sabato 7 dicembre 2013

73. LA RINASCITA

Per me, e per gran parte dei miei coetanei con prole, la parte peggiore della giornata inizia con il suono della sveglia ... Ogni mattina in casa mia si mette in scena una tragedia, si parte delle lamentele delle bambine che proprio non vogliono saperne di lasciare il letto (più le chiami e più si attorcigliano tra le lenzuola), quando finalmente a malincuore abbandonano il letto, iniziano a litigare in bagno, noi genitori per interrompere lo scontro ed affrettare i tempi cominciamo ad urlare l'elenco delle cose da non dimenticare (vi siete pettinate? avete lavato i denti? avete messo tutti i libri nello zaino?), nel frattempo, appuntiamo cose da comprare su un foglietto che il novanta per cento delle volte resterà abbandonato all'ingresso di casa, si discute con il coniuge sull'organizzazione della giornata, si accendono e si spengono luci, si aprono finestre, e tra un urlo ed un altro, finalmente si esce. Ahaaaa, ed è già il primo sollievo. Ma il momento più bello, quello che segna la fine della parte peggiore della giornata, è quello in cui si affidano i bambini agli insegnanti, quello in cui ci si sente finalmente liberi, leggeri. La scena a cui assisto ogni mattina quando accompagno le mie bambine a scuola è più o meno questa: un fiume di genitori che tengono per mano i loro bambini e corrono verso la scuola affannando, facendo mille raccomandazioni, molti di loro dopo aver lasciato l'auto in doppia fila, si muovono in maniera maldestra. Nel senso opposto, a passo molto più lento, camminano sorridenti quelli che "si sono liberati". Li vedi camminare leggeri, salutano tutti quelli che conoscono, si fermano a parlare intralciando il passo di quelli che ancora devono raggiungere la scuola, alcuni si accordano per consumare un caffè assieme, si avverte un'euforia dal carattere quasi adolescenziale: è la rinascita! La trovo una scena meravigliosa! Mi piacerebbe fotografare questa, come altre mille situazioni a cui assisto quotidianamente. E' così immediato ed eclatante il cambiamento che ti viene da pensare quanto l'essere genitori ci faccia sentire troppo responsabili, schiavi di un ruolo importante, troppo impegnativo e serio, e quanto a volte ci sentiamo inadeguati o comunque da questo ruolo vorremmo scappare. Questo, ovviamente, non ha nulla a che vedere con l'amore e la cura che rivolgiamo verso i nostri figli, ma tanti, tantissimi di noi, si sentono un po' spenti, un po' frenati dagli impegni che la famiglia impone e finiscono per cercare piccole fughe quotidiane dalle responsabilità. Bisogna rendere indipendenti quanto prima i propri figli, accompagnarli nella crescita, ma seguirli un po' da lontano, e continuare a vivere come persone libere, a coccolarci, a condividere caffè e cene con amici, a stare un po' da soli. Ogni tanto mi fermo e mi immagino correre libera, da sola, verso l'ignoto.



6 commenti:

  1. Sinceramente, finchè è stato necessario, l'accompagnamento di mia figlia a scuola è stato il momento più bello della giornata, quello per il quale valeva la pena di alzarsi la mattina. Quanti commenti, quante osservazioni, quante confidenze.... Non aveva prezzo.
    Lasciatala, mi allontanavo lento (esistono lavori in cui alle 8 e 10 del mattino non puoi fare proprio niente) e col sorriso sulle labbra. Che bei ricordi.

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    1. Non era quello che volevo dire, caro anonimo, che ti tradisci quando dici "finché è stato necessario" come a dire "non per scelta", sei un padre, e spesso meno soffocato da responsabilità e impegni familiari rispetto ad una madre. Io non metto in dubbio che i momenti trascorsi con i figli siano momenti irrinunciabili, parlo della condizione di giovani genitori che vorrebbero sentirsi un po' più liberi, un po' più figli. Forse tu per tua figlia non "dovevi" fare altro, e quello era l'unico momento che condividevate. Ciao

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  2. I padri tendenzialmente trascorrono meno tempo con i figli.

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  3. .... Non a caso viviamo nell'epoca .., che passera' alla storia , per aver prodotto la '' generazione figlio unico'' :D ...,
    .. i love you ... Candy candy Sara... <3

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  4. Oooooohhhhhhh, che bello!!!!! Finalmente una mamma che non ha paura di dire ciò che pensa la maggior parte delle mamme ma che NON dicono per paura di passare per delle cattive mamme. Ciao Mavi, sono sempre Sonia, la tua "vicina di casa" salernitana. Da premettere che non sono mamma, ma vedo come la maggior parte delle mamme, tutte le volte che pensa finalmente di aver mollato per un po' i figli (che sia a scuola, o un pomeriggio a casa di un amichetto), lo pensi quasi con un senso di colpa. Ma senso di colpa di cosa? I figli sono i figli, la cosa più importante e preziosa del mondo, ma questo non significa che ogni tanto si voglia anche riprendere un po' fiato, giusto per un attimo perché, per quanto siano la cosa più bella del mondo, i figli, soprattutto quando piccoli, sono anche tanto ma tanto faticosi e impegnativi. Che male c'è a dire o pensare "Quando sono a lavoro sto bene perché sembra quasi che mi rilassi rispetto al lavoro impegnativo (seppur bello, appagante, piacevole e pieno d'amore) di stare con i figli"? Questo non fa mica di una donna una cattiva mamma o la rende una persona perfida? Una donna, prima di diventare mamma, è prima di tutto un essere umano, non vedo quale sia il problema ad ammettere che sì...... ogni tanto è anche bello "ossigenarsi" un po' e dire che "mollati" i figli, si riprende un po' fiato. E invece vedo come la maggior parte delle donne, seppur lo pensi e alla fine lo ammetta, lo faccia quasi sottovoce, quasi come se fosse una colpa avere un pensiero del genere.
    Brava Mavi, condivido in toto tutto ciò che hai scritto.
    Ciao, Sonia.

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  5. non ti viene in mente che noi esseri viventi di razza umana applichimo una serie di regole costruite ad hoc per rispondere ad esigenze che nascono dal sorgere di problemi che nascona da.... e così via. Spesso chiamiamo amore l'applicazione certosina di alcune di queste regole. Io non ho vissuto tra gli animali ( ah ah ah ) ma ho visto innumerevoli filmati di vita animale. Una mamma di molte specie animale si farebbe ammazzare per difendere il figlio; gli insegna a vivere, a cacciare, a difendersi e dopo lo lascia al suo destino. Penso che in questi frammenti di vita animale ci sia un grande amore ed un grande senso pratico della vita.
    Noi abbiamo lo stesso senso della vita ? A volte confondiamo l'amore con il possesso; difendiamo nostro figlio all'estremo anche quando sbaglia percui ne facciamo un qualcosa che affronterà la vita in modo distorto; non gli insegnamo le cose pratiche ed importanti : a cavarsela da solo !!!!
    E' ovvio che a te, a me, ed a tanti, viene quel senso di liberazione quando lasciamo la scuola ed il pargolo...ma sai cosa penso MAVI ? Che quel senso di liberazione è rivolto verso noi stessi !!! Noi che viviamo a volte " inventando l'amore " ....inventando i problemi e dimenticando i " veri problemi ".
    L'animale spesso è molto più coerente, pratico ed amorevole di noi.
    Si potrebbe scrivere tanto sui nostri modi sbagliati di intendere la vita e di educare i nostri figli secondo lo schema che piace a noi ( il figlio non può ribellarsi..non ti pare ? ) e della nostra " ricerca di liberazione dai nostri modi sbagliati di vivere la vita "....che guazzabuglio da essere umano MAVI !!!!
    beh quanto sopra è una parte di ciò che mi ha fatto pensare quella scena che anche io ho vissuto " di liberazione giornaliera dal pargolo " e questa è la risposta che mi do..e penso proprio che sia così.."noi li creiamo e noi cerchiamo di risolverli " cosa ?...... I problemi MAVI ( a parte quelli di salute :) ) ...penso che solo l'essere umano sa essere così contorto.
    Ciao MAvi

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