domenica 26 giugno 2016

213. CHI DI POPULISMO FERISCE, DI POPULISMO PERISCE


"Cari ragazzi europei, siete nati in un continente di pace, non avete mai visto la guerra sotto casa, siete cresciuti senza frontiere, progettando di studiare in un altro Paese, fidanzandovi durante l’Erasmus, scambiando messaggi con gli amici sulle occasioni per trovare lavoro o sui voli meno costosi per vedere un concerto."
Comincia così l'editoriale di ieri di Calabresi sull'uscita della Gran Bretagna dall'UE. E prosegue.
"I vostri nonni, che sanno cosa è stata la guerra, dovrebbero avere a cuore un futuro di libertà per voi, ma insieme ai vostri genitori si stanno lasciando incantare da chi racconta che rimettere muri, frontiere, filo spinato servirà a farci vivere più tranquilli, sicuri e sereni. Che tornare ad avere ognuno la propria moneta riporterà lavoro, prosperità e futuro. 
Vi stanno raccontando che la democrazia diretta e i sondaggi in tempo reale risolvono magicamente i problemi, che esistono sempre soluzioni semplici e a portata di mano, che non c’è più bisogno di esperti e competenze, che la fatica e la pazienza non sono più valori, che smontare vale più di costruire. Il continente è malato, ma la febbre di oggi è la semplificazione, l’idea che sia sufficiente distruggere la casa che ci sta stretta per vivere tutti comodamente. Peccato che poi restino solo macerie."
E Riotta sulla Stampa, insiste:
"... a persuadere una maggioranza di inglesi, vecchi contro giovani, licenza media contro laureati, campagna contro città, a votare Si al Brexit è stato il risentimento contro il presente. Una miscela acre di angosce per il lavoro che scompare e l’emigrazione che cresce, glassata dalla nostalgia per il miraggio di un passato romantico, pub, posto fisso, Regina, orgoglio Brit."
Insomma, in Italia hanno deciso:
sti referendum di merda non si devono fare! Poi finisce che il voto sia espressione di una scelta di pancia, gente incolta e chiusa, timorosa del nuovo e del confronto. Gente che si vuole tenere il suo e non lo vuole condividere con nessuno, che osa mettere voce in faccende importanti di cui non capiscono un cazzo. Meglio che a decidere siano i 'competenti' che sta gente stia a casa ad eseguire quanto stabilito da chi ne capisce di più!
Questo è quello che ci stanno dicendo.
Non ho voluto spendere parole sulla Brexit, fino ad ora, per incompetenza e per il troppo caos di commenti ed analisi banalissime sull'argomento. 
Non proverò neanche adesso ad interpretare il voto dei britannici, né tanto meno a profetizzare sulle sue  conseguenze, ma mi dà così fastidio questa presuntuosa ed arrogante analisi che gli intellettuali del nostro paese stanno diffondendo in questi giorni che non posso proprio fare finta di niente. Per questi signori abituati a dire la loro con la convinzione di essere sempre nel giusto, che hanno riempito di buonismo e retorica le pagine dei quotidiani più diffusi ed anche i programmi televisivi, che hanno fatto della tolleranza apparente la loro bandiera, adesso tacciano di populismo tutti quelli che riscuotono più consensi di loro e dei propri 'amici'. Mi dispiace aver citato proprio Calabresi e Riotta, due penne che ho amato e che tuttora reputo di grande valore, ma mi pare troppo semplicistica e snob la loro analisi. Mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa di più profondo ed appropriato, avrei voluto che da quelli come loro fosse partita un'osservazione più attenta, una critica più oggettiva e meno di pancia. Così si finisce per dar ragione a tutti quelli che i giornali non li comprano più e le questioni, anche le più serie, le discutono sui social.
È vero che non si può discutere ogni questione con un referendum, ma lo è solo nel momento  in cui non si è  fatta una corretta informazione sull'argomento. Non è  che il popolo deve sempre stare zitto e subire, senza piangere, per carità, che se no sveglia il re. Che si smetta di denigrare tutto ciò che non appartiene al proprio mondo ideologico e culturale. Impariamo ad essere più populisti,  meno snob, che c'è più retorica negli anti-populisti che nel contadino britannico. 


4 commenti:

  1. al di là del modo elegante o presuntuoso di dire le cose, si sta evidenziando un dato di fatto grave: la politica attenta solo al rigore finanziario ed economico spinge quelli che non si sentono protetti ad agganciarsi al primo falso profeta che promette miracoli.
    I miracoli oggi non li può fare nessuno ! Il popolo deve ancora imparare a non votare Barabba ed a stare attento a votare miraggi. Questo può accadere anche in Italia con salvini o con i 5S , premesso che il governo PD è da 5 . Non possono promettere cose irrealizzabili allo stato attuale, così facendo si portano dietro le masse scontente e poi non risolveranno un bel niente o molto poco.
    Vedi ad esempio che nel nostro parlamento si votano emendamenti e leggi , pro o contro, non per la giusta valenza dell'oggetto proposto, ma solo per mettere in difficoltà l'avversario sia esso di governo , che di opposizione. In questo modo ti rendi conto che non andremo da nessuna parte.
    Mi sa che chi sente il logorio del potere che non ha , ha l'intelligenza di tirarsi dietro gli scontenti con parole e filosofie che però ad un occhio attento appaiono difficili da realizzare , e chi ha il potere ha la presunzione e l'arroganza di non ascoltare il malcontento.
    Che vuò fa..è l'inizio del disastro..speriamo di no

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  2. Sai cos'è Nat? Un popolo ignorante fa comodo fino a quando è manovrabile, ma nel momento in cui va contro le previsioni o comincia a capire certi meccanismi, non è più l'utile idiota, ma diventa scomodo. Se in Gran Bretagna si è svolto il referendum sull'Unione Europea, è sicuramente perché già era presente un forte malcontento, e nessuno dei governi britannici si è preoccupato di calmare gli animi. Se il risultato è stato quello che è stato, quindi, è perché la maggior parte dei britannici la pensa così, compresi i governanti. Inutile stare a denigrare l'elettorato. I vari Riotta, Calabresi, Serra, sono il peggio dell'Italia radical-chic: parlano e scrivono dalle loro lussuose case di campagna fregandosene di tutto.

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  3. Giusto per precisare, io sono a favore dell'Unione Europea, ma credo che vadano rivisti alcuni accordi. Se davvero la parte colta ed intellettuale britannica non avesse voluto la Brexit, avrebbe lavorato nei mesi precedenti per convincere gli incolti che l'unione fa la forza. Attenti a sottovalutare le persone.

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    1. e' giusto; è stata una risposta istintiva all'indifferenza del potere. Però entrambe: risposta e indifferenza non sono costruttive, per dirla in modo matematico: non sono coerenti con gli ideali che entrambi carnefici ( potenti) e vittime dichiarano di volere. In giro si vede un vento di voglia di reset e format. Ma sai benissimo che il reset è pericoloso ed il format ha bisogno di uno che sappia cosa fare dopo.
      Al di là del giusto istinto non vedo nella massa o nei profeti che inneggiano una chiarezza di idee. come uomo della strada vedo parecchia incertezza nella quale, come la storia insegna, i lupi sanno bene come e dove inserirsi e quindi la vittima rischia di passare da un carnefice all'altro. con questo non sto dicendo " facciamoli fare ", ma che non ci sono idee chiare e d'altronde lo vedi anche all'estero: podemos si è sgonfiato dopo pochi mesi ! com'è possibile ? Magari se domani rifanno il referendum per il BREXIT potrebbe anche capovolgersi il risultato, questo è caos, non coerenza, di chi è la colpa ? non lo so !

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