martedì 24 aprile 2018

285. COM'È DIFFICILE DIRE ADDIO


Eccoli, li vedi all'improvviso per la strada, mentre guidi, mentre cammini, e ti fermi ad osservarli, come se potessi sentire le loro urla soffocate: sono i contenitori destinati a raccogliere gli indumenti usati, da donare a chi ha bisogno di coprirsi. Sono bocche di metallo grigio che vomitano ostentazione, traboccano di inutilità. Dentro è un crogiuolo colorato di panni e borse e scarpe dismesse, che prolifera ad ogni cambio di stagione.  Un ingozzamento forzato che asseconda la smania di pulire e riordinare armadi e vite, la voglia di cambiare, il desiderio di nuovo. C'è anche l'orgoglio di madre gratificata dalla crescita dei suoi bambini, c'è il bisogno di sentirsi utili, di poter fare del bene regalando ad altri qualcosa di personale.
Hanno una funzione assolutrice queste bocche, travestono di altruismo la vanità: si svuotano armadi per far posto ad altri oggetti, ma in fondo si fa anche del bene.
Chissà perché in questi contenitori ci finiscono anche magliette bucate, scarpe con la suola spaccata e borse della spesa usa e getta, credo che non sia per disprezzo della povertà, piuttosto ho la percezione che dalle cose ci si distacchi sempre con molta difficoltà. Quella camicetta bianca acquistata per andare al colloquio di lavoro dove hai incontrato il tuo compagno, quella cintura che ti ha regalato una cara amica, e quel maglione di un verde inimitabile, che ogni volta che lo indossi tutti a farti i complimenti. E quel vestito blu acquistato per la seduta di laurea, quanti ricordi! E cosa importa se la camicetta non si chiude più ed è piegata nel cassetto da sei anni? Che conta se il maglione verde ha un buco sul gomito ed ogni bolta che lo indossi fingi di non saperlo? Il vestito blu ha una linea un po' superata, ma magari torna di moda! L'mportante è che stiano là, a portata di vista, che siano sempre con noi, le nostre cose, che almeno quando ci sentiamo soli ci tengono compagnia, come delle fotografie, dei profumi del passato. Ma arriva il momento in cui bisogna separarsi da questi nostri complici e, come a volte avviene per le persone, aspettiamo che siano loro a lasciarci, a chiederci l'ultimo saluto, ai nostri indumenti l'onere della scelta, quindi.
E quando hanno scelto e la separazione è necessaria, preferiamo affidarli ad altri piuttosto che buttarli. Del resto, è la nostra roba.



5 commenti:

  1. Leggerti è una droga ormai... Andrea

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  2. Mi sa che stai più inguaiato tu... Ma io mi firmo, a differenza tua... Andrea di consoli

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  3. Quanto mi piacciono le persone con le palle che si firmano... Sempre Andrea di consoli

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  4. condivido, è difficile inserire parte della nostra esistenza in un cassonetto

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