martedì 3 settembre 2013

52. MI PIACE

Più volte ho pensato se introdurre o meno il tasto "mi piace" su questo blog. Non l'ho fatto e credo che non lo farò, per vari motivi.
Il primo è che non intendo condizionare nessuno: è provato che un numero elevato di "mi piace" incuriosisce e porta l'80% delle persone che leggono a fare altrettanto, il 5% a voler mettere "non mi piace" per distinguersi dalla massa (a prescindere, sempre e comunque), ed un 15% ad ignorare il numero di consensi.
Il secondo motivo è nell'intenzione di distinguere questo blog dal mio profilo FB, pagina sulla quale posto canzoni, opinioni, fotografie e interagisco con centinaia di persone velocemente, come se il mio profilo fosse un blog "mordi e fuggi", e questo un luogo dove poter fermarsi un po' di più a riflettere.
Il terzo motivo, per me fondamentale, è nel tentativo di spronare le persone ad esprimere qualche concetto proprio, con calma, anche nell'anonimato se lo si vuole. Viviamo oramai di concetti ed opinioni "preconfezionate", dobbiamo solo condividere e scrivere "mi piace", possiamo limitarci a pochi click perché vogliamo essere ovunque e con chiunque. Allora decidiamo di farci un giro per il web, mettere "mi piace" un po' qui e un po' lì, e non ci soffermiamo più su niente: aumenta la quantità dei contatti, ma non la qualità.
Io ci provo, non metto il tasto "mi piace" perché non si sappia (lo sappiamo solo io e Google) quante persone hanno letto e gradito il mio post, perché non si commenti solo perché si sa che altre centinaia di persone ti stanno leggendo, perché si scriva ciò che si vuole, senza vincoli e censure.
Ho scritto post per i quali ho ricevuto diversi messaggi privati, talvolta commoventi, ma ho rispettato la volontà delle persone di non pubblicare qui i loro commenti, a malincuore, perché so che il confronto arricchisce e, soprattutto, come ho scritto più volte, ci fa capire che non siamo soli.
Insomma, credo che i nostri cervelli si stiano atrofizzando: utilizziamo frasi fatte, facciamo nostre espressioni comuni e inflazionate, condividiamo idee e pareri altrui e non elaboriamo più un concetto nostro. Ho sempre affermato che questa fosse la differenza tra un erudito ed un colto. L'erudito possiede una marea di informazioni e nozioni e, solitamente, le spiattella ai quattro venti vantandosene, il colto ha le stesse informazioni, ma le elabora, sviluppa un certo senso critico ed utilizza le sue conoscenze per ampliare i propri orizzonti e comprendere le "diversità".
Voglio spronarvi ad essere voi stessi, perché sono convinta che ognuno di noi abbia qualcosa da dire e lo sappia fare in maniera originale. Ciascuno ha da raccontare un po' di se stesso, ecco, se ne avete voglia, fatelo qui. Io (e non solo io) vi ascolterò.
Buona lettura

8 commenti:

  1. io proporrei anche il "non mi piace" su FB con tendina per spiegarne i motivi(quelli che ora elenco sono generici e non indirizzati alla buona Picone): non mi piace perché hai sempre la solita faccia da idiota in tutte le foto, non mi piace perché i bambini sono fantastici ma dieci foto al giorno mentre non fanno niente di speciale me le sarei risparmiate volentieri; non mi piace perché ammiro la tua autostima ma in costume non ti si può guardare( un lui o una lei); non mi piace perché sono ateo e tutta questa violenza nell'imporre la tua religiosità mi infastidisce allo stesso modo in cui lo farebbe a te se postassi una bestemmia coi fiocchi; non mi piace perché chi ha messo mi piace non lo argomenta; non mi piace perché non è aderente al mio gusto estetico ma rispetto chi ha messo mi piace. Ecco, io farei aumentare, invece, la possibilità di motivare il sentimento suscitato dai vari post.
    (mamopi)

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  2. Tu parli di...e speri nel confronto con persone che si " espongono" ; io gironzolo su social network da vari anni ed ho percepito che: coloro che si espongono in modo spassionato sono pochi. Che esistono moltissime persone camaleontiche che sin quando la cosa non ha nessun rientro..si limitano ad osservare, spiare..mettere un mi piace quà e là...poi quando vedono qualcuno\a che può interessarli " cambiano !!! ".
    Ho percepito che quando pubblicamente ( per iscritto) colloqui con una persona su Fb o su altro..ti sembra che quel dialogo sia limitato tra te e l'altro/a e qualche raro partecipante..niente di più falso. Quasi tutti gli amici di FB di entrambi ..stanno leggendo e fanno i loro pensieri sulla cosa..ma non partecipano assolutamente al dialogo ( qualcuno dirà per privacy dei due o per rispetto....niente di che, è solo per sapere e non esporsi e magari per malignare in privato ).
    Mavi ..ripeto e per questo probabilmente sconterò qualche pena dantesca, che ho la percezione con l'andare degli anni che il genere umano non sia tanto angelico, ma varia tra il diavolesco e la maschera di carnevale dietro il bel faccino di rappresentanza. Per quanto mi riguarda, dal web ho potuto avere qualche bel scambio prolungato di opinioni solo con rapporti di E-Mail con persone che non conoscevo di fatto; rapporti che si sono naturalmente estinti. Ti riporto un paradosso che mi accade su FB:
    ho vari amici, tra cui una quindicina ( uomini e donne ) che frequento realmente e con alcuni ci vediamo spesso il sabato con rispettivi consorti, mariti o compagni...ebbene: scrivi qualcosa su FB ( politica..sentimentale...etc..etc..)..il 90 % di questi amici più intimi si limita , se ti va bene , a mettere il ditino su mi piace e non perchè stanno lì saltuariamente, ma per una ragione che non comprendo ancora ma che ne darò una mia interpretazione. Non solo ciò accade quando scrivi tu, ma anche quando scrivono loro, a volte ho commentato i loro post o scritti e non mi è arrivato di risposta mai un commento nè un mi piace se non rarissimamente. Poi magari il sabato ridiamo e scherziamo insieme !!! Beh la vuoi la mia interpretazione ? Si limitano allo striminzito " mi piace " perchè non vogliono esporsi, perchè non vogliono farti capire come realmente sono fatti ed allora postano solo innumerevoli luoghi comuni su gatti e cani che muoiono, balene disperse..cibi velenosi..e vari aneddoti sulla napoletanità..perchè lo fanno ? Boh !!!!
    Allora nei miei pensieri sorge un sospetto: sono persone a posto, sono educate, ti mettono a tuo agio il sabato o quando stiamo insieme ....ma è tutto vero ciò che mi appare ? Cosa passa realmente nella mente di questo caro amico ? Quale diavolo o maschera si cela dietro il suo amabile aspetto di rappresentanza ?
    Spero di sbagliarmi.
    Ciao Mavi.

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  3. Boh?! Vivo felice (parole grosse) senza Facebook.
    Il post e le rispost (grande umorismo...) mi confermano che ho ragione io. 'sta roba non serve a un cazzo... Veramente ancora confidate nella spontaneità, nella genuinità dell'animo umano??? Ma per favore!!!
    Qua è tutta una giungla in cui si fa a gara a chi prima incula l'altro e voi vi aspettate che uno si sbilanci su un social network??? Mi pare davvero il posto meno opportuno.
    La "gente" (nell'accezione peggiore del termine) non vi dice se preferisce la mozzarella di Battipaglia o di Mondragone e voi ritenete verosimile che vi comunichi il suo pensiero (perchè anche semplice, destrutturato tutti hanno un pensiero) su un uomo politico, su un libro, su un programma televisivo, su un fatto di cronaca??? Prima ancora che il pensiero si traduca in parola, scattano una serie di meccanismi ormai automatici di "valutazione rischio/opportunità" di comunicazione e pubblica esposizione del proprio pensiero. [È opportuno (mi conviene di più) che dica A, B o C? È rischioso (qualcuno ne conserverà, anche nell'inconscio, memoria in futuro) espormi per quello che veramente sono (o credo di essere)?]. Cosa avrò (o potrò avere o potrei avere) in cambio se mi esporrò, se sceglierò? È di tutta evidenza che la soluzione migliore (e infatti è la più comune) è non scegliere nè A nè B nè C (figurarsi X o Y...!!!).
    Siamo al periodo ipotetico del libero arbitrio. Non scelgo o meglio scelgo di non essere perchè così un domani potrò o potrei avere.

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    1. "mi piace" ..per dirla alla FB. L'hai descritta più hard di quella che ho descritto io...: hai ragione a vivere senza facebook, in pratica non serve a niente ! ...ma gli stessi che la sera farneticano su facebook alla mattina te li ritrovi davanti e magari sono tuoi colleghi o amici ( ci sei o non ci sei tu su FB) e nella tua vita reale possono mostrarsi ancora più falsi e astuti perché sono presenti in carne ed ossa perciò l' eventuale maschera che portano esige una partecipazione teatrale attenta in ogni parte..però, e qui convengo con te sulla fragilità del social network, hai il vantaggio di poterli guardare negli occhi, ascoltarli ed osservarli e dato che nessun ladro è perfetto, prima o poi apparirà ciò che è dietro la maschera.
      Ciao

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    2. In verità, non mi riferivo a Facebook ma al Mondo.
      Niente è fatto per niente. Ogni gesto, ogni manifestazione di sè è frutto di una accurata e rapidissima valutazione preventiva del tornaconto che si riceverà.

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    3. Giovanni, se ho capito quello che volevi dire, hai detto quello che volevo dire. Anzi no, non quello che volevo dire ma quello che se avessi voluto dire avrei detto, tranne alcune cose che forse non avrei detto, o scritto, ma le avrei pensate, ma avendole scritte prima tu, se le pensassi anche io, probabilmente attribuirei questo pensiero a te e quindi non avrei pensato di averlo pensato io, ma in effetti è quello che è già successo. MhhMMM vabò. (mamopi)

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  4. Provo sempre a non intervenire nei commenti, a meno che non venga chiamata in causa, ma mi piacerebbe aggiungere alcune osservazioni. Anche se è vero che tutti vorrebbero accontentare tutti, ovvero non schierarsi per non inimicarsi chi potrebbe rivelarsi "utile" in futuro, è pur vero che pochi sanno elaborare un pensiero proprio, non sanno realmente cosa dire. L'anonimato qui eliminerebbe il primo ostacolo, ma resta comunque il secondo: nessuno più è abituato a "pensare". Preferisco mille volte che le mie bambine giochino con le bambole, inventando storie e provando ad imitare i loro genitori, piuttosto che vederle con un giochino elettronico che richiede uno sforzo intellettivo minimo. Facciamo la rivoluzione su FB e poi se si tratta di scendere in piazza troviamo mille scuse ... Forse tutto è cominciato da quando è nata la televisione ... Sì, sarò banale, sembrerò superficiale, ma la colpa è tutta della televisione: rappresenta un mondo falso e per molti auspicabile ... tutto finto, tutto falsissimo ... Mi torna in mente una canzone di Eugenio Finardi " ... amo la radio perché arriva dalla gente entra nelle case... Con la radio si può scrivere, leggere o cucinare, non c'è da stare immobili seduti lì a guardare e forse è proprio quello che me la fa preferire: è che con la radio non si smette di pensare".

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    1. la televisione è nata negli anni 50-60 e negli anni 60-70 ci sono stati importanti fermenti di pensiero. Semmai non è colpa della " televisione", ma di questa televisione ! fatta di fiction...programmi demenziali...e gare su come diventare in un niente una rock star o un ballerino al top...nulla di più falso e fuorviante !!!
      La maggioranza della gente non è vero che non Pensa ..hai voglia su come pensa..ma non ti racconta tutto ciò che pensa..resteresti..resterei...sconvolto se potessi leggere il loro pensiero .però..se li osservi nella vita reale poi scopri come sono fatti..e vedi in loro tracce più o meno evidenti di: conformisti...formali...arrivisti...puritani che sognano le veline...avari....razzisti..ladri...ed allora capisci che spesso discorrere è tempo perso; però ti confido che dialogare con questi personaggi ti da a volte una gioia sadico-perversa del tipo " io so che tu pensi che io non so quello che sei "...nel vederli aggrovigliare su se stessi nel momento che intelligentemente ironizzi delicatamente su qualche loro " non qualità nascosta " di cui sopra, evidenziata da qualche loro comportamento incoerente.
      MAVi questa mia opinione è di fatto una descrizione inutile, e presuntuosa...e ne sono consapevole anche se probabilmente rispecchia la realtà; inutile perché il polpo si cuoce sempre nella propria acqua e chi finge di essere contento e felice ma di fatto non lo è ..vive male al di sotto della maschera. Presuntuosa perché non posso essere giudice di coloro che potrebbero incolparmi delle loro stesse colpe che magari posseggo ma non le vedo.

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