Ogni giorno mi capita di assistere ad uno spettacolo davvero interessante: la vita! I protagonisti siamo tutti noi, talvolta in vista, talvolta dietro le quinte, spesso con un copione difficile, ma sempre affascinante! Ognuno di noi interpreta il suo ruolo, veste dei panni, ma ci sono dei particolari che tradiscono la vera natura dell'attore. Attenti a come mangiate, potreste trovarvi davanti una come me che attraverso il vostro modo di mangiare, di portare il cibo alla bocca, di masticare, può capire qualcosa di voi che non vorreste mostrare, può leggervi dentro.
Ad esempio, se davanti agli occhi mi si presenta uno di quei tipi che mangiano di tutto, in tutti i momenti, uno di quelli che divorano tutto ciò che è commestibile, che ingoiano, che quasi non masticano, che non assaporano, che non sanno bene cosa stanno portando alla bocca, anzi più che portare alla bocca è un venirsi incontro tra la bocca e la forchetta, un incontro a metà strada. Queste persone mi inteneriscono, quasi mi commuovono, perché dietro quei modi, dietro quella apparente superficialità, è nascosta tutta la loro insicurezza. Buttarsi in gola tutto con avidità, è un modo per accaparrarsi tutte le cose che è possibile avere, in maniera facile e sicura. Magari è altro che si vorrebbe possedere, magari basterebbe pensare che ciò di cui si ha bisogno può essere conquistato in maniera diversa, o che se proprio non si può avere, occorre rinunciarvi e provare a cercare altrove, ma non nel cibo. Li abbraccerei tutti questi attori, proverei ad insegnare loro come rallentare il ritmo, come amare le piccole cose, come assaporare il cibo, come ritrovare la soddisfazione tra le cose che già si hanno. Li abbraccerei forte forte e proverei ad infondere loro un po' di amore per se stessi.
L'altro giorno, invece, pranzavo alla mensa aziendale e non potevo fare a meno di osservare una collega che mangiava lentamente, troppo lentamente, con aria scettica nei confronti di ogni boccone, quasi con la paura che da ogni forchettata potesse all'improvviso sbucare fuori un mostro. Queste persone, generalmente diffidenti verso tutti, sono avide di sentimenti, sono molto razionali e non riescono a lasciarsi andare facilmente. Mi sembrano abbastanza sulla difensiva, pronte a mordere chiunque si avvicini troppo, chiunque possa carpire loro troppe informazioni sulla propria persona, sulla propria storia. Sono schive e un po' meschine, pericolose come la dose che stanno per azzannare. Per questi attori, non posso fare altro che sperare che un giorno dal boccone esca davvero il mostro, che le spaventi e dia loro quella dose di adrenalina di cui necessitano.
Infine, non smetterei mai di guardare quelli che mangiano con gusto, che si portano il cibo alla bocca con moderazione, con una piccola pausa tra un boccone ed un altro, quanto basta per assaporare la pietanza. Quelli che bevono un sorso di vino, che si leccano le labbra mentre mangiano. Quelli che non lasciano niente nel piatto. Quelli che amano il cibo perché amano la vita, che si mostrano apertamente, che vivono con passione, che sanno esattamente cosa c'è nel piatto e cosa stanno facendo. Sanno che in quel momento stanno godendo, di un piacere sano e sincero, stanno assaporando la vita con interesse e partecipazione.
Queste sono le mie impressioni, le impressioni di una donna che ama la vita, ama bere, cucinare, mangiare, soprattutto in compagnia. Una donna che assapora tutto, che quando mangia una pietanza che non ha cucinato lei, sa individuare tutti gli alimenti adoperati per la preparazione.
Io il cibo, come la vita, come le persone, lo voglio ascoltare, leggere, assaporare, io non voglio compiere dei gesti in automatico, io voglio essere presente in ogni atto di questo fantastico spettacolo che è la vita!
Secondo i tuoi esimi Colleghi che han trascorso con me ben tre settimane, per otto ore al giorno ad "osservarmi"(! dire "ascoltarmi", pretenderei troppo!), mi attesterei fieramente nella terza categoria. Con 3 aggiunte: la voglia di sommare i sapori buoni, per scorpirne sempre di più sublimi; la curiosità per tutto ciò che non conosco (so che assaggerei i sapori più esotici!) e la diffidenza per quel cibo invitante il cui abuso può far male (la carne), quindi se non per una serata conviviale, cercherei di evitare (ma questo, come tutto) deriva da trascorse brutte esperienze. ...Ma perché mentre descrivo queste mie modalità, d'un tratto mi sembra che non stia affatto parlando di come mangio? Sulla scia della tua riflessione, rileggendo quello che ho scritto, effettivamente mi sembra di parlare di relazioni interpersonali (anzi, relazioni Vs un genere sessuale a me gradito!). Brava MaVi (come sempre)! PS: Tutte le parentesi che ho messo mi fanno pensare a tanti piatti tutti diversi che stuzzichino il palato! RiPS: ...ancora ricordo la tua lasagna!!!!
RispondiEliminaSembri me quando catalogo le persone in base alle loro molteplici abitudini :)))
RispondiEliminaPenso che tu abbia immaginato come potrebbe mangiare una persona con le caratteristiche che descrivi....
Ma le persone sono caleidoscopiche...devi osservarle molte e molte volte per la quasi certezza.
Chi mangia poco e lentamente può darsi che ha mal di denti;
Chi mangia voracemente è perché è ansioso e stressato;
chi mangia elegamemente con gusto saggiando tutti i sapori è perché si sta gustando anche la visione di una bella donna o di un bel uomo..
In quest' ultimo caso..direbbe Woody Allen " sta facendo sesso attraverso il cibo " tanto per restare su di un argomento di importanza mondiale... ah ah ah
Ironizzo...:))
Cia Nat
Bellissimi i vostri commenti Cyrano e Natale! Per Natale, tengo a specificare che facevo riferimento ad un comportamento reiterato nel tempo. Per il resto ... nulla è come appare ...
Elimina