivisibile, a Napoli in questi giorni non ho letto o udito lamentele di grande rilievo. Ci sono state le consuete critiche rivolte ai divieti imposti al traffico urbano, anche queste prevedibili e poco concitate, qualche disappunto sui disagi che inevitabilmente l'organizzazione ha comportato, ma niente di più. Allora perché, sono giorni che leggo sui social offese contro chi si è permesso di non applaudire alla scelta degli stilisti di invadere Napoli per una settimana? Perché leggo solo post che elogiano Dolce e Gabbana, elencando tutti i benefici di cui Napoli potrà godere grazie a questo evento? Con chi ce l'avete? Dove sono quelli che avrebbero avuto l'ardire di esprimere un parere contrario? Io non ne vedo. Mi pare che la condivisione del post di qualcuno di cui non conosco il nome, sempre perché su FB l'onestà intellettuale non si sa cosa sia (vedi ad esempio il post di Matteo Grandi su Pellé che molti hanno spacciato per proprio), sia stata un'altra mossa pregna di retorica e slogan degna dei migliori post di Saverio Tommasi e dei peggiori concerti del primo maggio. Sembra quasi che sia stato deciso di pubblicizzare la casa di moda attraverso questa difesa preventiva, un paraustiello perché i napoletani accogliessero a braccia aperte gli invasori e mostrassero loro immensa gratitudine. Pare che i napoletani, popolo furbo e scaltro per antonomasia, siano caduti nel tranello con grande disinvoltura. A Napoli si è sempre eccessivi, si sa, nel bene e nel male, ed è tutta qui la sua bellezza, in questo sfacciato contrasto tra le strade ricche e curate ed i vicoli popolari e caotici, tra tradizione e innovazione, tra filosofi e pescatori. Ed è questa ossessiva ed eclatante contrapposizione tra folklore e innovazione, questa intensità, propria di ogni passione, che rende Napoli la città italiana più idonea alla celebrazione del marchio D&G. Poi, che ognuno dicesse la sua, ma che sia davvero la sua, e non facesse battaglie contro i mulini a vento.
la trovo un'iniziativa in piena cacofonia con il contesto attuale socio-politico e cosi via..di napoli città..posso capire manifestazioni di folklore o presentazione della tradizione napoletana.... ma una festa di Dolce e Gabbana !!! che ovviamente in pieno stile che si addice a chi non deve sgobbare per mangiare , ha pensato bene di fare l'ennesima " o' famo strano " ..ed i napoletani ? so casi loro di come l'hanno presa ! secondo me è servita solo per uno svago degli stilisti.
RispondiEliminaA me è piaciuta la festa e sono convinta che Napoli ne beneficerà. Il fatto poi che i media nazionali abbiano dato poco rilievo all'evento è lo scotto che paga la città per aver scelto un sindaco antirenziano.
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