sabato 29 giugno 2013

39. LA LEGGE DEL CONTRAPPASSO

Giusto per parlare un po' di noi che viviamo abbastanza sul web, dalla Nonciclopedia:
"Per legge del contrappasso si intende l'espiazione dei peccati mediante punizioni simili o contrarie alla colpa, ma esponenzialmente amplificate. Se ad esempio una persona è rea di passare troppo tempo al computer, un buon contrappasso sarebbe condannarla a chattare con una fungirl  che le spiegherà per filo e per segno (tra l'altro in bimbominkiese stretto) perché i Finley sono meglio dei Dari, con tanto di file multimediali annessi. E questo per il resto dell'eternità!"
Ancor prima di studiare Dante (convinto assertore della legge del contrappasso), io già credevo fermamente che la punizione ideale per il colpevole fosse subire la stessa pena che aveva inflitto alla sua vittima. Questa idea è andata scomparendo nel tempo lasciando posto ad un atteggiamento più tollerante e comprensivo nei confronti dei colpevoli. Ho cominciato a comprendere che forse non è sempre giusto punire troppo severamente un uomo perché ha commesso un crimine, se ha ucciso, ad esempio, non lo si può punire commettendo il suo stesso reato, non sarebbe logico, soprattutto non sarebbe educativo, cioè lo potrebbe diventare per gli altri, potenziali criminali, ma quello punito? Allora ho cominciato a fare una distinzione, a classificare i reati in base alla loro gravità, ed a capire che ci sono reati da scontare con la reclusione associata ad un percorso di recupero e ci sono reati per i quali tutti noi desidereremmo la pena di morte, parlo ovviamente delle violenze sui bambini e sui più deboli in generale. In Italia la massima pena è l'ergastolo. Ad oggi, sono 1500 i detenuti sul cui certificato, accanto al proprio nome, compare la scritta: «Fine pena: mai». L'eterno dibattito sull'utilità di questa pena: c’è chi dice che l’ergastolo è giusto perché se certi colpevoli sono condannati a stare in carcere tutta la vita, le loro vittime sono già sotto terra. Altri obiettano che l’ergastolo è contrario ai principi stessi della Costituzione, la quale prevede la rieducazione del reo e il suo reinserimento nella società. In Italia esistono due tipi di ergastoli: quello cosiddetto semplice, che dà la possibilità al condannato di uscire, se ha mostrato di meritarlo, dopo trent’anni, e dopo quindici, a metà pena, per qualche permesso, e quello ostativo, il più duro, quello che non prevede, fino alla morte, né permessi né semilibertà (circa 1400 detenuti sono sottoposti a quest'ultimo tipo di reclusione). A pensarci bene, quindi, l'ergastolo è pena ancor più dura della morte. Ci sono detenuti che pensano ogni giorno al suicidio, che non riescono a tollerare l'isolamento. Questa umiliazione, questo annientamento della dignità umana, deve essere davvero molto dolorosa. Negli ultimi anni si fa un gran parlare della insufficienza delle carceri in Italia, della mancanza di spazi e fondi necessari per la reclusione e rieducazione dei condannati. Trovandomi a discutere con alcuni miei amici sull'argomento, ho potuto constatare che molti di noi condividono la stessa semplice idea: rendere utilizzabili vecchi edifici abbandonati, presenti un po' ovunque nel nostro bel Paese, creare degli spazi dove poter rendere dignitosa la vita del carcerato e, soprattutto consentire loro di  produrre alimenti e rendersi quasi totalmente autosufficienti, e di conseguenza  costare di meno e non essere costretti a stare nelle celle tutto il giorno! Confido nel ministro degli Esteri Emma Bonino che sembra aver preso a cuore la questione richiamando l'attenzione di questo nostro inutile governo: <<Siamo il primo paese condannato dal Consiglio d'Europa>>, ha affermato di recente il ministro.
Sono convinta che la soluzione non sia nell'indulto e nell'amnistia, o peggio ancora, nella depenalizzazione dei reati. La certezza della pena, viceversa, resta un elemento fondamentale per riportare un po' di giustizia e di legalità nel nostro paese.  La soluzione è in una migliore, più umana organizzazione della vita nelle carceri. Occorre dedicare studi seri e competenti ed investire pochi fondi (basterebbero anche parte degli immeritati compensi ai parlamentari) per rendere più dignitosa, fruttifera e realmente riabilitativa la vita dei condannati dietro le sbarre. Chiunque può sbagliare, ma deve essere offerta a tutti un'altra possibilità.
P.S. Resta ferma la mia idea di applicare la legge del contrappasso ai reati sentimentali, quelli dove la legge non ha competenza. Tutti i traditori devono subire un tradimento, tutti i pettegoli devono essere messi al centro dei pettegolezzi più cattivi, ed infine, tutti gli invidiosi devono vedere decuplicati i successi e le vittorie di chi invidiano! Allora sì!

6 commenti:

  1. Una battuta: la legge del contrappasso prevede anche " io ti ammazzo se tu ammazzi ? ". Dante è uno spasso , ma lì, nella Divina , siamo già ad un livello superiore di giustizia gestito da chi non è della terra; ma sulla terra dove ci sono istituzioni corrotte, giudici, avvocati...si avrebbe cmq una farsa.
    Sono d'accordo sulla vivibilità delle carceri;
    ma la durata delle pene non deve essere abbassata, anzi ! Per reati nei quali sono coinvolti parenti ed amici e nei reati ambientali e di frodi alimentari io ci andrei con la mano pesantissima.
    migliorando la vivibilità delle carceri ed aumentando la durata delle pene si creerebbero anche posti di lavoro e si darebbero degli esempi per il futuro. sono sadico ? Forse si.
    Poi c'è un'altra cosa che non capisco e che si ripete troppe volte ( un esempio è stato il processo di Amanda Knox ) come è possibile condannare nel 1° processo ed assolvere nell'appello ???? Al massimo nell'appello si dovrebbe decidere se rifare il processo una terza e definitiva volta !!! Spesso mi viene da pensare che l'appello sia usato ad hoc per gli imbrogli di chi può !!! Ora ad una come Amanda Knox ci mettono il sale sulla coda ? Blah .
    Cmq il genere umano sulla terra , mi dispiace dirlo, capisce solo le mazzate !! ed una giustizia " cattolica, umana e accomodante" sarebbe un deterrente per commettere ancora di più reati..è una cosa non bella da dire, ma le cose vanno sfortunatamente così su questa terra.
    Ciao Nat.

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  2. Ciò che conta non è la durata ma la certezza della pena.
    Ma noi Italiani siamo "garantisti", in altri Paesi, che vengono definiti "giustizialisti", nei commissariati ci sono stanzette dove, se ti beccano a fare un graffito, a guidare senza casco, a vomitare ubriaco in strada, ci passi quei due, tre, quattro giorni. Ma questo vale per TUTTI. Che speranza c'è in Italia dove se ti bocciano il figlio è perché la professoressa è cattiva e si fa ricorso al TAR???
    Giovanni

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  3. Intendo che l'Italiano dovrebbe imparare che se capita a suo figlio di finire dentro per aver insultato uno o per aver molestato una è GIUSTO. La regola è regola. Non dovrebbe avviare la pietosa pantomima del "Era la prima volta", "È stato provocato", "La Polizia si è accanita"...
    Starete dicendo: "Parole sante !!!!" Bravo !!!!". Ora pensate a vostro figlio ed immaginate che ciò accada a lui per essere stato fermato senza i documenti del motorino. In cella per due giorni. Siete ancora giustizialisti ???

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    1. senza i documenti del motorino , se uno li ha dimenticati a casa, non penso si vada in carcere; io ho visto ragazzi che guidavano i motorini con assicurazioni false ( sicuro ! ); qui sono colpevoli anche i genitori : sono ignavi ? non sanno che il figlio guida il motorino senza assicurazione ? Ed il figlio che guida senza assicurazione mica è come quello che guida avendo dimenticato i documenti a casa. E se investe qualcuno il figlio senza assicurazione ? sicuramente scapperà... allora penso sia giusto mandare in carcere il padre o no ? Secondo me le leggi sono giuste: il problema è che non si rispettano..ma se ci sono, bisogna essere giustizialisti..altrimenti, ed io sarei il primo, si tende sempre a salvare "il figlio".." la moglie" " il parente" etc ..è ovvio !!! Ma poi non bisogna scandalizzarsi se il camorrista o chiunque altro salva il figlio, la moglie, il parente etc. Per mia fortuna , ma penso anche nel vostro caso sino ad adesso non mi è capitato alcun guaio : figlio/polizia..ma nulla si può escludere per il futuro. Penso, però che non ci sia capitato nulla perché un minimo di educazione i nostri figli l'hanno ricevuta. se poi un figlio le fa di tutti i colori , fermo restando che i genitori ( me compreso) faranno di tutto per non mandarlo in carcere, non mi sembra giusto per quelli che hanno subito " tutti i colori del figliolo" , ed allora come la mettiamo ? . bisogna essere permissivi ? ed allora lo si deve essere con tutti, però senza alcun razzismo perdeterminato a seconda del quartiere di provenienza...altrimenti non vale..si imbroglia...o mi sbaglio ?
      Il discorso di cui sopra è duretto e mi rendo conto di ciò..ma c'è una regola nello svolgere azioni: " la responsabilità" se un medico sbaglia o un ingegnere sbaglia e provoca vittime è probabile che vada in galera ! ha sbagliato perché la sera prima si è bisticciato con la moglie ? OK.. ed allora poteva non operare o non progettare, ma se lo ha fatto si è assunto una responsabilità ed ha sbagliato sapendo che non era in condizioni psichiche giuste. Umanamente io li salverei...ma le famiglie delle vittime cosa pensano ? di salvarli perché aveva l'attenuante che si era bisticciato con la moglie il giorno prima ? Penso che dualmente come nel caso di salvare nostro figlio..se il medico o l'ingegnere di cui sopra avesse ucciso nostro figlio...noi benvolmente lo manderemmo al rogo..o no ?
      Essere giudici è difficile! Specialmente nella diversa condizione di carnefice o di vittima. Perciò il progresso civile ha creato il diritto..la magistratura..etc..per avere un equo giudizio...ma sempre umano è ! Sperando che esista un giudizio " eterno" ed una " vita eterna " che ci salvi dalle umane debolezze.
      ciao

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  4. Stiamo parlando in astratto. Ma in Inghilterra, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Australia se ti beccano senza documenti della macchina, a rubare una matita, vai in galera, poco ma ci vai. Serve ad insegnare a rispettare le REGOLE.
    Occorrerebbe poi fare un lungo discorso sulla giustizia per ricchi di questi Paesi... Ma Berlusconi, Monti e Letta si sono mossi esattamente in questa direzione. Deflazionare il contenzioso. Politica deflattiva del contenzioso. Strumenti di deflazione nel processo. Noi avvocati ne sentiamo parlare da sempre. Il risultato è sempre uno. Rendere costosissimo far valere un proprio diritto o difendersi da un'ingiustizia. Così soccombono solo i poveri. Che poi il tuo ingegnere, il tuo medico, Nat, vadano in galera te lo sogni...

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    1. Uno cerca sempre di difendersi dalle ingiustizie, dai sopprusi etc, ma spesso cozzi contro un muro perchè civilmente usi " la legge " o le buone maniere; dovresti avere invece la malsana abilità di farti giustizia da te ( la tua giustizia, ammesso che sia quella giusta ). Diciamolo francamente, per mettere animalescamente le cose a posto...spesso servirebbe solo una buona sventagliata di mitra ! E' una miserabile conclusione istintiva e non " cristiana" che attesta il livello di giustizia e di buon vivere civile che regna attualmente nel mondo. Non siamo messi bene....meglio non pensarci e tirare a campare fin quando ce lo consentono.
      Ciao..
      NAt

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