La fine delle vacanze per alcuni è un triste ritorno ai doveri, per altri un rassicurante riordino di cose e pensieri. Le abitudini sono la fortezza che ci costruiamo per non cedere all’attacco della verità, all’impegno della libertà.
Settembre è un alibi, è la regola da trasgredire, una casa da riempire.
- Arrivo tra un paio di ore, ti trovo a casa?
- Sì, sì, ieri sera ho fatto tardi, non credo di uscire.
- Monica, non farmi trovare tutti i panni a terra, mi avvilisco, lo sai.
- Non preoccuparti, ho messo le cose sporche in lavatrice e il resto piegato sul letto.
- E come mai?
- Stanno arrivando anche Fabrizio e Valerio, sai che palle mi avrebbe fatto mio fratello!
- Ah, quindi per tuo fratello sì, per me no. Vabbè ja, lascia stare, basta che l’hai fatto.
- Ecco, apprezza, cara mammina.
- E per forza, non ho scelta.
<<Anì, ma con chi ti stai scrivendo, che ti fa ridere così?>>
<<Nessun potenziale fidanzato, è mia figlia, Monica, quella scema teme più il giudizio del fratello che il mio. Ha svuotato la valigia e si è preoccupata di sustemare tutto, sistemare poi.>>
<<Marò, chill Fabrizio è sempre stato fissato con l’ordine. Te lo ricordi pure sulla spiaggia, come metteva tutti i secchielli e le palette a posto a fine giornata? Che fissazione! Ma mo ‘sto fidanzato spagnolo lo sopporta?>>
<<Lo adora. Fabrizio è pieno di virtù, anche meno evidenti.>>
Roberta guarda l’amica con un sorriso malizioso e insieme ridono come due ragazzine imbarazzate.
La macchina con i bagagli è pronta, la casa dalle pareti bianche e il piccolo giardino col fico in mezzo al prato, tornano ad essere nuovamente custodia di immagini e desiderio di nuova fuga.
<<Che profumo questa frittata che hai fatto, Anita!>>
<<Non preoccuparti, Nando, ne ho fatta una anche per voi. In frigo c’erano uova a sufficienza per due frittatone. Dovresti indagare sui rapporti di tua moglie con il contadino, per quante uova ha comprato in questi giorni, ha fatto tipo la moglie di Fantozzi con il panettiere.>>
Ridono i tre amici, con le facce vicine, nell’abitacolo della macchina che trattiene gli ultimi momenti di spensieratezza di un’altra estate da cui ricominciare.
Anita è arrivata a casa, con il suo trolley ed una larga busta colorata.
Ad aprirle la porta ci sono tutti: Fabrizio, con gli occhi stretti e le braccia aperte, Monica con un top corto, che svela una pancia abbronzata ed un piercing all’ombelico e, tra le mani, un mestolo di legno; accanto a Fabrizio c’è Valerio, sorridente e, un po’ più indietro, c’è anche Renato, che gioca con un avocado, lasciandolo da una mano all'altra.
<<Quanto siete belli! Aiutatemi con la valigia, che devo lavarmi le mani e sistemarmi un po’, jamme.>>
Fabrizio le porta la valigia in casa, mentre Valerio le toglie la busta dalle mani, Monica e Renato corrono in cucina a completare la sorpresa per la cena.
Anita si chiude in bagno e si sciacqua il viso, guarda compiaciuta la sua abbronzatura e si sente bella. Si scatta una foto allo specchio e la invia su WhatsApp.
- Sono tornata
- Evviva!
- Che bello il tuo entusiasmo.
- Tu sei come una terra /che nessuno ha mai detto/tu non attendi nulla se non la parola/che sgorgherà dal fondo/come un frutto tra i rami/c’è un vento cheti giunge/cose secche e rimorte/t’ingombrano e vanno nel vento/membra e parole antiche/tu tremi nell’estate.
- Mica hai intenzione di ucciderti, come Cesare Pavese, vero?
- Sciocca, sei una sciocca.
- A dopo
- A dopo
L’ironia è l’arma di chi conosce il dolore e ha paura della gioia, di chi sa andare a fondo e risalire in superficie, lasciando che tutto scorra sul mare che accarezza i corpi e conduce alcuni verso la stessa riva.
<<Mamma!>>
<<Ué, che è stato?>>
Anita raggiunge gli altri in cucina.
<<Perché state tutti qui?>>
<<Perché questa è l’ultima sera che stiamo insieme tutti quanti.>>
<<Fabrì, per fortuna non siamo tredici a tavola, ma poi stai sicuro che ne faremo tante altre di cene insieme. Oggi pare che tutti volete morire.>>
<<Ma tutti chi?>>
<<Lascia stare. Piuttosto, che avete combinato?>>
<<Io ho cosinado la paella>> dice timidamente Valerio.
<<Oilloc, lo sapevo che prima o poi sarebbe accaduto.>>
<<Io e Renato abbiamo fatto il riso nero con il salmone e l’avocado.>> Aggiunge divertita Monica.
<<Quando il gatto non c’è…>>
<<E tu, mamma? Hai fatto la tua meravigliosa frittata di spaghetti. Abbiamo aperto la busta perché emanava un odore che ci tentava.>>
<<Sì, Fabrì, ho fatto la frittata di spaghetti, in bianco, con un po’ di pancetta, una cosa semplice, rispetto ai vostri piatti elaborati.>>
<<È la semplicità del bene, che vince su tutto!>>
<<Quanto sei saggio, Renato!>>
Anita abbraccia il ragazzo teneramente, con un sorriso di indulgenza, che segna la fine delle ostilità.
<<Vabbè, apparecchiate e consumiamo tutto questo ben di Dio, e ringraziamolo questo nostro Dio.>>
Anita prende il cellulare ed apre WhatsApp:
- Allora, la cena di pesce?
- Anche domani, se puoi. Ho tanto da dirti, e lo voglio fare guardando i tuoi occhi e sentendo il tuo odore.>>
- Anche io ho tanto da dirti. A domani.
Una nuova stagione è un’altra opportunità, con un nuovo sapore, che ha radici profonde.
La terra conserva e protegge quello che conta.
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