giovedì 19 maggio 2016

205. RADICALE LIBERO

Avevo circa otto anni e frequentavo la terza elementare in un istituto di suore, quando fu ucciso Aldo Moro. Di quei giorni ricordo solo una marea di manifesti con il suo volto incollati ai muri delle strade, i numerosi servizi del telegiornale e qualche preghiera recitata in suo suffragio a scuola. Non capivo ancora bene cosa stesse accadendo, ma ricordo che in quel contesto fu fatto anche il nome di Marco Pannella. Ho appreso molti anni dopo la sua posizione rispetto all'accaduto, la sua volontà di percorrere la strada della trattativa durante il sequestro, volontà che, come adesso è noto, nessuno condivise, neanche il Papa. Avevo pochi anni in più, quando sentii parlare nuovamente di questo Pannella, perché durante un TG della RAI si era presentato imbavagliato per contestare la gestione delle informazioni. Poi per un po' Marco Pannella è stato "quello degli scioperi della fame", ogni ingiustizia sociale, ogni azione legislativa che ritenesse lesiva della dignità della persona, la condannava con il suo digiuno. Sit-in, scioperi della sete, scioperi della fame, una volta avevo letto che per sopravvivere durante uno sciopero della sete, si era visto costretto a bere la sua pipì. Mi chiedevo se non fosse sbagliato adottare questo sistema perché la gente sapesse, se il gesto eclatante potesse servire a risvegliare le coscienze. Per me, come per molti altri adolescenti, era uno "eccessivo", un esibizionista. Crescendo, ho imparato che spesso alcuni gesti eclatanti sono necessari, che fare politica in un certo modo non è sbagliato, che manifestare le proprie idee sempre e comunque è espressione di libertà. 
Le battaglie per la qualità della vita nelle carceri, per l'abolizione della pena di morte, venivano puntualmente minimizzate e ridicolizzate da quelli che amavano definirlo "il politico che faceva uso di droghe", "quello che voleva legalizzare gli spinelli". In età adulta, ho ripensato a lui, alla Bonino, a tutti quelli che si erano battuti perché io, e tutte le donne italiane, avessimo la possibilità di scegliere di abortire. Oggi sono in tanti quelli che lo salutano con ammirazione, che gli riconoscono un ruolo positivo nella politica italiana, gli stessi che non se ne fregano niente di sapere cosa sia realmente accaduto a Giulio Regeni, che magari non sanno manco chi è. Ecco, per Regeni, probabilmente per mille altri casi ancora, mi ritroverò a rimpiangere un uomo come Marco Pannella.
Ed è per lui che mi viene da ridere ogni volta che si parla di combattere i radicali liberi.


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