sabato 8 febbraio 2014

85. IMPARIAMO A COLORARE

Sono giorni strani questi, giorni di transizione. E' inverno, ma piove come se fosse autunno e non fa freddo. La politica forse sta ricomparendo, dopo decenni di finzioni e false opposizioni, decenni di qualunquismo e di mille insane distrazioni. Qualcosa sta cambiando, ma c'è tensione. I cambiamenti non sono sempre ben accetti, l'uomo, si sa, è un animale abitudinario. Ci rintaniamo nelle nostre case e sfoghiamo le nostre frustrazioni sui social network. Viviamo di parole che non fanno altro che mitigare i nostri sentimenti. Se capita di scrivere qualcosa di più forte, un po' sopra le righe, si rischia di essere giudicati violenti. E se invece rischiassimo? Se provassimo a cambiare le cose per davvero? Difficile, molto difficile. Più facile crogiolarsi in un dolore, in una sofferenza, che provare ad uscirne fuori. Ci abituiamo ad un grigiore soporifero e ci dimentichiamo della bellezza dei colori. Lo sfondo azzurro di un animo sereno, i toni verdi dell'equilibrio, il giallo brillante di una mente vivace, il rosso intenso di una passione. Sembra quasi che il cattivo tempo sia espressione dello stato attuale dell'Italia, più che l'inverso. Le cattive condizioni economiche italiane, l'impunità dei principali artefici, hanno spento le nostre giornate fuori e dentro. Forse, alla fine, non è un male. Forse senza tante distrazioni riusciamo a riflettere, a capire bene dov'è la fonte del malessere, di questo lento, deleterio, assuefarsi alla noia. Eppure basterebbe sperare che si possa cambiare, non accettare tutto passivamente, con rassegnazione, credere nella forza delle idee, nel dissenso, cominciare a manifestare il proprio disappunto, anche nella vita privata. Non mi piace quello che dice il mio collega, glielo dico, ne parliamo e cerco di capire, perché potrei scoprire che il suo punto di vista è condivisibile. Perché non esiste una verità assoluta, sono tutte interpretazioni, punti di vista. Esiste però la possibilità di ascoltare gli altri senza pregiudizi e magari trovare un punto di unione. Ecco cosa ci manca: una reale condivisione! Troppo egoismo, troppi interessi personali e immediati. Se si pensasse un po' di più al bene comune, se si fosse più lungimiranti, forse vivremmo meglio. Fare qualcosa per se stessi e per gli altri, fare qualcosa. Buon sabato. 

1 commento:

  1. Ho visto una trasmissione sugli animali e c'era un tizio che aveva molti cani e lui ha detto che gli animali sono puri ...leali...e attraverso l'amore che lui scambiava con i suoi cani ha imparato ad amare meglio ciò che lo circondava nella vita di tutti i giorni. Tu dici " impariamo a colorare ?" io dico si ! A colorare meglio la nostra esistenza dentro e quindi di conseguenza anche verso l'esterno..un po' come gli animali...Non è cosa semplice perché i nostri simili, a contrario degli animali, ci inducono ad una serie di comportamenti sbagliati ? strani ? folli ? non so.. esempio: nel quotidiano..l'uso folle di socialnetwork...cellulari..tablet...moda..SUV...porta al "se non hai queste cose o non le conosci o non le usi come i tanti sei definito come minimo un'eremita" .Poi c'è la malapolitica nessuno escluso neanche i MS5..che mancano di bon ton completamente..e non ne parliamo della corruzione e di altro. In questo ambiente malsano di colori abbaglianti ..forti..poco armonizzati..ci siamo noi che spesso ci vediamo poco colorati e cerchiamo di somigliare ai tanti " colorati" e così facendo ci perdiamo nel rumore e perdiamo noi stessi...ed invece dovremmo sviluppare il nostro sano colore...vivido ma non abbagliante e disturbante .un po' copiando dagli animali.e fregandocene delle tendenze del momento e sottolineo del momento !!!! Lo sottolineo perché non è possibile vivere " bene dentro " uniformandosi ad un " momento" voluto da altri e che magari per formalità o apparire ci induce a vivere allo stesso modo. Io ad esempio sto scrivendo ciò...e sto cercando il mio colore che mi faccia vivere bene...ma poi mi perdo anche io nel rumore caotico degli altri e delle loro tendenze " folli" cercando di sentirmi " inserito " nel branco ? ( branco in senso buono )...perciò sono consapevole degli errori ma anche della mia difficoltà a distaccarmi idealmente dal " branco" per vivere bene...
    ps.... ciò che ho detto non significa non voler più bene o amare gli altri e pensare solo a me stesso, ma vedere meglio ed amare meglio..e non ad amare una moda..una tendenza..una formalità..un modo yuppies di avanzare.o altro. SI, DOVREMMO IMPARARE A COLORARE MEGLIO NOI STESSI.
    Ciao Mavi.

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