sabato 27 dicembre 2014

138. PERLE AI PORCI

L'Italia è un paese senza palle. Non si prendono mai decisioni definitive, non c'è mai una vera scelta su nulla. Si eseguono direttive che offendono la nostra cultura, il nostro patrimonio naturale, artistico ed intellettuale. Del resto, si tollera tutto e non ci si indigna più per niente. La solidarietà è rimasto solo il nome di un ammortizzatore sociale. Si fa la guerra con frasi fatte e bei paroloni, ma il coraggio di scendere in piazza non c'è. Il coraggio di cambiare non c'è. Tutto inizia e finisce davanti ad uno smartphone, per gli under sessanta, dopo davanti alla TV. Camminiamo tutti a testa bassa, gli occhi puntati sul segnale 4G, tutti a frugare nella vita degli altri, ad imporre la nostra presenza ovunque. Siamo belli, allegri e ci facciamo i selfie (che personalmente adoro). Siamo tristi e lanciamo insulti subliminali contro chi ci ha ferito. Consumiamo storie su Whatsapp, ci emozioniamo, litighiamo e ci lasciamo con dei messaggi.  Tutto è filtrato ed ovattato dal virtuale. Tutto resta a livello superficiale. Uno smartphone tra le mani, per non farci troppo male, per non rischiare e non soffrire tanto, ma come per ogni forma di protezione, c'è il rovescio della medaglia: meno male equivale a meno bene. Questa rete che infuoca gli animi, ma non troppo, che emoziona, ma non troppo, quest'oppio dei nostri giorni che mitiga ogni sentimento. Inizio a detestare le sfumature di grigio (anche se l'espressione adesso evoca altre immagini), voglio il bianco ed il nero. Voglio gli immigrati, ma schedati; voglio la certezza della pena, ma delle carceri umane che recuperino e non finiscano per essere letali; voglio il lavoro per tutti, ma con criteri di meritocrazia; voglio la tutela del lavoratore, ma anche il controllo ed un'equa retribuzione. Voglio vivere più lentamente, con più rabbia, più sofferenza, ma anche con più gioia e soddisfazione. Voglio faticare per realizzare un sogno e non accontentarmi mai. Voglio una città più vivibile, meno sporca, meno tollerante, meno strafottente, la voglio bella come potrebbe essere, come merita di essere. E soprattutto la voglio poter curare, voglio che torni ad essere dei cittadini. Voglio spazi per correre, andare in bicicletta, dove respirare a pieni polmoni.  Mens sana in corpore sano, per ciascuno di noi e per le nostre città. Voglio che si diffonda la bellezza ed il controllo sociale. Voglio viaggiare e tornare, non voglio essere costretta a scappare. Voglio che il 2015 sia un anno speciale, per me e per chiunque sappia amare senza risparmiarsi. Voglio insegnare alle mie figlie che l'erba voglio non cresce nel giardino del re, ma nelle modeste fioriere degli onesti e di chi difende con coraggio la propria dignità!
Buon anno!

5 commenti:

  1. Tutto per il 2015?? 😕 la vedo dura

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  2. Amen ! ma ho sentito che gli allibratori danno questi voglio realizzabili nell'attuale Italia " 1 : 100000 !!!! pensa che in un mondiale la Costa d'Avorio era data 1 : 300 vincente il mondiale !!! penso che l'unico voglio che si realizzerà sarà quello di schedare gli immigrati; altri voglio sono realizzabili, ma non qui in Italia...altri ancora dipendono da te...da me ..dalla singola persona di come vuole organizzarsi e vivere la propria vita estraniandosi da mode, luoghi comuni..tendenze ed altre cose che durano il tempo di una breve emozione e poi si spengono...

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  3. Risposte
    1. uno su centomila ce la fa.... ( G. Morandi )....
      Buon 2015 :)

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