domenica 13 ottobre 2013

62. AFRODITA

Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l'amore che ho lasciato correre per occuparmi di lavori in sospeso o per virtù puritana. 

Così inizia Afrodita, il libro di Isabelle Allende, scritto all'alba dei suoi splendidi 50 anni, ed in queste due righe c'è il senso della vita.
Io mi pento un po' delle diete, ma solo perché cominciate mille volte e mai portate a termine, ed anche perché sono convinta che si possa mangiare di tutto, basta farlo in maniera rilassata e non convulsa, basta poi vivere allo stesso modo durante il resto della giornata, camminando, guardandosi attorno e non fermarsi ad osservare solo se stessi e la bilancia. Portare allegramente qualche kilo in più non fa male, viceversa, stare sempre lì a criticarsi, a lavorare per cambiarsi, fa molto male. Se non avessi fatto quelle mille diete, probabilmente oggi peserei qualche kilo in meno ed il mio corpo me ne sarebbe grato. Invece l'ho violentato, ho deciso di forzarmi e non di assecondarmi. Magari, ai periodi di fame spasmodica sarebbero naturalmente seguiti periodi di quasi disinteresse per il cibo ... tutto in maniera molto naturale, ma questo è un altro argomento, che probabilmente tornerò a trattare. 
Quello che questa mattina volevo dire è che ho sempre creduto che le donne dotate di grande abilità culinaria, fossero anche dotate di grandi doti amorose: la passione per gli odori, per il gusto, la pazienza e la dedizione rivolta alla preparazione di un piatto è assimilabile al modo in cui ci si approccia all'amore ed al suo lato erotico.
Quando ci sentiamo giù, quando le cose non vanno per il verso giusto, quando non ci sentiamo tanto amati, basterebbe un abbraccio, vero, sentito, a tirarci su. Se poi fosse possibile che quell'abbraccio diventasse un amplesso ... Quale migliore anti stress del sesso? In realtà, non sempre abbiamo a portata di mano qualcuno con cui praticare questa sana attività rilassante, allora ci rifugiamo in altri palliativi, la musica, lo sport, la cucina  ... Chi sceglie di dedicarsi alla cucina e lo fa in modo passionale, spesso riesce a ritrovare sensazioni di piacere davvero terapeutiche. Amo la domenica per questo, perché mi consente di dedicarmi alla cucina senza fretta, mi fa dare libero sfogo al desiderio di procurare piacere, di condividere con altri odori e sapori. Oggi, ad esempio, ho preparato la pasta al gratin e l'arista di maiale agli agrumi. Non ho seguito particolari ricette perché un po' di regole di base le ho apprese dalla mia mamma ed un po' dalle altre fantastiche cuoche che ho conosciuto nel corso della mia vita, il resto poi, ce lo metto io. La domenica mattina amo passeggiare per i mercatini alimentari e scoprirne gli odori: amo l'odore delle verdure e degli ortaggi, il profumo del sedano, dei finocchi, dei ravanelli, l'odore della cipolla fresca che si unisce a quello più dolce delle insalate. E poi l'odore delle frutta, degli agrumi aspri e dell'uva. Quando rientro a casa, non mi resta che ultimare la preparazione del pasto, già avviata di prima mattina, e mettere in fresco del buon vino. Oggi, inoltre, in tavola non possono mancare i dolci, come tradizione comanda, la domenica il pranzo si conclude sempre con i pasticcini, in casa mia prevale l'amore per il babbà e per i dolcini al cioccolato, ma non disdegnamo anche qualche cannolo siciliano ... Insomma, adoro cucinare ed anche mangiare e credo che per questo a volte mi arrabbio con FB, perché il virtuale non ha odori, non ha profumi, sapori ... il che a volte è anche meglio ;)
Buona domenica a tutti!

3 commenti:

  1. Ho letto Afrodita 3-4 anni fa ... è stata una rivelazione. Brava l'Allende nel trasmettere integralmente quei sentimenti intrecciati tra cibo e lenzuola. Ciao MV. Antonello

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  2. il cibo , i piaceri della gola , l'arte della cucina...fu vera arte o rappresenta L'allegoria e la metafora di tentare di rappresentare o di sostituire "il piacere " attraverso i sapori, gli odori , diventando così un sofisticato esercizio di surrrgorare ciò che ci piacerebbe...ma che alla fine porta , se non trova seguito nel continuum con lo stare insieme e godere dell'unione e dell'amore, al solo ingrasso. Se poi, da solo, il piacere della gola sconfina nell'eccesso val bene, come fece il poeta , domiciliarlo nel luogo delle pene. Se l'arte di manipolare i sapori e di associarli in una gustosa pietanza è il sipario che prepara la scena che unirà i due amanti , allora diventa una rappresentazione perfetta che unisce piacere della gola al epilogo del piacere dell'amore. Da sola , l'arte della cucina, è un autoerotismo virtuale che non ha compimento...come se recitassimo una commedia in un teatro vuoto.
    Beh è un mio pensiero sull'argomento. Oggi sono stato a pranzo da mia madre: solita abbuffata che in quel momento ti lascia soddisfatto..piaceri della gola..sapori...ma dopo..ti resta solo la digestione pesante...e dopo qualche ora pensi che ne avresti anche potuto fare a meno.." il surrogato del piacere ".
    Ricordo invece la duratura estasi dopo un rapporto d'amore con colei che ti piace..la sera resti incantato nei pensieri..e quello che ti resta è qualcosa di non facilmente descrivibile e di non cancellabile.
    Ecco...cucina e amore..insieme sono il massimo..da soli... regge solo l'amore.
    Ciao Mavi.

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