mercoledì 6 luglio 2016

216. DIRE FARE BACIARE

Oggi è la giornata mondiale del bacio, che vorrà dire? Che si dedicano 24 ore al bacio come si fa con le malattie, con le commemorazioni? O forse come si fa con i diritti: giornata dei lavoratori, giornata della donna, giornata dei baciatori. Comunque sia, festeggiare il bacio è giusto ed è  piacevole. Quindi che si fa? Ci si bacia tutti? Andiamo per le strade a dispensare baci? O è sufficiente ricordare che il bacio è una delle più belle espressioni del piacere? Quindi è sufficiente, in questo caso, ricordare ciò che lo celebra in maniera degna. La prima immagine che associo alla parola bacio è l'opera di Klimt, presente oramai in molte case italiane, e la meravigliosa  scultura in marmo di Rodin. Se penso al cinema, mi vengono in mente quello tra Rossella O'Hara e Rhett Butler, tra Harry e Sally, tra gli innamorati infedeli De Niro e Streep, e tanti altri ancora. In musica, Kiss di Prince e Il bacio sulla bocca di Fossati. Insomma, di baci ce ne sono tanti, ma nessuno è bello come quello sognato. Il bacio è conoscenza, è il confine tra la fantasia e la realtà, è l'immaginazione che prende sapore, è il primo assaggio, la prova. Il bacio è inizio, ma è anche fine, richiesta di amore,  ma anche generosa ricompensa. Ci sono baci attesi da così tanto tempo che quando ci sfiorano quasi ne riconosciamo il gusto, che ci hanno fatto compagnia per tante di quelle notti, che ne siamo entrati in confidenza. E baci prevedibili, ma sempre emozionanti. I baci immensi di una mamma, i baci sempre insufficienti degli amanti. Si danno tanti baci nel corso di una vita, di certi ci si potrà pentire, ma di alcuni si avvertirà la mancanza, perché ci resteranno appiccicati addosso come un tatuaggio, a ricordarci ogni giorno di quanto fossero belli e quanto ci hanno fatto male.



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